Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

"Nell'allontanarci abbiamo simulato gli spari del mitra con la bocca...tarattatà tarattatà"

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Osoppo

I giornali escono in edizione straordinaria, Indro Montanelli, sul Corriere, scrive: “è una stupefacente organizzazione in un paese disorganizzato“.

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

# Il furto di 600 milioni di lire senza sparare un colpo

Osoppo

Entrando nel mese di febbraio, i milanesi che hanno i capelli bianchi e che hanno conosciuto la Milano precedente a quella da bere, hanno un riflesso condizionato, una sorta di sussulto emotivo, un misto di paura e fascino. Perché il colpo di via Osoppo è la rapina delle rapine, senza sparare un colpo. Paura, perché il ricordo di una rapina mette sempre un po’ di inquietudine, e fascino, perché riuscire a rubare tanti soldi con astuzia, organizzazione, senza usare le armi, un certo fascino lo crea, alla faccia del politicamente corretto.

Via Osoppo

Era il 27 febbraio 1958, il furgone della Banca Popolare di Milano, poco dopo le 9 del mattino, arriva in via Osoppo, proveniente da Piazzale Brescia. Alla guida del mezzo c’è un dipendente della banca, mentre sul sedile posteriore si trova una guardia armata. Poco prima dell’incrocio con via Caccialepori il mezzo viene bloccato dall’organizzazione di rapinatori, che con un dinamismo preciso rubano circa 600 milioni di lire, 114 in contanti.

# L’azione della banda dei 7 rapinatori

La banda di rapinatori è composta da, Ferdinando Russo, detto Nando il Terrone, Arnaldo Gesmundo, detto Jess il bandito, Arnaldo Bolognini, ex partigiano, Eros Castiglioni, che faceva il pugile, Enrico Cesaroni, Luciano De Maria e Ugo Ciappina.

Uno dei rapinatori è a bordo di un camion, sperona il furgone portavalori che si blocca. Nel frattempo un altro bandito spacca il finestrino dal lato della guardia e gli sfila via l’arma, a quel punto altri dei sette banditi caricano i sacchi e le valige con i contanti e i documenti sul camion OM Leoncino. Una Giulietta è pronta a sgommare per portare via coloro che non erano sul furgone riempito di quel “tesoro”.

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Qualcuno cercò di intervenire – raccontò alcuni anni fa Arnaldo Gesmundo, originario di via Padova, mancato recentemente – da un balcone ci lanciarono dei vasi di fiori e noi, per dimostrare quanto eravamo tranquilli e sereni, nell’allontanarci abbiamo simulato gli spari del mitra con la bocca…tarattatà tarattatà“.

I giornali escono in edizione straordinaria, Indro Montanelli, sul Corriere, scrive: “è una stupefacente organizzazione in un paese disorganizzato“.

# La mobilitazione di Polizia scientifica e Interpoll e i primi arresti

Credits varesenews – Mostra Malamilano

Polizia scientifica e Interpoll si mobilitano: vengono setacciati Lorenteggio e il Giambellino, perché si pensa che i ladri si siano rifugiati in quelle zone, visto che alcune valigie del portavalori erano state trovate, svuotate, in quell’area. 4 mila uomini, tra poliziotti e carabinieri, cercano i banditi, senza esito. Ma il 31 marzo, poco dopo un mese dall’agguato, cinque dei malviventi vengono arrestati. Pare che a “tradirli” siano i “toni”, ovvero le tute da operaio che utilizzò la banda per il colpo e ritrovati nell’Olona, con tanto di targhetta di chi li aveva venduti: era un negozio di Modena e il titolare evidentemente mise gli inquirenti sulla giusta strada.

Un già anziano Luciano De Maria raccontò che: “eravamo due bande e ci siamo messi insieme per il colpo di via Osoppo, scegliamo il 27 perchè è giorno di stipendi. Eravamo in sette, il mio compito era quello di guidare il camioncino che fece l’incidente con il portavalori“.

Volevo fare qualcosa di eclatante, ma senza spargimento di sangue – confidò ancora De Maria – quando mi hanno messo in carcere mi scrissero centinaia di donne e, per pudore e rispetto verso di loro, non dico cosa scrivevano e cosa mettevano nelle lettere…“.

# Il colpo di via Osoppo è stato fonte d’ispirazione per film e libri

Credits wikipedia.org – Audace colpo dei soliti ignoti

Una parte del denaro viene recuperata, altro invece era stato già speso, e un po’ fu “imboscato”. De Maria e Gesmundo, raccontarono quella rapina con enfasi aulica, sottolineando l’attenzione ad evitare spargimenti di sangue: “allora la vita umana veniva rispettata, anche se eri nel pieno di un’operazione da centinaia di milioni di lire. Oggi per 50 euro sono pronti ad uccidere“.

Il colpo di via Osoppo è stato fonte d’ispirazione per film e libri, nell’immaginario collettivo rappresenta uno degli esempi più chiari del gettare il cuore oltre l’ostacolo, e ben oltre la legge, per raggiungere un obiettivo di grande guadagno economico e di sfida con se stessi e con il destino.

FABIO BUFFA

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.