“Ridateci la 73”: nuova mobilitazione dei cittadini contro i tagli dei mezzi pubblici

Una vera e propria telenovela a Milano. Protagonista: la 73

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Linea 73

Una vera e propria telenovela a Milano. Protagonista: la 73. Prima sostituita dalla metro, poi la promessa di ripristinarla, infine: silenzio. I cittadini rispondono con una nuova mobilitazione. 

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“Ridateci la 73”: nuova mobilitazione dei cittadini contro i tagli dei mezzi pubblici

“Ridateci la 73!”. Torna a risuonare lo slogan dei cittadini privati della celebre linea. Il nuovo presidio è stato organizzato dai comitati cittadini milanesi l’8 luglio 2024 in Largo Marinai d’Italia. La nuova mobilitazione prosegue la sua battaglia per il ripristino della linea 73, ma non solo. La lotta riguarda anche i disservizi del trasporto pubblico locale e i problemi della mobilità pubblica milanese. Ma facciamo qualche passo indietro.

# Il gruppo “La 73 non si tocca” chiede il ripristino del tragitto integrale da Linate al centro

A inizio 2024 il Consiglio Comunale aveva deliberato per il ripristino della linea /3, soppressa per l’apertura del tratto della M4 da Linate a San Babila. Dopo 7 mesi però alle parole non hanno seguito i fatti.

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I cittadini riuniti nel gruppo “La 73 non si tocca” in lotta per il ripristino della linea hanno ribadito – soprattutto per voce di Cecilia De Santis – la loro “ferma intenzione di non mollare fino a che non riavranno il bus con il tragitto completo di prima del taglio.”

La “restituzione” alla cittadinanza della 73 dopo la delibera è stata poi rimandata per problemi tecnici, nonostante le sollecitazioni dei comitati. Comitati che si battono per un obiettivo più esteso della sola linea 73. 

# Il vero problema? “Il disinvestimento di risorse su tutta la rete dei trasporti di superficie”

Linea 73

Gli interventi dei comitati cittadini, tra cui il Comitato Basmetto e il Comitato Lambrate-Rubattino Riparte, hanno evidenziato come il problema dei tagli e della diradazione delle corse dei mezzi di superficie (con conseguenti attese alle fermate che arrivano fino a 30-40 minuti) riguardi tutta Milano.

Il problema insomma sembra essere “un disinvestimento di risorse su tutta la rete dei trasporti di superficie”, ha osservato Adriana Berra del comitato Lambrate-Rubattino Riparte. Anche i contributi di altri relatori – tra cui un delegato sindacale degli autisti ATM – hanno rafforzato il dubbio che il problema a monte dei tagli non sia tanto la mancanza degli autisti, bensì una più complessa questione di risorse insufficienti o tolte alla rete di superficie per destinarle ad altro che andrebbe indagata più a fondo per comprendere meglio scelte e responsabilità politiche.”

# L’invito del comitato Lambrate-Rubattino Riparte: unirsi per chiedere che “la rete dei trasporti pubblici venga ripotenziata, migliorata nell’efficienza, nella capillarità”

linea 973

“Pur riconoscendo che la battaglia per la 73 è sacrosanta per la strategicità della linea e perché è una battaglia simbolo per tutti i Milanesi, Adriana Berra di Lambrate-Rubattino Riparte ha invitato i comitati – piuttosto che a farsi concorrenza lanciando ognuno la propria petizione di quartiere, a unirsi “per chiedere con un’unica voce la che la rete dei trasporti pubblici venga ripotenziata, migliorata nell’efficienza, nella capillarità, e che resti pubblica”. Adriana ha anche ricordato all’assemblea che “la mobilità è un diritto, al pari dell’istruzione e la salute”.

Per sostenere la lotta cittadina contro il depotenziamento dei mezzi di superficie, tutti i Milanesi in possesso dello SPID possono firmare la petizione inserita sul portale del Comune di Milano (area “Partecipazione”) dal Comitato Basmetto per chiedere la cancellazione della riduzione delle corse su 31 linee. Ma è solo un inizio. Presto i comitati cittadini uniti contro il depotenziamento delle linee di superficie lanceranno nuove iniziative.”

Continua la lettura con: Milano–Malpensa: e se fosse una metropolitana?

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1 COMMENTO

  1. Giusto ripristinare un servizio minimo lungo viale Forlanini, ma il riavere una linea che doppia quella tranviaria fino al Duomo se lo possono scordare.
    I bus di Melegnano raggiungevano porta Romana. Ora attestano a san Donato M3. Quelli di Magenta piazzale Baracca. Adesso Molino Dorino M1. E il servizio di Pavia portava al Castello. Ora a Famagosta M2.
    Perché si fa così! Quando arriva la metropolitana si taglia in superficie anche percorsi non combacianti (circa 20 linee tranviarie tolte o limitate nel 1965 per via di M1!).
    Chi sono quelli di Segrate per fare eccezione?
    Oltretutto il servizio della 73 ora 973, in quanto interurbano, è finanziato e disciplinato dalla regione Lombardia con orari e frequenze pubblicati nel bollettino regionale Burl e non necessariamente va assegnato a Atm. In questi casi il comune di Milano può solo chiedere.
    I comitati poi rappresentano solo se stessi e per lo più appartengono ad aree politiche che ragionano in base alla loro supposta convenienza. Con la giunta Moratti pullulavano, anche giustamente, ma quando arrivò Pisapia sparirono tutti!
    Battersi per migliorare i trasporti, anche protestando, ci sta, ma in molti casi nessuna azione. Interi isolati sono stati privati del trasporto pubblico, come viale legioni romane, via Trivulzio (la Baggina appiedata!), santa Maria alla Fontana, e altri, anche semicentrali, non l’hanno mai avuto, basta dare un’occhiata alle cartine Atm. Eppure.. indifferenza totale!
    Con il completamento di M4 la rete della zona ovest sarà riveduta. Attendiamo le proteste. Quelle motivate e quelle in stile 73.

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