Febbraio 2020. La Grecia ha fatto inserire una clausola nel contratto di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la cosiddetta “clausola Partenone”. A seguito della decisione voluta dal governo britannico di uscire dall’Europa, le opere elleniche trafugate o vendute agli inglesi nel secolo precedente devono fare ritorno in patria, visto che secondo le regole stabilite dall’Unesco al momento solo quelle portate fuori da una nazione dopo il 1970 possano essere richieste.
Milano può vantare, grazie alla sua storia, un patrimonio storico-artistico di tutto pregio con opere d’arte di fama mondiale come: “la Pietà Rondanini” di Michelangelo, “lo Sposalizio della Vergine” di Raffaello, “l’Ultima Cena” e “il Ritratto di Musico” di Leonardo. Ci sono poi capolavori milanesi e non che sono stati ammirati in questa città per secoli e che oggi si trovano altrove, anziché essere esposti a Brera, all’Ambrosiana o al Castello Sforzesco, solo perché qualche “benpensante” ebbe l’idea di venderle o peggio ancora trafugarle.
La Grecia con l’occasione della Brexit ha chiesto di riportare in patria le sue opere. Ecco un elenco di 10 opere milanesi che potremmo avere il diritto di riportare a casa.
10 opere d’arte che dovrebbero tornare a Milano
#1 “Fanciullo che legge Cicerone” (Vincenzo Foppa – 1464): Londra
Il padre del “rinascimento lombardo” fu incaricato da Pigello Portinari, banchiere fiorentino e rappresentante della famiglia Medici a Milano, di affrescare le sale del Palazzo del Banco Mediceo in zona porta comasina, di cui oggi resta solo quest’opera pittorica.
Sul finire del ’700 il palazzo venne abbattuto e l’affresco staccato e messo in vendita sul mercato antiquario. Mentre il portale del palazzo si trova oggi nelle sale del Castello Sforzesco, questo piccolo capolavoro della Milano sforzesca venne acquistato dai marchesi di Hertford ed oggi si trova alla Wallace Collection di Londra.
#2 “Ritratto Trivulzio” (Antonello da Messina -1476): Torino
Il più famoso ritratto eseguito dal grande artista siciliano ed oggi esposto al museo civico di Torino faceva parte della collezione dei Principi Trivulzio, custodita all’interno dell’omonimo palazzo di Piazza Sant’Alessandro. Nel 1935 il Principe Luigi Alberico Trivulzio decise di cedere la sua collezione scatenando quello che è conosciuto come l’affaire Trivulzio e che vide schierarsi da un lato il Comune di Milano con il Museo del Castello Sforzesco e dall’altro la città di Torino con il Museo di Palazzo Madama.
Alla fine dovette intervenire nella questione lo stesso Mussolini, che decise di collocare la collezione Trivulzio a Milano a patto che un’opera di rilievo, come appunto è il Ritratto d’Uomo, venisse ceduta a Torino. Il capolavoro di Antonello da Messina si dovette così separare dalla splendida collezione Trivulzio, che ancora oggi possiamo ammirare nelle sale del Castello Sforzesco, e dall’ora è esposto nel torinese Palazzo Madama: una sorta di vittoria mutilata.
#3 “La Vergine delle Rocce” (Leonardo da Vinci – 1483/94 – 1494/1508): Parigi e Londra
Durante il suo soggiorno milanese Leonardo dipinse ben due versioni della “Vergine delle Rocce” di cui oggi a Milano non ne resta manco una. La prima, realizzata nel periodo 1483/94 su commissione della Confraternita dell’Immacolata Concezione della chiesa di San Francesco Grande, venne probabilmente portata in Francia da Luigi XII durante la sua conquista del ducato di Milano e oggi è esposta al Louvre.
La seconda versione, realizzata nel 1494 e portata a termine nel 1508 durante il secondo soggiorno milanese di Leonardo, venne esposta nella chiesa di San Francesco e nell’annesso convento fino alla sua soppressione nel 1785, quando venne venduta al pittore inglese Gavin Hamilton che la portò a Londra, dove è tutt’ora esposta alla National Gallery.
#4 “La Dama con l’ermellino” (Leonardo da Vinci – 1485/90): Cracovia
Uno dei quadri più famosi dell’artista, realizzato durante il suo primo periodo milanese su probabile commissione del duca Ludovico Sforza per immortalare una delle sue amanti: Cecilia Gallerani. Il dipinto finì nel mercato antiquario fino a giungere nel tempo nelle collezioni dei Principi Czartoryski a Cracovia Polonia, dove tutt’ora si trova.
#5 “Cristo dolente” (Bramantino -1490/95): Madrid
La celebre rappresentazione di Cristo da parte di Bramantino è una l’opera lo consacra tra i grandi artisti del rinascimento lombardo. La tela restò a Milano presso la collezione della Porta Pusterla fino a quando venne acquistata nel 1937 dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, dove tutt’ora si trova.
#6 “Madonna col Bambino e otto santi” (Bramantino – 1512/14): Firenze
Realizzata all’apice della sua carriera artistica per la chiesa milanese di Santa Maria del Giardino, restò in città fino alle soppressioni napoleoniche del 1810. Venduta sul mercato antiquario al collezionista e mercante d’arte Alessandro Contini Bonacossi che la donó assieme alla sua collezione agli Uffizi di Firenze.
#7 “Adorazione dei Magi” (Bernardino Luini -1520/25): Parigi
Questi affreschi furono realizzati per la cappella della villa della nobile famiglia Litta situata nell’attuale quartiere di Greco. Staccati nel 1810 dopo le soppressioni napoleoniche, giunsero in Francia dove, nel 1867, pervennero al museo del Louvre.
#8 “Giove ed Io” (Correggio -1532/33): Vienna
Questo capolavoro del manierismo italiano è oggi esposto al Kunsthistorisches Museum di Vienna, ma la sua storia è legata al territorio lombardo e a Milano. Commissionata dal Duca di Mantova Federico II Gonzaga, vennero da lui donate all’Imperatore Carlo V, che a sua volta ne fece dono a Leone Leoni.
Leoni portò l’opera nella sua collezione milanese della celebre “Casa degli Omenoni”, dove restò fino al 1601, anno in cui il figlio Pompeo vendette la collezione all’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo.
#9 “I quattro Elementi” (Jan Brueghel -1592/96): Parigi
Capolavori dell’arte fiamminga, vennero commissionati dal Cardinal Federico Borromeo, mecenate di Brueghel durante il suo soggiorno milanese, ed esposte nella collezione dell’Ambrosiana. I quattro dipinti vennero portati a Parigi nel 1796 per volere di Napoleone e solo nel 1815 parzialmente restituiti.
Oggi a Milano possiamo ammirare “Acqua” e “Fuoco”, mentre restano al Louvre “Terra” ed “Aria”.
#10 “La città che sale” (Umberto Boccioni – 1910/11): New York
Boccioni dipinse quella che è una delle opere più ammirate dai visitatori del MOMA di New York durante il suo soggiorno milanese, raffigurando la Milano moderna ed in continua espansione che vedeva crescere a dismisura dal balcone di casa.
Questo dipinto prettamente milanese venne venduto nel 1912 al musicista Ferruccio Busoni e passò di mano in mano fino all’acquisizione da parte del museo newyorkese.
MATTIA GALBIATI
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