Una tradizione curiosa: i LABIRINTI del Veneto

In Veneto ci sono alcuni tra i labirinti più straordinari d'Italia

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Turismo.it

Attraverso isole, vicoli e stradine, scopriamo insieme i cinque più ammalianti labirinti del Veneto, un viaggio del quale si conosce la meta, ma non la strada per raggiungerla.

Una tradizione curiosa: i LABIRINTI del Veneto

Conosciamo tutti i labirinti. Che si tratti di viaggi dal sapore antico tra le rocce greche o solo il passatempo della domenica scarabocchiando la Settimana Enigmistica, chiunque si è imbattuto in un labirinto almeno una volta nella vita. Da quasi cinquemila anni. 

Anticamente, il labirinto era un semplice disegno unicursale, cioè costituito da un unico percorso che conduceva al centro. Successivamente diventa sinonimo di dedalo, chiaramente influenzato dal nome del mitico costruttore del Labirinto di Creta.

E per quanto quello di Cnosso sembri essere il labirinto più famoso della storia, basta muoversi per lo Stivale per rendersi conto che l’Italia è costellata da intricati e suggestivi dedali tanto da—letteralmente—perdervisi dentro. Oggi vi presenterò cinque tra i più incantevoli labirinti presenti in Veneto. 

@castellodisanpelagio

# 1 – Villa Zaborra, Due Carrare (PD): i tre labirinti a tema

Conosciuta anche come il Castello di San Pelagio, Villa Zaborra ospita non soltanto il Museo del Volo, con meravigliose scorci della storia d’amore tra l’uomo e l’aria, ma anche ben tre labirinti, ognuno con un proprio tema: il Labirinto del Minotauro, che unisce la mitologia agli affascinanti labirinti delle Ville Venete, il Labirinto Africano, arricchito con animali, specchi d’acqua e maschere rituali, e il Labirinto del “Forse che sì forse che no”, con al centro un gioco di specchi che crea un senso di straniamento, e che prende il nome dall’omonimo romanzo di D’Annunzio, il quale partì proprio da questa meravigliosa villa per il volo su Vienna.

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# 2 – Villa Pisani, Stra (VE): il labirinto del corteggiamento

Detta anche la Nazionale, Villa Pisani è uno dei più celebri esempi di Villa Veneta di tutta la Riviera del Brenta. Mentre le mura ospitano la sede di un museo nazionale che conserva opere d’arte e arredi del Settecento e dell’Ottocento, i suoi incantevoli e rigogliosi giardini ospitano un piccolo e curato labirinto in siepi di bosso, realizzato nel Diciottesimo secolo come luogo di divertimento e corteggiamento: all’interno della torretta centrale, infatti, una dama mascherata attendeva il cavaliere che, alle prese con il complesso percorso, fosse riuscito a raggiungerla.

@villapisanistra

# 3 – Villa Barbarigo, Valsanzibio (PD): il labirinto dei vizi capitali

Una delle più antiche Ville Venete seicentesche, Villa Barbarigo è immersa in uno splendido giardino ricco di alberi da ogni parte del mondo, da statue, fontane, e da un grande labirinto quadrato in siepi di bosso. Questo dedalo, voluto fortemente dal Cardinale San Gregorio Barbarigo, ospita piante risalenti a oltre quattrocento anni fa, è caratterizzato da un forte significato simbolico: i suoi vicoli ciechi, che costringono i visitatori a tornare sui loro passi, rappresentano i vizi capitali che portano a rivedere la propria condotta in cerca della salvezza, in questo caso il centro e punto più alto del labirinto.
L’intero giardino venne realizzato dalla famiglia Barbarigo come voto a Dio in occasione della peste del 1631, che fu nefasta per il territorio veneziano. Il labirinto, in particolare, intendeva trasmettere un messaggio positivo, una metafora di come la vita sia complicata, eppure di come vi sia sempre una via d’uscita. 

ValsanzibioGiardino.com

# 4 – Fondazione Giorgio Cini, isola di San Giorgio Maggiore (VE): il labirinto Borges

Anticamente chiamata Isola dei cipressi per l’abbondanza di questi alberi, questa piccola isoletta della laguna veneziana deve il suo nome alla dedicazione di una chiesetta sorta già nel 790, mentre il termine Maggiore serviva a distinguerla da un’altra isola, San Giorgio in Alga. Poco prima dell’anno Mille l’isola venne bonificata per potervi costruire il Monastero di San Giorgio Maggiore, a fianco della chiesetta che venne poi trasformata nella Basilica la cui facciata progettata dal Palladio, è splendidamente visibile da Piazza San Marco.
Alle spalle dei due chiostri del monastero, sorge il Labirinto Borges, il più giovane tra quelli qui raccontati: viene infatti realizzato nel 2011 in onore dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, ed è ispirato al suo racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano”. Con oltre 3000 piante di bosso, vicoli e dedali, il Labirinto Borges è una meraviglia che dà il meglio di sé se vista dall’alto: infatti, da questa prospettiva, è possibile individuare numerosi simboli e parole, tra cui proprio il nome “Borges”. 

@fondazionegcini

# 5 – Parco di Sigurtà – Valeggio sul Mincio (VR): il labirinto della torre

A pochissimi passi da Verona si trova uno dei più bei giardini d’Italia. Aperto nel 1976, al suo interno si possono trovare centinaia di piante, fiori specchi d’acqua, un castelletto, e anche un grande labirinto, formato da oltre 1500 siepi di tasso alte più di due metri. Inaugurato nel 2011, questo labirinto è stato realizzato da Giuseppe Inga Sigurtà e dal designer di labirinti Adrian Fisher, e ha una superficie rettangolare che si estende per circa 2500 metri quadrati. Al centro del dedalo, meta finale di chiunque provi a perdersi nei suoi meandri, si trova una torre ispirata a quella del parco di Bois de Boulogne a Parigi, e presenta due scale contrapposte e una cupola dalla quale si può ammirare la magnifica geometria del percorso e l’intero panorama del giardino di Sigurtà. 

Sigurta.it

Fonte:Sgaialand, Parco Giardino Sigurtà, Fondazione G. Cini, Castello di San Pelagio 

 

 

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Giada Grasso

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Giada Grasso
Classe 1987, nasco a Catania, vivo a Venezia, e parlo toscano. Per riscattare una parlantina alquanto solida, mi laureo in Comunicazione e mi specializzo in Scienze del Linguaggio. Mi piace viaggiare, anche e soprattutto con la mente, e spaziare tra i più disparati interessi: canto, continuo a studiare lingue che mi stimolino, programmo, leggo libri di neuroscienze e sociologia, medito nel tempo libero, fotografo quando trovo la luce colpire gli oggetti nel modo giusto, pettino una gatta che non vuole saperne di essere acconciata.