Due gruppi di ragazze e ragazzi, apparentemente inconciliabili tra loro, sono stati scelti per un’incredibile avventura da fare tutti insieme. Ognuno dovrà contribuire alla buona riuscita, sia con le proprie capacità che con le fragilità personali.
Sul MONTE BIANCO e a BORDO DI UN VELIERO: la TERAPIA DELL’AVVENTURA di una scuola di Milano
# Terapia dell’AVVENTURA
Tutti gli studenti italiani sono in attesa di scoprire come sarà il rientro a lezione a settembre. Visto che a Milano se sta maj cui mani in man, la scuola professionale Galdus ha organizzato un’esperienza da brividi, o da sogno, per alcuni dei suoi allievi.
Sperimenteranno quella che si chiama terapia dell’avventura, un sistema per imparare a superare i propri limiti, lavorare in gruppo e non abbandonarsi alla paura.
Per questa speciale materia extra scolastica sono stati scelti due gruppi di ragazze e ragazzi, con un processo molto complesso, mirato a tenere insieme i due stati d’animo che si sono rivelati durante l’ultimo anno scolastico. Spiega Davide Ferrazzi, che della Galdus è un formatore esperto di Bisogni Educativi Speciali: [la scelta è] «un meccanismo premiante per chi ha fatto di tutto per reagire e resistere alle difficoltà, e un meccanismo tutelante per chi è andato maggiormente in sofferenza» aggiungendo che i luoghi scelti per l’esperienza extra scolastica «si trasformeranno in un’incredibile palestra di apprendimenti, e in un luogo privilegiato per il confronto mediato tra pari, rendendo i bisogni e le risorse di ciascuno davvero speciali»
# Il BRIVIDO del ghiacciaio al MONTE BIANCO
Il primo gruppo di ragazzi milanesi, sotto la supervisione delle guide alpine della Scuola Alpina di Aosta, avrà la possibilità di affrontare un complesso percorso che si snoda tra trekking, orienteering e camping in quota.
La sfida proposta è la sicurezza in montagna, con attenzione per sé stessi e per il gruppo contemporaneamente, una lunga escursione a quota 1700 metri in Valle D’Aosta, fino ad arrivare al Colle San Carlo per il campo base, sulle sponde del gelido lago montano. Il tutto condito dalla strabiliante bellezza dei luoghi, davvero mozzafiato.
# Il SOGNO: il VENTO in faccia nel TIRRENO
L’altro gruppo di studenti è atteso all’imbarco a La Spezia. Sebbene gli studenti siano del corso dedicato alla ristorazione, non è una nave turistica ad attenderli. È il brigantino Nave Italia della Marina Militare, un veliero di 61 metri. Gli studenti milanesi dovranno affrontare 5 giorni di vento, mare, turni di guardia, spirito di squadra e sacrificio.
Si lavora, si gioca, si pranza, si vive, sempre insieme agli ordini del comandante e del nostromo. La routine a bordo prevede di lucidare gli ottoni, probabilmente pelare patate, ma anche ammainare ed issare vele e – soprattutto – la “salita a riva”, cioè la scalata dell’albero di trinchetto, su un cammino di corde, fino a 10 metri di altezza. Con buona pace di chi soffre di vertigini.
# La comunità dopo il distanziamento
«Un luogo privilegiato per il confronto mediato tra pari, che rende i bisogni e le risorse di ciascuno davvero speciali» spiega Davide Ferrazzi aggiungendo che «i vantaggi si rilevano su molti fronti. Alcuni manifestano immediatamente il valore trasformativo dell’esperienza, tanto da essere positivamente “irriconoscibili” al ritorno a casa e a scuola. Altri ne traggono spunti di riflessione (sia cognitivi che emotivi) sul proprio essere unico in mezzo agli altri».
Un’esperienza dal forte valore socio-educativo, di socialità, contando ognuno sulla forza in sé stessi, affidandosi agli altri con fiducia per re-imparare «capacità di relazionarsi, di comunicare, di esercitarsi nella relazione, nella collaborazione in presenza, sentendosi parte di un gruppo, ognuno con le proprie specifiche caratteristiche».
La terapia dell’avventura è una pratica molto in voga negli Stati Uniti, che ha ottenuto grandi successi nella riabilitazione fisica, cognitiva, emotiva e sociale. Viene proposta in Italia con successo a gruppi di persone di differenti età, magari affette da malattie particolari o da disagio psicosociale profondo.
Il metodo non punta a rimediare a deficit, pianifica la costruzione dei punti di forza di ciascun partecipante.
La rete milanese ha permesso di realizzare quest’esperienza per i giovani milanesi, ovvero la scuola professionale Galdus e un bando della Fondazione Cariplo che ha accolto la richiesta di finanziamento.
Per i giovani milanesi è l’esperienza giusta al momento giusto, dopo la disgregazione sociale subita dagli adolescenti, seguita dalla paura del virus, una bella iniezione di fiducia negli altri e in sé stessi, per imparare ad affrontare la paura e superare alcuni dei propri limiti.
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LAURA LIONTI
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