“Un federalismo delle città per rilanciare l’Italia”

«Il numero delle parti non importa, purché abbiano tutte egual padronanza e libertà:», Il pensiero di Cattaneo rilanciato da Federico Cartelli per la Nuova Costituente

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Credits: nuioveverrine.it

“Un federalismo delle città per rilanciare l’Italia”

 
Il pensiero federalista non progetta davanti a sé un’utopia […] che si tratterebbe semplicemente di raggiungere, o dei piani statici che bisognerebbe realizzare in quattro o cinque anni aggredendo in modo spietato le realtà vive che ostacolano il piano. Essa cerca al contrario il segreto di un equilibrio delicato e costantemente in costruzione tra i gruppi: i quali vanno composti nel loro pieno rispetto, e non affatto sottomessi gli uni agli altri, o distrutti uno dopo l’altro
 
In questa lucida visione, v’è una parola che spicca sulle altre: equilibrio. Il federalismo, infatti, non è un’asettica e immutabile formula matematica, bensì una costante ridefinizione degli equilibri: è un concetto forte e dinamico. La contraddittorietà e la genericità delle motivazioni che sono state addotte negli ultimi trent’anni non ha mai consentito di fissare dei punti cardine dai quali partire per delineare quale tipo di percorso federalista dovrebbe intraprendere l’Italia e quali vantaggi dovrebbe portare.
 

# In 10 anni la competitività della Lombardia è crollata: ora è la 128esima regione più competitiva d’Europa

 
Un fattore spesso completamente ignorato in sede di analisi è chiedersi se l’attuale assetto territoriale, amministrativo e giuridico dell’Italia sia attualmente il migliore possibile e se, in una prospettiva futura, le unità che compongono tale assetto possano essere lo scheletro di una repubblica federale. La risposta è, in entrambi i casi, negativa. L’attuale suddivisione territoriale, che assegna un ruolo primario alle regioni e che, nonostante i tentativi di riforma, continua a ricalcare il modello napoleonico e centralista adottato al momento dell’unità d’Italia, non ha la legittimità storica e politica delle unità federali classiche e non riflette nemmeno la grande varietà di socio-culturale del territorio. Inoltre, è da registrare un aspetto fondamentale in chiave funzionale: il regionalismo italiano mostra una palese perdita di competitività. Nell’Eu Regional Competitveness Index, elaborato nel 2013 dalla Commissione Europea, l’Italia figura in 18 esima posizione, dietro Cipro e Portogallo. La Lombardia, che fino al 2010 si trovava tra le cento regioni europee più competitive, è finita al 128 esimo posto su 262.

# Un federalismo per l’Italia deve ripartire dal livello più basso: dalle città

Pertanto, qualsiasi discorso su di un federalismo per l’Italia non può prescindere da una radicale riorganizzazione territoriale. All’Italia serve un federalismo che nasca dal basso: dalle tradizioni, identità e peculiarità dei territori. Un federalismo dei municipi in grado di governare la globalizzazione. Carlo Cattaneo, nel saggio La città come principio ideale delle istorie italiane, pubblicato nel 1858 sulla rivista Il Crepuscolo, ricostruisce mirabilmente l’evoluzione storica delle città italiane, delineando un federalismo che germoglia dalle identità municipali. La città non è solo un luogo fisico, ma un crocevia di relazioni umane, di sviluppo e commerci, di aggregazione sociale, di mutua integrazione, di radicamento popolare. I municipi nascono, fioriscono, vengono soggiogati dai barbari, ma resistono e preservano il loro retaggio linguistico, culturale e religioso: sono la culla della società cristiana e conoscono lo splendore dell’età comunale. 

Cattaneo, nella sua ampia produzione letteraria, torna successivamente a ragionare su di un ordinamento federale per l’Italia nelle Considerazioni sul primo volume dell’Archivio triennale del 1850: «Il numero delle parti non importa, purché abbiano tutte egual padronanza e libertà: e l’una non abbia titolo a far servire a sé alcun altra, tirandola a sé, e distraendola dal nodo generale. Tra la padronanza municipale e la unità nazionale non si deve frapporre alcuna sudditanza o colleganza intermedia, alcun partaggio».

Da: Ripartire da Cattaneo e dal “federalismo dei municipi”

FEDERICO CARTELLI 

 

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