Il Museo di Storia Naturale di Milano viene annoverato tra quelli più importanti della sua categoria in Europa. Fu Napoleone, nel 1808, a volere per Milano, che aveva reso capitale del “suo” Regno d’Italia, un prestigioso Museo di Storia Naturale.
Dal primo progetto alla prima sede
Alle archistar del momento fu chiesto così di progettare un valido complesso da allestire in uno spazio libero che correva lungo il fosso del Lazzaretto fino alla Martesana. Vinse l’idea del Cagnola, ma come per tanti altri progetti napoleonici, anche questo rimase sulla carta quando l’imperatore vide la fortuna voltargli le spalle.
Le collezioni già acquisite furono imballate dagli austriaci e collocate in un magazzino a Santa Teresa.
Un paio di decenni dopo, arrivò finalmente la spinta per la nascita di un vero polo per lo studio e la raccolta delle scienze naturali, mel 1837 dopo la morte di Giuseppe De Cristoforis, valente collezionista e appassionato di “naturalia” (era nato a Milano nel 1803).
Dopo alcune trattative tra il Comune e un gruppo di appassionati naturalisti, fu stabilito di creare con la collezione De Cristoforis, unita a quelle di un altro studioso di origine austriaca, Giorgio Jan (1791-1866), il “Civico Museo di Storia Naturale”, che venne inaugurato il 7 maggio 1838 (il primo in Italia), con direttore lo stesso Jan, nella casa del De Cristoforis in contrada del Durino n. 428 (oggi, via Durini 27).
Da via Circo alla sede attuale
Nel 1844 entrambe le collezioni vennero trasferite in una sede più ampia e adeguata: l’ex convento di Santa Marta nella contrada di S. Maddalena al Cerchio, in via Circo (dove erano state custodite le sculture del mai terminato monumento a Gaston de Foix del Bambaia).
In seguito, nell’ambito dei lavori di sistemazione dei Giardini pubblici da parte del Balzaretto fu ristrutturato anche Palazzo Dugnani in modo da poter ospitare il polo museale.
Alla morte di Giorgio Jan avvenuta nel 1866, la direzione del museo toccò al suo più valido collaboratore, Emilio Coralia, che fece ulteriormente crescere la fama dell’istituto grazie ai suoi studi e all’aumento delle collezioni, fama che toccò l’apice sedici anni dopo, nel 1882 quando gli succedette alla direzione l’abate Antonio Stoppani (1824-1891).
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Questi, dopo aver insegnato inizialmente all’Istituto Tecnico Superiore di Milano (in piazza Cavour, che sarà poi il Politecnico), venne nominato direttore del Museo grazie alla celebrità raggiunta con il libro “Il Bel Paese”.
L’aumento dell’interesse per le scienze naturali, e soprattutto i nuovi e cospicui lasciti da parte di privati (denaro ed anche intere collezioni), spinsero la municipalità a deliberare la costruzione di un nuovo edificio con depositi, biblioteca, laboratori e sale di esposizione. Venne incaricato del progetto l’ing. Giovanni Ceruti: ne uscì la costruzione attuale, un misto di stili romanico, gotico e bizantino. Il nuovo museo, solo parzialmente edificato, venne inaugurato nel 1892 mentre si dovette attendere il 1907 per vedere l’opera terminata.
MAURO COLOMBO