Il problema principale da risolvere dei governanti è come deresponsabilizzarsi.
Tutti gli interventi dei politici in Italia sono fatti per evitare ricadute di responsabilità. Esempio lampante è la gestione del Coronavirus. Dopo un anno siamo ancora al punto che l’unica scelta politica è tra chiudere un po’ di più o chiudere molto di più.
La logica è che tanto più chiudi tanto minore è il pericolo di dover rispondere dei risultati. Se senza aver chiuso avessimo avuto lo stesso numero di morti, che è il record in Europa, oggi avremmo i governanti sommersi sotto una caterva di denunce e sarebbero considerati politicamente responsabili per non aver chiuso.
I politici non vengono giudicati in base al risultato prodotto, che è il record di morti, ma in base all’aver adottato il criterio di massima precauzione per togliere da se stessi qualunque responsabilità sui risultati prodotti.
Il paradosso è che più il governante decide in modo da evitare qualunque responsabilità sulle proprie scelte, più i cittadini assegnano al governante la responsabilità di prendere decisioni sulle loro vite.
Il vero problema è la sudditanza dei cittadini: come eterni bamboccioni preferiamo che ci sia qualcuno che decida per noi su ogni aspetto della nostra vita. Anche se a questo qualcuno la cosa che gli importa di più è di eliminare qualunque responsabilità su ciò che ci dovesse provocare.
L’unica via di uscita è esattamente come in famiglia. Così come per diventare adulti bisogna togliere ai genitori la responsabilità di decidere cosa è meglio per noi, così noi cittadini dobbiamo avere la maturità di pretendere da chi ci governa di restare fuori dalle scelte fondamentali della nostra vita.
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