Circola in rete la prima bozza del programma del nuovo governo giallo rosso costituito da 26 punti. C’è Roma, non Milano.
Il programma di governo
La bozza del programma di governo che sta circolando in queste ore conta 26 punti che affrontano temi quali:
- Green New Deal
- Immigrazione
- Politiche fiscali (salario minimo)
- Legge di bilancio
- Dissesto idrogeologico
- Conflitto d’interessi
- Giustizia
- Lotta a mafia e evasione fiscale
- Concessioni autostradali
- Autonomia differenziata
- Aiuti a Roma
Proprio l’ultimo punto recita “Il Governo dovrà collaborare per rendere Roma una capitale sempre più attraente per i visitatori e sempre più vivibile e sostenibile per i residenti.”
In continuitĂ con il decreto Salva-Roma anche il prossimo governo ha delineato tra i punti di maggior rilevanza a livello programmatico la necessitĂ di mettere nelle migliori condizioni la capitale, immaginiamo attraverso maggiori poteri e risorse.
Milano ignorata (un altro segnale preoccupante)
Di Milano non c’è traccia. Nonostante sia la realtĂ che produce oltre il 10% del PIL nazionale e che non solo rappresenta la punta di diamante dell’Italia sui mercati internazionali e un un brand riconosciuto nel mondo in ambito business, moda, finanza etc.. ma soprattutto è la sede delle Olimpiadi Invernali del 2026 pur in assenza di impegni economici da parte dello Stato. Ma niente, nessun riferimenti neppure alle Olimpiadi.
Cerchiamo di capire quali potrebbero essere le motivazioni di questa impostazione nella stesura del programma anche in funzione di comprendere in anticipo le linee della guida dell’attivitĂ del governo.
#1 Il primo motivo dell’importanza data a Roma può essere quello di parte politica. Non è un mistero la rilevanza per il Movimento 5 Stelle della capitale da loro gestita con la sindaca Raggi. Però sorprende che Milano non riesca a guadagnare una maggiore rilevanza nemmeno con il PD nella compagine governativa e che spesso ha citato Milano come massima espressione di modello virtuoso. Se fosse così, speriamo che il sindaco Sala si faccia valere.
#2 Il secondo motivo potrebbe essere invece di impostazione. Potrebbe essere un segno di continuitĂ con una lunga tradizione di governi che privilegiano l’assistenzialismo, come aiuto automatico a chi è in difficoltĂ svincolandolo da ogni responsabilitĂ , senza premiare in alcun modo chi invece eccelle e contribuisce al miglioramento di tutto il Paese.
Non si tratta solo di avere più autonomia, più risorse, più competenze: per rinforzare in modo autentico il Paese, si deve introdurre un modello di mentalità differente che favorisca i più virtuosi premiandoli con una maggiore autonomia e che intervenga su chi svolge male i propri compiti inducendoli a replicare le best-pratice dei migliori, senza assegnare fondi e poteri in eccesso a chi è incapace di gestirli.
Meno Stato, piĂą CittĂ
Malgrado quello che traspare dal programma, è proprio questo il punto. L’Italia ha urgenza di una nuova politica, che riparta dalle città con un ritorno alla polis: ha bisogno di governare il cambiamento dal basso, mettendo nelle condizioni le città che stanno già facendo qualcosa di positivo di esprimere al massimo il proprio potenziale e diffondere il modello vincente a chi è in affanno.
Ridare il potere a chi ha un impatto diretto sui cittadini è il primo passo per uscire da questa crisi di sistema a livello economico, culturale e sociale, che l’Italia sta subendo giorno dopo giorno in modo sempre più preoccupante.
FABIO MARCOMIN
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