Sempre MENO ABITANTI: è finita l’ETÀ dell’ORO di Milano?

La città ha perso quasi 20.000 residenti: queste le cause principali

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Credits Andrea Cherchi - Milano

Il capoluogo lombardo sta registrando un calo costante dei residenti negli ultimi due anni, in concomitanza con l’avvento della pandemia. Questo non sembra però essere la causa principale, al contrario potrebbe aver fatto emergere alcune esigenze che negli anni d’oro di Milano erano rimaste nascoste. Vediamo il trend demografico di Milano e i fattori principali che lo stanno determinando.

Sempre MENO ABITANTI: è finita l’ETÀ dell’ORO di Milano?

# In soli 2 anni la città ha perso quasi 20.000 residenti, invertendo il trend

Foto: Andrea Cherchi (c)

Dopo il picco di oltre 1,4 milioni di abitanti registrato all’inizio del 2019 Milano ha invertito la rotta già nell’anno successivo. Tra il 2020 e il 2021 la città ha perso 18.000 residenti, arrivando a 1.386.285 con la perdita maggiore nel primo anno di pandemia. La crescita esponenziale del quinquennio 2014-2019, negli anni d’oro pre e post Expo, sembra solo un lontano ricordo. 

# I fattori principali dell’inversione di trend

credits: @avv.angeladima1973 su IG – Smart working

Tra i fattori principali che hanno determinato l’inversione di questo trend positivo c’è sicuramente la pandemia con tutte le sue conseguenze. In primis lo smart working che ha spinto una parte dei milanesi adottivi ad andare a lavorare nelle propria regione di provenienza e la perdita del lavoro che ha generato la stessa esigenza di ritorno a casa.

# Natalità dimezzata

Un altro fattore da considerare, come riporta MiTomorrow.it, è l’aumento della mortalità e la riduzione della natalità di questi due anni: meno 55%, a causa di incertezza dell’attuale contesto storico e dell’instabilità lavorativa. Questa dinamica non sembra destinata a cambiare in futuro visto l’elevato numero di residenti over 65, il 22,4% dei milanesi, il 44% di single e solo il 36% di coppie sposate e che hanno quindi più probabilità di far nascere dei figli. 

# La ricerca di una qualità della vita migliore via da Milano

Credits benini.bruna IG – Borgo a Mozzano

La spinta maggiore di chi ha scelto in questi due anni di lasciare Milano sembra sostanzialmente dettata da un fattore che la pandemia ha solo messo di più in luce, la scarsa qualità della vita percepita. Il desiderio di molti cittadini, costretti in casa dal lockdown per diversi mesi, è stato quello di vivere in appartamenti più grandi e meno costosi, in luoghi con spazi più verdi e meno trafficati, aria pulita e meno stress.

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# Stipendi bassi, costi alti: sempre più difficile viverci

Nonostante Milano sia infatti da anni ai primi posti nelle classifiche sulla qualità della vita, dove sono inseriti parametri come lavoro, università, svago, mobilità, e ambiente, la realtà è che per una parte del ceto medio-basso, la maggioranza in città, non è affatto così. Gli stipendi sono bassi e i costi troppo alti, gli appartamenti hanno prezzi insostenibili, l’inquinamento è insopportabile e la qualità delle relazioni è peggiore rispetto alle piccole realtà di provincia o dei piccoli paesi. A questo si aggiunge il degrado, presente sempre più spesso anche nel centro storico, e una crescita dei fenomeni di violenza o piccola delinquenza. Il lavoro da solo non basta per scegliere di rimanere a Milano. Ecco allora che la vita in provincia o in paesini e borghi più a misura d’uomo, a contatto con la natura e lontani dalla frenesia di una metropoli pare stia diventando per alcuni la soluzione ideale.

# “Milano ormai è fatta per lavorarci, non per viverci”. Cosa dicono i milanesi

Vediamo alcune delle risposte di milanesi d’origine, rimasti e fuggiti, e di milanesi adottivi alla domanda proposta sulla nostra pagina sul perché Milano continui a perdere residenti:

Milano è adatta solo per lavorarci, non per viverci! Troppo inquinamento e delinquenza…dopo le ore 19/20 di sera ogni quartiere è pericoloso”  Lucia G.

Costano troppo care le case, per cui chi può lavorare da remoto, se ne torna al suo Paese, dove la vita in generale costa meno e dove in realtà più piccole si vive meglio la socialità, senza nulla togliere alla splendida città che è Milano” Matilde P.

Milano è cara, sia che si comperi casa sia la si affitti. Attualmente la mia amata città è sporca disordinata abbandonata all’incuria, anche nelle migliori periferie il degrado la fa da padrone.” Giovanna R.

Gli stipendi non permettono uno stile di vita adeguato ai prezzi della città, si tratta semplicemente di quello credo.” Alexander R.

Le motivazioni sono tante oltre ai costi credo anche che lo smart working abbia portato alcune persone a scegliere uno stile di vita differente. Fare il pendolare due giorni a settimana è fattibile, farlo 5 giorni è altra cosa. Stesso discorso per chi arriva da altre regioni, puoi abitare al sud e venire in Lombardia una settima al mese pagando solo 4 notti e senza pagare l’affitto di una casa a Milano.” Stefano L.

Con l’avvento dello smart working in questi due anni uno può andare a lavorare dove vuole Milano ha perso appeal soprattutto dopo questi due anni la gente ha bisogno di natura spazi aperti non di chiudersi in un palazzo e non uscire più Amanda C.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.