Era considerato un attore “caratterista”, ovvero uno di quegli artisti che hanno la capacità di interpretare personaggi con note particolari, marcate, quasi caricaturali. In realtà era un attore a tutto tondo, certamente caratterista, ma anche capace di tenere la scena in modo sublime vestendo i panni di figure meno accentuate, diremmo generiche.
Renato Scarpa, il “caratterista” milanese diventato famoso nel cinema romano e napoletano
# La passione per il teatro e la recitazione
Tra un mese e mezzo cadrà l’85esimo anniversario della nascita di Renato Scarpa, un milanese prestato a quel cinema “romanaccio” dei primi film di Carlo Verdone e all’eleganza napoletana di Massimo Troisi e di Luciano De Crescenzo.
Nacque all’ombra della Madonnina il 14 settembre 1939: “mio padre morì in guerra, mia madre era parrucchiera; io da giovanissimo ho pure pensato di lavorare nel suo negozio, però lei mi disse che per essere un uomo libero dovevo studiare, dovevo farmi una cultura”, raccontò in un’intervista per un canale Youtube poco prima di morire.
Scarpa frequenta il Liceo Classico, poi si iscrive ad Architettura, all’Università conosce un ragazzo appartenente ad una famiglia di marionettisti ed è così che inizia a cullare la passione per il teatro e la recitazione.
# I primi film al cinema
Studia come attore, a trent’anni ha la grande occasione di entrare nel mondo del grande schermo dalla porta principale, con il film “Sotto il segno dello scorpione” dei fratelli Taviani, il suo però è un ruolo defilato. Renato Scarpa diventerà protagonista nel film “Nel nome del padre”, di Marco Bellocchio (1972) interpretando la figura di primo piano di Padre Corazza. I Taviani lo rivogliono nel 1972, per un altro film drammatico, “San Michele aveva un gallo”, poi l’attore milanese verrà chiamato ad interpretare il commissario Longhi in “A Venezia…un dicembre rosso shocking”, un thriller che diventa un inquietante mix tra incubo e realtà. La carriera dell’attore milanese sembra incanalarsi nel filone del genere drammatico con una punta di noir, ma ecco che ha l’occasione di cimentarsi in una commedia leggera, che dovrebbe anche far riflettere sui rapporti tra uomini e donne, nella pellicola di Steno del 1974, “La poliziotta”, al fianco di Mariangela Melato, Renato Pozzetto e Mario Carotenuto.
# Un carriera di successo
Inizia una carriera ricca di pellicole di successo e di personaggi, interpretati da Scarpa, ancora oggi ricordati da molti amanti del cinema: il medico della fabbrica in “Delitto d’amore”, l’ufficiale in “E cominciò il viaggio nella vertigine”, il commissario Morabito in “Piedone ad Hong Kong”, oppure il professor Verdegast in “Suspiria”. L’attore milanese è guidato sotto le regie di miti del grande schermo, come Comencini, Rossellini, Argento e Monicelli. Lavora anche in numerosi sceneggiati per la Tv, come “Chiunque tu sia” del 1977, “Luigi Ganna detective” del 1979 e “Poco a poco” del 1980 e diventa, seppur in modo sporadico, anche doppiatore.
# Da Carlo Verdone a Massimo Troisi
Nel 1980 c’è l’incontro con Carlo Verdone che lo vuole in “Un sacco bello”, nell’indimenticabile ruolo di Sergio, l’amico goffo e complessato (e sposato) che dovrebbe andare in Polonia alla conquista di belle ragazze dell’est con il coatto Enzo, ma che viene stoppato dai calcoli renali e finisce all’ospedale prima di uscire dal Lazio.
Un anno dopo c’è l’incontro con Massimo Troisi, che lo vuole per il ruolo di Robertino in “Ricomincio da tre”: l’incontro con l’attore napoletano fu luminoso, “fino ad allora Massimo lo avevo visto solo in televisione, perchè guardavo la trasmissione comica Non Stop -ricordò Scarpa una decina di anni fa- Troisi mi aveva visto al cinema nel ruolo di Sergio e pensò subito che sarei stato adatto per il personaggio di Robertino, mammone disadattato”. Il sodalizio con Troisi viene rinnovato tredici anni dopo, quando quest’ultimo gli propone il ruolo di Giorgio Serafini ne “Il postino”, ultima pellicola girata dall’attore di San Giorgio a Cremano prima di morire.
# 52 anni di carriera, oltre cento film e 20 sceneggiati tv
L’ultimo film di Renato Scarpa risale al 2021, con “Per tutta la vita”. In tutto ha recitato in oltre cento pellicole per il grande schermo, tra l’altro con la celeberrima collaborazione con Luciano De Crescenzo in “Così parlò Bellavista” e “Il mistero di Bellavista”, dove interpretava la parte del milanese trasferitosi a Napoli.
Ha recitato in venti sceneggiati per la TV, ricevendo innumerevoli riconoscimenti per una carriera durata ben 52 anni, che lo ha visto collaborare con i maggiori registi e al fianco dei migliori attori che il panorama internazionale possa vantare . Ci ha lasciati il 30 dicembre 2021, sconfitto da un malore improvviso nella sua “nuova casa”, ovvero Roma, anche se non aveva mai dimenticato le sue origini, interpretato il ruolo del milanese doc in più occasioni.
FABIO BUFFA
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