Un Porto di Mare a Milano? La storia curiosa e i progetti di rinascita

Una delle aree della città su cui sono stati pensati più progetti ambiziosi. Sempre finiti nel nulla

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Comune di Milano.it - Area Porto di Mare

Tutto ruota attorno a una domanda: ma che c’entra un porto di mare con Milano? I milanesi conoscono il nome soprattutto per l’omonima fermata della linea M3 che serve la zona, ma la storia ha radici molto più lontane nel tempo. Dal nuovo porto di Milano alla cittadella della giustizia fino all’ultimo progetto. 

Un Porto di Mare a Milano? La storia curiosa e i progetti di rinascita

# Il “porto” per collegare Milano con l’Adriatico

Credits: Urbanfile – Rendering del porto nel progetto originale

Quella di Porto di Mare è una zona in attesa di trovare una propria identità da secoli, da quando il nuovo porto di Milano sarebbe dovuto sorgere proprio su questi terreni e da questo motivo infatti deriva il suo nome. Dobbiamo tornare indietro alla fine del XIX secolo, per l’esattezza nel 1884 quando il piano regolatore Beruto è in atto e prevede la scomparsa dei canali dal centro città. Nello stesso periodo iniziò a svilupparsi l’idea, da parte del Genio Civile, di creare un nuovo porto che mettesse in comunicazione Milano al mare via Po per sopperire al sovraccarico della Darsena, ormai non più in grado di garantire da sola l’enorme quantità di materiale trasportati con i barconi tramite il Naviglio Pavese e il Grande rispettivamente in arrivo dal Po e dal Lago Maggiore. Il progetto fu presentato nel 1907.

# Il primo progetto del Canale navigabile Milano-Cremona-Po

Canale navigabile

Per rendere possibile la funzione di porto tra il 1902 ed il 1917 erano stati elaborati alcuni progetti per un collegamento tra l’area milanese ed il Po, in particolare il primo progetto del Canale navigabile Milano-Cremona-Po. Fu istituita l’Azienda portuale di Milano e attorno al 1920 vennero acquisite le aree necessarie a cui seguì l’avvio ai lavori per il porto di Milano. Nel 1923 Mussolini fece chiudere le agenzie portuali di Cremona e di Milano portando alla sospensione di queste opere, anche se nel 1930 furono avviate alcune opere sul fiume in attuazione di un progetto.

La legge 1044 del 24 agosto 1941 aveva istituito il Consorzio del Canale Milano Cremona Po, ma nel corso dei decenni sono stati realizzati solo 14 chilometri, da Cremona a Pizzighettone, dei 65 previsti. Grazie al Consorzio Canale Milano-Cremona che ne rivisitò il progetto, nel 1972 ripresero i lavori ma solo per alcuni chilometri tra Cremona e l’Adda.

# La fine del sogno?

Laghetto a Porto di Mare a causa dell’innalzamento della falda

Nel progetto iniziale, il porto di arrivo a Milano doveva essere situato nell’area che oggi è il Parco Alessandrini, dove era stato effettuato un ampio scavo per creare il bacino necessario all’attracco delle navi, tra le zone di Corvetto e Rogoredo. Con l’interruzione dei lavori, la grande buca fu trasformata in cava, poi utilizzata come area di pesca e successivamente piantumata una volta dismessa. In seguito, si decise di chiamare la fermata della nuova linea metropolitana M3 “Porto di Mare” in onore del progetto mai realizzato.

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L’area fu successivamente utilizzata come discarica dall’amministrazione comunale, la tangenziale est venne costruita e nel 2000 il ministero del Tesoro decise di sciogliere anche il Consorzio Canale Milano-Cremona chiuse, segnando così la fine del sogno. Uscendo da Milano, nel comune di San Donato Milanese, è ancora visibile il bacino che era stato costruito.

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# La Cittadella della Giustizia che doveva essere inaugurata nell’anno di Expo2015

Credits Comune di Milano – Assetto sistema giudiziario preesistente

Tra i progetti di trasformazione di Porto di Mare c’era anche la “Cittadella della Giustizia”, concepita per trasferire tutti gli uffici giudiziari, il carcere circondariale di San Vittore e numerosi alloggi per i lavoratori che avrebbero vissuto nel nuovo quartiere.

Credits Comune di Milano – Cittadella della Giustizia suddivisione edifici

Il nuovo polo giudiziario avrebbe dovuto coprire una superficie di 1.200.000 mq. Si prevedeva una suddivisione in questo modo: 

  • 175.000 mq adibiti agli Uffici Giudiziari con una superficie di pavimento di 400.000 mq;
  • altri 220.000 mq per il complesso carcerario;
  • 60.000 mq di aree destinate a funzioni urbane;
  • 655.000 mq da destinare a verde, zone pedonali e servizi.

I lavori erano previsti per iniziare entro il 2010 e concludersi entro la fine dell’anno dell’Expo 2015, con un investimento totale di 1 miliardo di euro.

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# Le nuove destinazioni pensate nel 2013 e nel 2015

Nel 2013 si fece strada un’altra ipotesi di rinascita della zona. Nel piano regolatore fu previsto che entro Expo 2015 venissero realizzati: housing sociali, un villaggio dello sport, comprensivo d’impianti di atletica, golf e tennis, e il 50% della superficie a parco. Nel 2016 fu proposto invece un progetto di riqualificazione urbana che comprendesse la bonifica dell’area, senza toccare gli edifici storici come la Cascina San Nazzaro e Cascina Casottel, la realizzazione di spazi per attività artigianali e produttive e per strutture sportive oltre a studentati e alloggi per le famiglie degli ospedalizzati. L’investimento previsto era di tre milioni di euro. Nessuna di queste proposte si concretizzò.

# Le prime bonifiche e i bandi per il recupero dell’area da parte del Comune di Milano

Comune di Milano.it – Area Porto di Mare

Nel frattempo il Comune di Milano realizzato le attività propedeutiche alla riqualificazione complessiva dell’area, con operazioni di rimozione dell’amianto presente su numerose coperture dei fabbricati esistenti, insieme a una prima indagine ambientale preliminare conoscitiva dello stato di salubrità dei suoli. Sono stati poi attivati alcuni bandi, per la concessione d’uso di immobili pubblici per l’insediamento di funzioni prevalentemente di interesse pubblico e/o generale, e ha previsto nel Pgt la suddivisione dell’Ambito Porto di Mare nei seguenti sotto ambiti:

  • la porzione a nord, lungo via Fabio Massimo, quale “ambito per Grandi Funzioni Urbane”;
  • l’area agricola situata nella parte nord-ovest di Porto di Mare, tra via San Dionigi e via Fabio Massimo, come “area destinata all’attività agricola di interesse strategico” e proposta per l’annessione al Parco Agricolo Sud Milano;
  • le aree edificate lungo via San Dionigi come “ambiti di rigenerazione ambientale”, circondate dalla previsione di ulteriori aree di “verde urbano di nuova previsione” in continuità con il sistema degli spazi aperti del Parco Agricolo Sud Milano.

# Nel 2022 il progetto dell’Urban Park, la cittadella dello sport e della musica, ancora fermo al palo

Rendering Urban Park

Arriviamo quindi al 2022. Una porzione di area oggetto di intervento è quella dove si trovava l’ex discoteca “Karma – Borgo del Tempo Perso”. Ad aggiudicarsi il bando per la concessione in diritto di superficie per trent’anni dei 6.100 mq è stata la società Social Music City con un progetto da 11 milioni di euro che prevede l’insediamento di: una piscina con anfiteatro urbano e relative strutture di servizio, un’area eventi scoperta, un’area eventi coperta in tensostruttura, un’accademia, camerini, uffici, campi di Padel e relativa struttura di servizio, un’area espositiva/mercato in concessione a “Coldiretti”, un’area parcheggio e un’area verde.

L’inaugurazione era prevista nell’estate 2023, ma finora ci sono stati solo la demolizione del complesso, avvenuta nel 2022, e disboscamenti. Il via libera ai lavori non è ancora arrivato soprattutto a causa di lentezze burocratiche, si attende ancora infatti l’esito della Conferenza dei Servizi relativo al progetto di bonifica dei terreni presentato a dicembre 2023 da Social Music City, propedeutico alla fase successiva di realizzazione dell’Urban Park. 

Questo nuovo polo culturale-sportivo, se realizzato, potrebbe essere il primo tassello per dar via  finalmente al processo di rinascita di tutta l’area di Porto di Mare.

Leggi anche: CHE FINE ha FATTO il nuovo URBAN PARK, la cittadella di sport e musica?

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.