Ottimi risultati in casa A2A, la multiutiliy di luce, gas e acqua divisa tra Milano e Brescia quotata al FTSEMib, ha chiuso l’esercizio con ricavi per 7,32 miliardi di euro, in aumento del 12,8% rispetto all’anno precedente. In 6 anni la capitalizzazione è passata da 1,9 miliardi a 3,7 miliardi raddoppiando il valore di borsa e i dividendi da 102 a 241 milioni, di cui 60 milioni che sono finiti nella casse comunali di Milano. A2A tra i diversi servizi gestisce anche AMSA, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che rappresenta un’eccellenza per Milano. Con servizi e risultati eccellenti si dice che squadra che vince non si cambia. In questo caso Sala si è mostrato di diverso avviso.
Terremoto nei vertici A2A: Sala cambia tutto nonostante risultati eccezionali
Salgono a bordo due manager in quota Renzi
La scelta di Sala insieme al Sindaco di Brescia Bono per il cambio dei vertici di A2A è ricaduta su Renato Mazzoncini per il ruolo di Amministratore Delegato, già ex Presidente delle Ferrovie dello Stato ai tempi di Renzi, al posto di Valerio Camerano. Il nuovo AD era riuscito a ottenere nel 2016 la trasformazione degli scali ferroviari a favore di FS ottenendo un’importante percentuale volumetrica per lo sviluppo immobiliare su terreni ad oggi inutilizzati, che in barba a quanto previsto vedrà molto meno verde ad uso dei cittadini. Per quanto riguarda la presidenza la cui nomina dipende direttamente dalle decisioni del Sindaco di Milano per i prossimi 3 anni, è stato scelto un altro manager in quota renziana ovvero l’ex numero uno di Telecom Marco Patuano al posto di Giovanni Valotti. Le nomine avranno effetto dopo la metà di Aprile.
# Le tre zone d’ombra di una scelta poco chiara
Cosa può avere spinto il sindaco a far decadere una dirigenza che realizzato delle performance sorprendenti, sia per il settore di riferimento sia come azienda quotata sul listino italiano? In particolare le zone d’ombra sono almeno tre:
- non si capisce il fatto di cambiare un Amministratore Delegato con 20 anni di esperienza in aziende di distribuzione di energia e gas, con chi arriva dal settore ferroviario, Renato Mazzoncini, di cui non risultano performance di questo livello nella sua carriera e anzi ha mancato alcune importanti fusioni aziendali
- lo stesso discorso sulla scarsa coerenza vale per il nuovo presidente Marco Patuano, proveniente dal settore delle telecomunicazioni
- inoltre i risultati della multiutiliy A2A producono beneficio diretto al bilancio comunale milanese con ben 60 milioni quest’anno che, specie con il disastro economico causato dal “lockdown” per il coronavirus, sono una bella boccata d’ossigeno. Ha senso proprio in un momento così delicato tagliare la testa a una delle più solide fonti di liquidità per il bilancio comunale?
# Una scelta politica che rischia di avere conseguenze economiche
Il cambio al vertici, secondo indiscrezioni, non riguarderebbe solo le figure apicali, ma anche altre personalità di spicco nel Consiglio di Amministrazione.
Cosa può aver spinto il sindaco paladino della “competenza” a sostituire chi ha esperienza nel settore e raggiunto risultati di prestigio con chi proviene da settori così lontani?
Una scelta così apparentemente inspiegabile che riguarda uno dei gioielli della comunità milanese richiede una chiara risposta, anche per scongiurare la diffusione di indiscrezioni che motiverebbero la scelta del sindaco a logiche esclusivamente politiche come, tra gli altri, ha denunciato il giornalista Maurizio Porro nella sua rubrica il 12 aprile.
Anche perchè le conseguenze di queste scelte possono essere pesanti per i milanesi: sia nel bilancio comunale, per l’eventuale perdita di dividendi, fornendo A2A insieme a Sea e ATM il maggior contributo alle casse di Palazzo Marino, sia per un deterioramento di alcuni dei servizi di maggiore qualità finora garantiti ai cittadini.
FABIO MARCOMIN
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