Uno dei simboli della canzone e del cabaret tipicamente meneghini.
WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese
A dire il vero non nacque a Milano, bensì a Cavenago di Brianza, ma attorno ai cinque anni si trasferì nella nostra metropoli, dove divenne uno dei simboli della canzone e del cabaret tipicamente meneghini.
Parliamo di Walter Valdi, nome d’arte di Walter Giovanni Nicola Pinnetti, classe 1930. Valdi fu artista, cantante e attore, cintura nera di dialetto milanese. Tra l’altro scrisse canzoni per lo Zecchino d’Oro, tra il 1971 e il 1979: le due più famose sono “Il caffè della Peppina” e “Cocco e Drilli”.
Per far capire il proprio vissuto milanese da bambino, amava raccontare l’aneddoto di quando seguì un gruppetto di piccoli amici, per andare in Texas, prendendo il tram 33. Allora Walter abitava in viale Monza, “il capo della nostra banda di fanciulli ci portò al capolinea del 33 in piazzale Loreto -raccontava Valdi- qui prendemmo il tram e scendemmo al capolinea opposto a Vialba. Appena siamo scesi -continuava il cabarettista- questo nostro amichetto guardò una cartina che, secondo lui, ci avrebbe portati in Texas. Dopo un po’ arrivammo davanti ad una casa e il nostro capo-banda esclamò, ecco siamo arrivati!!”
“In realtà -concludeva Walter Valdi- quello era l’indirizzo della tipografia in cui si stampava l’album di Kit Carson e il nostro amico era convinto che lì ci fosse il Texas“.
# Il debutto in Rai e l’approdo al Derby
Dopo le scuole superiori, Valdi studiò Giurisprudenza e divenne avvocato, ma presto decise di dedicarsi solo all’arte: teatro e cabaret, meglio se in dialetto milanese. Intraprese la scuola di mimo, caratteristica che lo rese celebre in sketch esilaranti, senza proferire parola.
Nel 1963 debutta alla Rai ne “La fiera dei sogni”, condotta da Mike Bongiorno. Fu il Derby la meta in cui Valdi fece divertire col cabaret, entrando in contatto con i Gufi, Dario Fo, Cochi e Reanto e Teo Teocoli. Valdi quel posto non lo lasciò più. Si esibiva con una chitarra e con un umorismo stralunato, cinico e malinconico e lui stesso parlava di quella sua arte come di un “gioco speciale, che non è teatro e non è canzone“, ma è cabaret.
# Autore di alcuni testi delle canzoni più famose cantate da Gaber e Jannacci
Fu lui a scrivere “El ticch”, portata al successo da Gaber, “Quand Milan l’era Milan” e “Il palo della banda dell’ortica”, cantata poi da Jannacci. Alla fine della carriera collezionò sei 33 giri, altrettanti 45 e varie compilation. Scrisse canzoni che riportavano la memoria al passato di una Milano che non c’era più (“Quand s’en giovina” e “Ringhiera”) e altre che sforavano nel politicamente scorretto, come “I Wahha Puthanga”.
# Il cinema e la televisione
Le sue doti, nei lavori di qualità, le espresse nei diciannove film che lo videro protagonista, tra il 1968 e l”82, facendosi dirigere da grandi firme del cinema, come Ermanno Olmi, Luigi Comencini, Steno, Carlo Lizzani e Sergio Corbucci. Non disdegnò la televisione, soprattutto a livello di serie Tv.
Walter Valdi si spense il 13 ottobre 2002 all’età di 73 anni. I funerali si tennero nella chiesa San Carlo di Corso Vittorio Emanuele.
Continua la lettura con: TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi m”
FABIO BUFFA
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