La storia d’Italia è stata fatta anche grazie a referendum che hanno affrontato temi che la politica non poteva o non voleva affrontare, come aborto, divorzio o l’adozione del sistema uninominale. Iniziative popolari che hanno in comune due caratteristiche:
1. Dare più potere e più libertà ai cittadini
2. Ricevere l’ostilità o l’indifferenza dalle principali forze politiche
Il referendum infatti è lo strumento che dà ai cittadini il potere di indicare se e cosa cambiare dello status quo che i politici non possono o non vogliono modificare.
Di questo ce ne siamo accorti anche noi quando abbiamo promosso il sondaggio #votoMilano per capire se i milanesi siano a favore di un referendum per dare più autonomia a Milano. E per verificare quale sia il tipo di autonomia preferito tra le diverse possibilità garantite dalla costituzione.
Informare i cittadini sulla possibilità di esprimersi su un referendum, ci sembrava un principio democratico condivisibile da chiunque, a prescindere dal parere dei singoli sull’autonomia della città di Milano.
Per questo abbiamo contattato i rappresentanti di tutte le forze politiche che in passato ci avevano fatto sapere di essere a favore dell’autonomia di Milano.
Ed abbiamo chiesto a ognuno di loro NON di esprimersi a favore dell’autonomia di Milano ma unicamente di segnalare sui social il sondaggio per chiedere un parere su un eventuale referendum.
Su 12 politici contattati solo uno ha segnalato in un post su Facebook l’esistenza del sondaggio (qui il suo post).
Dagli altri silenzio o scuse imbarazzate per spiegare che il loro partito non ama che si faccia un ulteriore passo verso il dare ai cittadini il potere di scelta sull’autonomia di Milano.
Curioso anche il comportamento dei media più attivi a Milano. Hanno segnalato il sondaggio i siti indipendenti, e a nostro avviso più credibili, come Semplicemente Milano, Milano Panoramica, Nati per vivere a Milano e Urban File.
Gli altri ci hanno risposto che non possono. Uno, in particolare, noto per l’atteggiamento irriverente, ci ha risposto che “se non è un’iniziativa del Comune non ne possiamo parlare“.
L’identikit di chi sta votando
Finora si sono espressi oltre 2.000 votanti che rappresentano un campione statisticamente significativo, al di sopra della maggior parte dei sondaggi politici normalmente realizzati (i principali istituti di ricerca utilizzano un campione tra i 600 a 1200 intervistati).
Google Analytics fornisce qualche informazione in più su chi sta votando:
– Età: la fascia più rappresentata è quella tra i 25 e i 34 anni (22,9%). Segue quella tra i 35 e i 44 (19%). Più disinteresse tra i più giovani (dai 18 ai 24) col 5,7%.
– Città: fuori Milano le città in Italia che hanno partecipato più al voto sono Roma (4,1%), Bologna (2,5%), Torino (2,1%) e Monza (2%). Tra le città straniere prima è Londra (0,4%) seguita da New York (0,1%). Quasi l’80% dei voti proviene dalla Lombardia.
– Sesso: Maschi (52,1%), Femmine (47,9%)
Risultati provvisori
- il 93% di chi ha votato è a favore di un referendum sull’autonomia della città
- il 95% è per dare più autonomia a Milano (in maggioranza sono per una “città regione” sul modello di Berlino, Madrid o Amburgo).
Vedremo se questo risultato che si profila al di là di ogni dubbio o interpretazione riuscirà a scuotere la coscienza dei più quotati politici della città o se semplicemente aumenterà l’imbarazzo del loro silenzio.
Da parte nostra, quello che faremo è mantenere come sempre la parola data: ci impegneremo con tutte le nostre forze a dare seguito alla volontà che è stata espressa, qualunque essa sia. Mettendo al di sopra di tutto il bene di Milano.
MILANO CITTA’ STATO
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