La rivoluzione di NoLo: da quartiere popolare a distretto dei creativi

1
north of loreto
Naviga su Milano Città Stato senza pubblicità

Di NoLo, che sta per Nord Loreto, ultimamente è stato scritto di tutto e di più. Da Bronx di Milano a nuova Soho in versione meneghina, regno degli hipster, dei giovani creativi e delle gallerie di moda, il passo è stato breve. Forse troppo. Di sicuro qualcosa sta cambiando, per il momento dal basso.

Ma NoLo esiste?

north of loretoQui nel nord-est di Milano nessuna “riqualificazione” è piovuta dal cielo, come nel caso dell’Isola, né ci sono stati interventi urbanistici da parte delle istituzioni come quelli di Chinatown. La trasformazione è spontanea e riguarda principalmente la composizione sociale del quartiere. Quella zona incastonata tra Greco, Casoretto e Turro, un tempo abitata da immigrati del Sud Italia poi sostituiti da latinoamericani, nordafricani e orientali, e solitamente nota alle cronache per fenomeni come spaccio, prostituzione, scippi, case occupate, viene sempre più spesso scelta da studenti, giovani professionisti e creativi attratti dai prezzi bassi delle case e degli affitti, ma anche da quell’atmosfera multiculturale che ora non fa più così paura, e viene anzi spesso vissuta come un plus.

Anche l’economia della zona sta un po’ cambiando. Al panettiere egiziano, alla pasticceria mediorientale, alla sartoria cinese e al venditore di kebab si affiancano qua e là nuove insegne. C’è chi approfittando degli affitti bassi ha aperto qui la sua gallerie d’arte o lo showroom, chi annusando l’aria ha trasformato negozi tradizionali in più moderni e trendy “concept store”, dove anziché vestiti si vendono “esperienze sensoriali” (Spazio Nolo 43), anziché fiori o biciclette si vendono entrambi anche in coppia, facendoti sentire pioniere di uno stile di vita più misurato e sostenibile (Bici e radici).

Leggi anche: L’Isola dei tesori

La colazione è Social

north of loretoAl punto da far pensare che NoLo potrebbe diventare la nuova Isola. Del resto anche questo fino a pochi anni fa era un quartiere popolare con un passato critico, che trovava forza nella sua vita di comunità. Per ora qui di turisti se ne vedono pochini, ma il posto ha senza dubbio le sue peculiarità. Dove altro si potrebbe trovare una piazzetta intitolata al Governo Provvisorio (peraltro un gioiellino di palazzine basse e colorate), una Chiesa cristiana adiacente alla vetrina di un sexy shop, un’associazione che si chiama Salumeria del Design e che fra le altre cose anima la via Stazio con un mercatino del vintage dall’improbabile nome Le Pulci Spettinate. E ancora un bistrot sorto in un’antica fabbrica di cioccolata che fa anche da ostello, ciclofficina, spazio coworking e un po’ da portineria, e non ultimo la possibilità di fare un vero party di compleanno a chilometro zero, che non sia la festicciola di classe dei pargoli. Ma soprattutto solo NoLo può vantare, e qui l’orgoglio si pesa a chili, il capolinea del tram numero 1.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

north of loretoNon è detto che da tutto questo non nascerà davvero un quartiere nuovo e più inclusivo. E’ più che altro una scommessa, certo, ed è la scommessa che hanno fatto i suoi nuovi abitanti. E’ il caso di Sara e Daniele, detto il Sindaco, i due fondatori di NoLo Social District, che a forza di colazioni organizzate in strada hanno messo su un bel gruppo di gente appassionata e coesa che nella nuova NoLo ci crede eccome. C’è chi si è inventato un corso di giardinaggio, chi un corso di yoga, chi la biciclettata in notturna in quelle zone che di solito la sera si cerca di evitare, e le famose colazioni del sabato mattina ormai documentate persino dalla tivvù, il tutto con la finalità di riappropriarsi degli spazi con fini sociali a costo zero. Così sono nati anche il coro, ovvero il CorNolo, il gruppo lavoro a maglia LaNolo, il gruppo di fotografia PhotoNolo e così via. C’è persino una radio di quartiere che ovviamente si chiama RadioNolo, e trasmette un radiogiornale che non poteva non chiamarsi GiorNoLo.

Leggi anche: Il boom di NoLo

Ci vuole un drink

north of loretoL’idea di base è quella di conoscersi, fare cose insieme e vivere il quartiere nella sua quotidianità, senza pregiudizi. Basta fare un salto nei locali più amati della zona all’ora dell’aperitivo per rendersene conto: qui si va da Zia Barbara, un po’ bar, un po’ zia e anche un po’ luogo di aggregazione, dove tutti o quasi si conoscono e almeno una volta al giorno devono passare di qua. Oppure al Ghe Pensi Mi e al NoLoSo,  il locale con le pareti rosa e blue Tiffany diventato in poco tempo un punto di riferimento per la comunità gay friendly ma non solo, da quando Gianni, il nuovo proprietario, ha regalato più di 2’000 libri trovati nei locali dell’ex bar Sport rilevandolo nel 2017 in via Varanini.

Sono posti dove semplicemente stare bene, con serenità, ti raccontano i ragazzi della Social, che adorano scoprire i posti migliori dove rifarsi il palato. Per un ottimo hamburger con pane artigianale e maionese fatta in casa, da irrigare con un drink da manuale, consigliano il Clover (Viale Brianza 32), senza farsi troppo scoraggiare dall’aspetto esterno.

north of loretoPer dolce invece una bella coppa da Ilgelatochenonce, dove i gelati vengono preparati al momento con l’azoto liquido: ingredienti freschi, piccole planetarie, un’annaffiata di azoto liquido e il gioco è fatto, il mastrogelataio riemergerà dai fumi per servivi un gelato leggero e gustoso.

La scuola chiude, andiamo al parco

north of loretoGià che ci siete fate anche un giro nel quartiere, così da farvi una vostra idea personale di cosa sta accadendo laggiù. Magari sfruttando uno dei tour a tema del GiraNolo (che a dispetto del nome è una cosa seria), che vi porta a scoprire non solo le architetture più interessanti e originali, ma anche le storie che le hanno impregnate di vita. I punti nevralgici del quartiere? Piazza Morbegno con la sua atmosfera un po’ paesana, il cinema Beltrade, l’unico a Milano (e uno dei pochi in Italia) in cui è possibile trovare film indipendenti in lingua originale che nei multisala non li vedono neanche con il binocolo. Qui da un paio d’anni in aprile ci organizzano anche il Festival di San Nolo, competizione canora semiseria che ha potuto vantare però alcuni nomi di un certo prestigio.

E se riuscite a entrarci, giacché è aperto in settimana solo in orari da doposcuola e fino al tramonto, andate a vedere il Parco Trotter, dall’inconfondibile conformazione di galoppatoio come da sua destinazione originaria. In realtà è una vera e propria cittadella in cui sono immersi gli edifici storici delle scuole che lo hanno in gestione, e che fino a poco fa ha ospitato un farfallaio con decine e decine di farfalle meravigliose.

north of loretoCollocato tra via Padova e viale Monza, specchio della complessa realtà che lo circonda, in passato il parco è stato precursore degli studi pedagogici più avanzati, simbolo di una didattica all’avanguardia e di una coraggiosa sperimentazione apprezzata e studiata in tutto il mondo. Una storia raccontata in modo quasi sognante da uno spettacolo teatrale di Davide Verazzani, che si chiama Te la ricordi la Casa del Sole? e che è stato rappresentato anche in occasione di Casa Nolo, la versione social del Fuorislaone di queste parti. Ora che i tempi sono cambiati la sfida è quella di offrire a tutta la cittadinanza un formidabile stimolo all’integrazione, un luogo dove bambini di diverse provenienze imparino a convivere fin dalla prima infanzia e consolidino le loro relazioni nel tempo dedicato alle numerose iniziative promosse dalle associazioni cui partecipano anche gli adulti.

Le potenzialità quindi ci sono. Probabilmente qui una casa non sarà mai venduta a peso d’oro come tanti anfratti poco ospitali dell’Isola, ma non sono certo i prezzi degli affitti che fanno sparire lo spaccio a cielo aperto. Del resto a che serve avere un appartamento che vale una fortuna se poi ti tocca lasciare il posto che ti fa sentire “a casa”?

Leggi anche: Make Lambrate Great Again

north of loreto
Gli hotspots di NoLo evidenziati nell’articolo

 

 


Articolo precedenteInaugurazione Piano City: Aziza Mustafa Zadeh
Articolo successivoTrattoria Teatrale: il teatro a portata di ristorante
Roberta Caccialupi
Storica di formazione, “multimediale” per professione, da alcuni anni racconto sul mio blog la vita e le contraddizioni del quartiere Isola, luogo di partenza della mia famiglia in cui, dopo vario pellegrinare, sono tornata a vivere. Qui è nato e si consolida ogni giorno l’amore per la mia città.

1 COMMENTO

  1. En passant.
    Complimenti per la ricostruzione del quartiere tout court.
    Bisognerebbe che tutte le periferie fossero ” prese ” da simili iniziative che penso possano realizzarsi solo in collegialità ( establishment compreso ).
    Cordiali Saluti.
    Gianluca Gennai.

La sezione commenti è chiusa.