Guardate il cielo. Schiaritevi la mente. Da tutto. Da tutto ciò che vi hanno insegnato, dal vostro pensiero, da voi stessi. A questo punto dovrebbe risultarvi immediato capire perché il Sole, sin dall’alba dei tempi, è sempre stato per tutti gli uomini di ogni luogo il fulcro del pensiero metafisico, trascendentale, religioso.
Anche a ragione: la nostra stella, a 150 milioni di chilometri da noi, è l’ingrediente fondamentale della vita per come si è formata sulla Terra, la sua principale fonte di energia, attorno alla quale letteralmente ruota tutto ciò che accade sul nostro pianeta – in molti sensi.
Il Sole, quasi una sfera perfetta, esiste sotto forma di plasma, che passa dai 6000° C della sua superficie (la stessa temperatura che si può esperire nel punto in cui cade un fulmine) agli inimmaginabili 13 milioni di gradi nel suo nucleo, e ci bombarda con qualcosa come 1017 fotoni (la luce) al secondo per centimetro quadrato.
Questi stessi fotoni, prima di arrivare a noi, hanno viaggiato per moltissimo tempo: prodotto di scarto della fusione nucleare che genera l’energia e il calore della nostra stella, ogni singolo fotone impiega circa 180.000 anni per passare faticosamente dal nucleo agli strati esterni del Sole (poi 8 minuti da lì alla Terra, libero, alla velocità della luce). Significa che le particelle che stanno colpendo il nostro corpo in questo momento si sono originate nell’epoca in cui i primi Homo Sapiens combattevano per la sopravvivenza nelle savane dell’Africa Orientale.
Per non parlare del fatto che quella che per noi sarebbe una forte tempesta solare, niente più di un allegro sfrigolio per la nostra stella, disattiverebbe all’istante il mondo per come lo conosciamo.
Tutto immediato, nessuna sorpresa, dicevamo.
Persino Leone Magno, il Papa che aveva impressionato Attila, annichilito un neonato movimento eretico e inventato il cursus leonino a salvaguardia della buona prosa latina, dovette arrendersi: non riuscì mai a evitare infatti che i suoi fedeli si voltassero indietro a fare un inchino a un antico dio pagano, il Sole, quando entravano nella sua chiesa, la vecchia San Pietro, poi demolita per costruire l’attuale.
Niente più di un’abitudine, un vezzo duro a morire. Ma visto che la gente continuava imperterrita a inchinarsi a Oriente, da Leone in poi si iniziò a costruire le chiese con l’altare orientato verso il Sole del mattino. Così l’inchino sarebbe passato inosservato, e dopo un po’ nessuno si sarebbe accorto del residuo pagano. Costruirono in questo modo le chiese per altri mille anni, quindi potrebbe essere capitato pure a voi, ogni tanto, di inchinarvi senza accorgervene al dio Sole.
Addirittura il primo culto monoteistico di cui si conservi la testimonianza è dedicato, indovinate un po’, a lui: Aton, il disco solare, partorito dai sacerdoti di Heliopolis e assurto ad unica divinità durante il regno del faraone Akhenaton, 1300 anni prima di Cristo.
Anche il Messia cristiano è collegato, in maniera profonda, al dio Sole: la sua figura è frutto del sincretismo di varie figure religiose a lui precedenti, dallo Zarathustra persiano all’egiziano Horus fino all’indoiranico Mitra, tutti figli di culti solari.
Dai quali deriva persino il Natale.
Infatti, dalla fine del terzo secolo il calendario civile romano indicava come solstizio d’inverno il 25 dicembre. In tutte le antiche culture dell’emisfero boreale il solstizio d’inverno viene festeggiato perché è il giorno dopo il quale le giornate ricominciano ad allungarsi, e per questo viene legato alle divinità solari. Sempre dal terzo secolo, il 25 dicembre nell’Impero Romano si festeggiava anche il dio del Sol Invictus, il sole invincibile, che riuniva in sé vari dei solari di diverse religioni: il greco Helios, il siriano El-Gabal e, ancora, Mitra.
Negli ultimi secoli dell’Impero Romano, con l’imperatore Eliogabalo prima e Aureliano poi, in attesa che il Cristianesimo diventasse la religione ufficiale, non erano rari questi culti che sovrapponevano varie divinità creando nuove religioni molto aperte. In particolare la religione del Sol Invictus era una di quelle che, già prima dell’affermarsi del cristianesimo, si avvicinava al monoteismo.
Il 25 dicembre fu scelto come giorno della nascita di Gesù per coprire la festa del Sol Invictus e avere un’ulteriore argomentazione per convincere i pagani a convertirsi: non avrebbero perso la loro festa una volta diventati cristiani. La figura di Gesù era proposta a questi pagani come quella del “vero” Sole.
Dal Sole nacquero nella storia diverse divinità collegate, tra le quali Hausos, una delle più interessanti: la dea dell’alba nella civiltà della valle dell’Indo. Il suo culto si diffuse con la sua gente mentre si spostava per tutta l’India e verso l’Europa. Viaggiando a sud-ovest con gli antenati dei Greci, divenne Eos. Viaggiando ad ovest, divenne la dea germanica della primavera, Eostre. Viaggiando verso sud divenne Ushas, dea vedica dell’alba.
Da qui, il buddhismo e i suoi derivati sono costellati di simbologia solare.
Intanto, dall’altra parte del mondo, le nazioni tribali del Nord America sviluppavano la Wiwanyag Wachipi, la “danza guardando il Sole”, ognuna nella sua maniera, ma per ciascuna di esse rappresentante l’apice del calendario spirituale e rituale.
Nelle civiltà precolombiane del Messico e del Perù, l’adorazione del Sole era una caratteristica prominente. Nella religione azteca era richiesto dagli dei del Sole Huitzilopochtli e Tezcatlipoca un grande sacrificio umano rituale. Nell’antica religione messicana, il Sole occupava un posto importante nel mito e nei riti. Il sovrano in Perù era un’incarnazione del dio del Sole, Inti. C’era Amaterasu in Giappone, Ngai in Kenya, Yhi come dea solare nel tempo del sogno della mitologia aborigena australiana, e centinaia di altri esempi, appunto in ogni luogo e in ogni epoca.
Fino ad oggi, dove ancora molti dei nostri calendari sono basati sul Sole, e i solstizi e gli equinozi vengono ampiamente celebrati (ma in Occidente dovrebbero esserlo di più).
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Ad Astana, eretta capitale del Kazakistan vent’anni fa per dare lustro al paese, costellandola di architettura opulenta, è stato costruito il Palazzo della Pace e della Riconciliazione.
Conosciuto anche come Piramide della Pace, nasce con l’intento di racchiudere e onorare sotto l’egidia solare ogni credo religioso mai esistito. In un grande salone chiamato Opera House si trova così una grande rappresentazione mosaica del Sole, incastonata in una cupola occupante quasi tutta la superficie dell’immenso soffitto.
Se vuoi saperne di più sulle storie dei miti e delle religioni attorno al Sole, scarica qui gratuitamente l’esclusivo calendario di A.S.C.E.I.P.A. (Alta Scuola di Counseling ed Educazione Interculturale Per Adulti) e segui il suo blog per rimanere sempre aggiornato sulle ricorrenze solari.
E buon 2019☀!
HARI DE MIRANDA
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