Il principio della massima precauzione vuole che i cani non siano liberi di circolare nei luoghi pubblici. Devono essere sempre tenuti al guinzaglio o con la museruola.
La logica è che il cane non ha capacità di giudizio e potrebbe essere un pericolo per le persone, quindi gli si toglie ogni libertà che ha in natura.
Questa logica la si sta estendendo anche agli esseri umani.
Ogni persona in quanto potenzialmente contagiosa viene trattata come se lo fosse. Questo principio potrebbe essere esteso anche ad altre malattie contagiose che possono essere mortali, come l’epatite, l’Aids, altre malattie veneree, la tubercolosi e la stessa influenza che ogni anno causa migliaia di vittime.
Si può estendere anche ad abitudini potenzialmente pericolose. L’abuso di alcol o il consumo di droghe possono provocare danni per gli altri.
Non solo. Anche condizioni di instabilità mentale, di frustrazione, di repressione o di eccitazione emotiva possono portare ad atti di violenza.
A questo punto si dovrebbe controllare quello che pensano le persone. Attraverso i social media si potrebbe capire quali sono le tendenze psicologiche di ognuno di noi in modo da prevenire violenze casalinghe, furti, devianze sociali o qualunque cosa che possa compromettere la sicurezza degli altri e che possa deturpare l’immacolato mondo dei puffi in cui tutti noi aspiriamo a vivere.
“Esiste forse una legge che vieta ai cani di soddisfare i loro bisogni?” (Federico II di Prussia)
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