La Svizzera ha circa due milioni di abitanti meno della Lombardia ed è suddivisa in 26 tra cantoni e semicantoni. In nome del federalismo, ogni cantone è libero di organizzare come vuole il sistema fiscale e le aliquote delle imposte. La sovranità fiscale in Svizzera è divisa su tre livelli: Confederazione, Cantoni e Comuni e ognuno preleva delle imposte a cittadini e società. Il gettito fiscale totale che si ricava viene così suddiviso: 45,8% per la Confederazione, 32,6% per i cantoni e 21,6% per i comuni. Significa che oltre la metà del gettito dipende dal livello locale: dalle decisioni di cantoni e dei comuni. Questo ha generato nel tempo la cosiddetta concorrenza fiscale intercantonale, rilanciata dalla nuova riforma fiscale entrata in vigore nel 2020. Vediamo cosa prevede la riforma.
SVIZZERA: dalla riforma del 2020 un modello ancora più spinto di FEDERALISMO FISCALE
Pubblichiamo estratti articolo di Riccardo Franciolli per “Tv Svizzera.it” – Come nasce e dove porta la concorrenza fiscale tra cantoni
# Riforma fiscale del 2020: aumento della pressione fiscale per le multinazionali, forte riduzione per le aziende locali
La Riforma fiscale delle imprese, dopo il voto del 2019, è entrata in vigore il primo gennaio 2020. Questa riforma è pensata per abrogare i privilegi fiscali di cui godono le società con statuto speciale, multinazionali con con sede in Svizzera, dichiarati dalla UE come aiuti di Stato incompatibili con l’accordo di libero scambio tra la Svizzera e l’Ue: il rischio era che la confederazione elvetica venisse inserita nella blacklist dei paradisi fiscali. Di conseguenza l’utile è tassato in egual modo per tutte le società, anche le multinazionali registrano un deciso aumento della pressione fiscale.
# Più libertà fiscale per i Cantoni: tra i più vantaggiosi al mondo per le imprese
I Cantoni hanno ottenuto dalla Confederazione un margine di manovra ancora più ampio in materia di politica finanziaria e hanno annunciato o già messo in pratica una riduzione della tassazione sull’utile delle aziende, in alcuni casi dimezzata. Secondo l’Istituto Bak Economics quando le riforme di tutti i cantoni saranno operative nel 2025, il canton Nidvaldo, con l’aliquota al 9.8%, scavalcherà Hong Kong diventando il luogo più vantaggioso al mondo per l’imposizione delle aziende. Gli altri cantoni seguiranno a ruota, tutti con aliquote tra il 10 e l’11%: Uri, Sciaffusa, Obvaldo, Appenzello esterno, Lucerna Tugovia e Glarona. E i restanti cantoni non staranno solo a guardare.
# Sovranità fiscale cantonale e concorrenza intercantonale: i casi di Zugo, Svitto e Nidvaldo
Questa libertà fiscale data ai Cantoni, porta a quella che chiamiamo concorrenza fiscale intercantonale e cantoni come Zugo, Svitto e Nidvaldo hanno anche eliminato le tasse sulla proprietà e stabilito prezzi più interessanti per attrarre gli investitori. Il cantone di Zugo negli anni ha continuamente ridotto le aliquote dell’imposta sulle società favorendo l’arrivo di grandi multinazionali, che lo hanno scelto per notevoli vantaggi fiscali ma anche per la vicinanza a Zurigo e i servizi della città. Zugo è oggi uno dei cantoni più ricchi della Confederazione.
Anche altri cantoni come Lucerna, Basilea Città e Vaud hanno intrapreso la stessa e strada. In generale i cantoni, a scadenza annuale, provano a introdurre aliquote più basse per far concorrenza agli altri cantoni, se non interviene un voto referendario dei cittadini. Il professore di macroeconomia dell’Università di Friburgo Sergio Rossi l’ha chiamato “gioco al massacro” che nel 2025 a attuazione completo dalla Riforma Fiscale diventerà ancora più marcato.
# I vantaggi e gli svantaggi della Riforma Fiscale
La conseguenza di questo continua rivisitazione verso il basso dell’imposizione fiscale ha comportato meno entrate per le casse cantonali e meno servizi a per i cittadini. Il professor Sergio Rossi spiega: “Infatti, con la concorrenza fiscale intercantonale diminuiscono ovviamente le entrate e non sempre vengono compensate dall’arrivo di nuovi contribuenti. Questo perché nessuna società seria cambia sede ogni anno per accasarsi nel cantone che in quel momento ha le imposte più vantaggiose“. C’è però un aspetto positivo “Un vantaggio però questa concorrenza fiscale l’ha portato. Gli amministratori cantonali e comunali hanno imparato a gestire al meglio le finanze pubbliche: con meno risorse fiscali hanno dovuto ottimizzare la spesa pubblica e renderla più efficace“.
Inoltre politica fiscale permette ai cantoni e la Confederazione di mantenere sul proprio territorio le sedi delle multinazionali. Quindi maggior gettito fiscale per Confederazione e cantoni, molti posti di lavoro qualificati, ricerca e sviluppo all’avanguardia promossi in Svizzera e di costante presenza della Confederazione al top tra le nazioni più competitive al mondo.
# L’esempio del canton Vaud: sede di una lunga lista di multinazionali
Il canton Vaud aveva già quasi dimezzato nel 2019 l’aliquota fiscale dal 21.65% al 13.79%, suffragata dall’87% dal voto della popolazione nel 2016. Lo scopo era mantenere le multinazionali a tassazione speciale sul territorio, che la riforma fiscale avrebbe fatto scappare. Le minori entrate fiscali, grazie anche al versamento della quota dell’imposta federale della Confederazione in favore dei Cantoni, porteranno a un costo complessivo iniziale è di circa 285 milioni di franchi. Secondo gli amministratori del cantone dovrebbe essere a poco a poco bilanciato dall’arrivo di nuove grandi società grazie alla bassa imposizione fiscale.
Il rischio scampato è comunque la fuga delle multinazionali che nel cantone di Vaud sono numerose. Queste solo le più importanti: Accor, Adecco, Caterpillar, Chiquita, Colgate, Eastman Kodak, Gillette, Hewlett Packard, Liebherr, Nissan, Oracle, Philip Morris, Polo Ralph Lauren, Procter & Gamble, Richemont, Tetrapak, ups e Vale.
# Confronto internazionale: la Svizzera è tra le prime 10 nazioni al mondo con le più basse imposte societarie
ll livello medio di tassazione delle società si attesta a un’aliquota del 17% contro il 12.5% e il 24% dell’Italia. Anche se le aliquote variano in base al Cantone la Svizzera si posiziona come una delle economie più competitive a livello mondiale e sempre secondo l’Istituto BAK Economics l’aliquota d’imposta media nazionale sulle società scenderà al 13,5% entro il 2025. Già oggi è tra le prime 10 nazioni con le più basse imposte sulle società.
I vantaggi per le società, che scelgono la Svizzera come propria sede, non si fermano però solo alla fiscalità agevolata come ricorda il professor Sergio Rossi: “oltre ad essere attrattiva per l’imposizione fiscale relativamente bassa offre altri grandi vantaggi per le società, ovvero una formazione accademica molto elevata, un alto livello della qualità della vita, ottimi servizi pubblici, un’attenzione per l’ambiente“.
Fonte: Tv Svizzera
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