Vacanze in LOMBARDIA: 10 METE “ALTERNATIVE” per vivere l’estate senza cercare un altro mondo

Oltre al Garda, al lago di Como o alle località più chic della Valtellina ha anche altro da offrire

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Credits fachiro12 IG - Laghi di Cancano - Valle Fraele

Prezzi alle stelle per i carburanti e i voli aerei, l’inflazione che erode i risparmi. La soluzione? Trascorrere le vacanze estive in una delle regioni più belle del mondo. Dove oltre al Garda, al lago di Como o alle località più chic della Valtellina ha anche altro da offrire. 

Vacanze in LOMBARDIA: 10 METE “ALTERNATIVE” per vivere l’estate senza cercare un altro mondo

#1 Abbadia Cerreto: natura e affreschi rinascimentali

ele_morgia IG – Abbazia di Abbadia Cerreto

A poca distanza da Lodi, nel verde delle campagne del Parco Regionale dell’Adda Sud, sorge questo pittoresco borgo rurale costruito intorno a quella che era l’antica abbazia di San Pietro, meta ideale per una gita in bicicletta tra arte e natura.

Furono i monaci cistercensi, attorno al XII sec, a bonificare le zone acquitrinose attorno all’abbazia, dando inizio alla coltivazione e l’irrigazione grazie all’utilizzo dei numerosi canali e fontanili presenti. Anche se oggi i monaci non abitano più quest’edificio, l’abbazia resta un piccolo gioiello dell’arte romanico-gotica con al suo interno affreschi tardo-rinascimentali.

#2 Tre Corni: lo sfondo della Vergine delle Rocce

mokkia71 IG – Tre Corni

Lungo il percorso ciclopedonale che costeggia l’Adda, tra i comuni di Paderno e Trezzo, è possibile osservare il luogo che ispirò il genio di Leonardo da Vinci per lo sfondo dellaVergine delle rocce”.
Terra amata e ben conosciuta dall’artista toscano, dove l’Adda scorre più impetuoso del solito, modellando nei secoli con le sua acque quelle rocce che hanno così formato questi caratteristici canyon brianzoli.

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#3 Diga del Gleno: il Vajont lombardo

Credits lele_46 IG – Diga del Gleno

Per gli amanti del trekking e delle viste mozzafiato non si può non avventurarsi verso la monumentale diga del Gleno, in Val di Scalve.
Basta lasciare l’auto nella piccola Pianezza, frazione di Valminore, per incamminarsi tra sentieri immersi nel verde dei boschi e su su fino all’antica strada scavata nella roccia ed utilizzata dai costruttori di quel mastodontico muro di cemento che fu la diga del Gleno.

Una storia triste, quella di questa diga, che anticipa di ben quarant’anni il tragico e ben più noto disastro del Vajont. Il 1 dicembre del 1923 la diga si squarciò in due provocando la devastante fuoriuscita di ben sei milioni di metri cubi d’acqua verso valle, inghiottendo e devastando molto dei paesi sottostanti, causando 356 morti.
Oggi lo scheletro silenzioso di questa diga è la prima immagine che accoglie chiunque arrivi, un immagina che toglie il fiato per la bellezza naturalistica che la circonda, certamente, ma anche per l’impatto che ebbe sulla storia di questa valle.

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#4 Santa Maria della Neve: la “Cappella sistina dei poveri”

Credits barbaratravanini IG – Chiesa di Santa Maria della Neve

Lo scrittore Giovanni Testori la definì :”la cappella sistina dei poveri”, un capolavoro assoluto di Girolamo Romanino, quel pittore, che assieme a Savoldo e Moretto, ha reso noto in tutto il mondo il Rinascimento Bresciano.
Vista da fuori, la chiesa di Santa Maria della Neve di Pisogne, sul lago d’Iseo, appare agli occhi quasi anonima, un semplice edificio religioso come tanti in questo lembo di terra tra lago e montagna. È varcando il suo portale che ci si rende davvero conto del tesoro che si trova al suo interno, un intero ciclo pittorico realizzato dall’artista bresciano nel 1534 in cui sono raffigurate le scene della passione, morte e risurrezione di Cristo.

Ciò che più colpisce è senza dubbio la grande crocifissione affrescata sulla controfacciata, in cui i personaggi raffigurati sotto la croce non sono abitanti della Gerusalemme romana, ma cavalieri, soldati e contadini rinascimentali, rendendo ancor più terrena e tangibile questa scena evangelica. La fantasia artistica di Romanino, che scelse di lavorare in queste valli per un periodo della sua vita, dà il meglio di sé in ogni scena, lasciando uscire il visitatore stupito e appagato.

#5 Monte Isola: l’isola lacustre più grande d’Europa

Credit: @visitmonteisola

Restando lungo le acque del lago d’Iseo, non possiamo non visitare Monte Isola, l’isola lacustre più grande d’Europa. La sua mole boschiva emerge dalle acque come il guscio di una tartaruga, e per raggiungerla basta prendere un traghetto dai porti di Sulzano o Sale Marasino.

Caratteristico è il borgo dei pescatori di Carzano, mentre per i più sportivi il consiglio è di mettervi in cammino fino al Santuario della Ceriola, il punto più alto dell’isola da cui godere della miglior vista sul paesaggio alpino circostante.

#6 Valle di Gaina: il Sentiero delle Cascate

Credits tiziosportacus IG – Cascate di Monticelli Brusati

Sempre in territorio sebino, per gli amanti della natura e dell’avventura, nella Valle di Gaina a Monticelli Brusati si trova il “sentiero delle cascate”. Un itinerario che si snoda su due livelli di percorsi tra cascate, torrenti e scale metalliche.
Per gli amanti del buon vino non bisogna dimenticarsi di essere nel bel mezzo della Franciacorta.

#7 Abbazia di Piona: la chiesa dei tesori

Credits luca.ig.82 IG – Abbazia di Piona

Situato nella penisola dellOlgiasca, sulle sponde del lago di Como, il complesso abbaziale di Piona risale addirittura al VI sec, anche se laspetto attuale lo si deve ad opera dellordine benedettino nel XII sec.
Magnifico esempio darte romanica, labbazia è un vero scrigno di tesori e un toccasana per lo spirito. Allinterno della chiesa di Santa Maria si trovano due leoni in pietra oggi adibiti ad acquasantiere, inizialmente posti allesterno per sorreggerne il portale, mentre lungo labside affreschi colorati di epoca ottoniana raffiguranti Cristo, gli evangelisti e gli apostoli si alternano allo scuro delle pietre.

Attiguo alla chiesa è il chiostro, anchesso romanico, risalente al XIII secolo, con capitelli decorati ed affreschi raffiguranti i mesi dellanno e i loro cicli.
L’abbazia è inoltre nota per la produzione delle famose “gocce imperiali”, un liquore al sapore d’anice con gradazione alcolica al 90% ottimo come digestivo diluito con acqua.

#8 Oltrepò Pavese: castelli, eremi e cantine

credits: @roertamastretta – Oltrepo’ Pavese

Basta scendere a sud di Pavia ed oltrepassare il grande fiume per entrare in questa terra di borghi e castelli medioevali, natura e buon vino. Tra i numerosi borghi meritano di essere menzionati Zavattarello, celebre per il suo castello “infestato”,  Varzi, celebre per il suo salame, e Fortunago.

Per gli amanti della natura è possibile fare una passeggiata alle Grotte di San Ponzo, rifugio medioevale dell’omonimo santo, oppure all’eremo di Sant’Alberto di Budrio, un luogo senza tempo circondato da una pace quasi irreale.
Un consiglio è quello di non lasciare queste terre senza prima aver assaggiato almeno un bicchiere dell’ottimo vino locale.

 

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#9 Sabbioneta: la città ideale

Credits: www.turismosabbioneta.org

Sabbioneta sorge come un oasi di arte e cultura nel bel mezzo della campagna mantovana. Venne fondata dal duca Vespasiano Gonzaga-Colonna nel 1554 come capitale del suo piccolo dominio, una città ideale secondo i canoni architettonici rinascimentali. Già varcando la bianca porta imperiale ci si rende conto di essere entrati in una sorta di città in miniatura dove il tempo sembra essersi fermato ai fasti dell’epoca gonzaghesca.

Centro del potere politico era Palazzo Ducale, nell’omonima piazza, le cui sale interne sono un omaggio alla casata gonzaghesca e ai suoi illustri membri. Degni di nota anche il Palazzo del Giardino, residenza ad uso privato del duca, le cui sale sono state affrescate da Bernardino Campi, la chiesa dell’Incoronata, mausoleo ducale, e il piccolo Teatro olimpico realizzato da Vincenzo Scamozzi, tra i primi esempi di teatro moderno al mondo.

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#10 Valle di Fraele: la via dei laghi

Credits cristinacasati_ IG – Fraele

Una meta ideale per gli amanti della montagna, incastonata sopra l’abitato di Isolaccia, tra Bormio e Livigno, la Valle di Fraele, coi suoi laghi e corsi d’acqua.
Porta d’ingresso alla valle sono le due torri medioevali a difesa dell’antica strada alpina che collegava la Valtellina all’Engadina, tanto che per attraversarle bisognava pagare un dazio di dodici denari per ogni carico trasportato.

All’interno della valle l’occhio può perdersi ad ammirare le sue bellezze naturalistiche, tra il lago naturale Scale, alimentato da sorgenti sotterranee, e i due laghi artificiali di Cancano. Numerosi sono i percorsi che qui si possono prendere e che conducono anche alla bellissima Val Müstair, nei Grigioni.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.