Il Presidente della provincia autonoma di Bolzano e della Regione autonoma del Trentino-Alto Adige Kompatscher si scaglia contro Conte. La novità è che si tratta non solo di una critica alla gestione dell’emergenza ma di un attacco radicale al modo di intendere il rapporto tra Stato e cittadini del governo italiano.
🔴 L’Alto Adige contro il governo: “L’approccio romano, che presuppone cittadini quasi inabili, non rispecchia il carattere del nostro popolo”. Milano da che parte sta?
# Kompatscher sfida il governo: “L’approccio romano, che presuppone cittadini quasi inabili e di conseguenza un ampio programma di controlli e monitoraggi non rispecchia né la situazione attuale in Alto Adige né il carattere stesso della nostra popolazione”
Il Presidente di Bolzano e del Trentino Alto Adige è in totale disaccordo con quanto fatto sinora dal Governo Conte: “Nelle numerose videoconferenze che ho avuto con gli esponenti del Governo ho più volte chiesto che a livello statale per la Fase 2 fossero emanati solo criteri e linee guida. Si sarebbe dovuto lasciare alle Regioni e alle Province autonome la decisione finale su quali provvedimenti e regole adottare, sulla base delle rispettive situazioni epidemiologiche e delle specifiche esigenze dell’economia locale. Purtroppo i presidenti delle altre Regioni hanno adottato solo per pochissimo questo approccio autonomista, per poi dichiararsi d’accordo con regole dettagliate e centralizzate, probabilmente per evitare di doversi assumere direttamente la responsabilità delle decisioni” ha detto Kompatscher.
“Sin dall’inizio abbiamo scelto in Alto Adige un approccio basato sul senso di responsabilità delle cittadine e dei cittadini in una società matura, mossa da volontà e obiettivi comuni. Questo approccio si è dimostrato quello giusto, anche se in questo modo non sono mancate le critiche anche a questa scelta. L’approccio romano, che presuppone cittadini quasi inabili e di conseguenza un ampio programma di controlli e monitoraggi non rispecchia né la situazione attuale in Alto Adige né il carattere stesso della nostra popolazione”.
Fonte: altoadige.it
# Governare con divieti e restrizioni obbligatorie è degno di un paese civile?
Il tema proposto da Kompatscher sottolinea un nervo scoperto che si è rivelato in maniera forte in questa emergenza, mostrando non solo come una modalità comune per tutti i territori di chiusura delle attività e limitazione degli spostamenti non sia servita ad oggi a risolvere l’emergenza sanitaria, inficiando la stabilità economica. Ma il tema vero è un altro: il modo di impostare un governo di un popolo solo su divieti e restrizioni a libertà elementari, fatte rispettare con un massiccio impiego di forze dell’ordine, è degno di un paese civile?
il modo di impostare un governo di un popolo solo su divieti e restrizioni a libertà elementari è degno di un paese civile?
E’ corretto che sia il governo a imporre ai genitori cosa sia meglio per i loro figli o agli individui cosa sia meglio per il loro benessere?
L’utilizzo di imposizioni e divieti ha escluso di fatto che la popolazione potesse dimostrare il proprio senso di responsabilità collettiva e individuale, un approccio usato invece in Trentino Alto Adige che ha consentito una gestione ottimale dell’emergenza nel rispetto dei suoi abitanti, evitando episodi di odio e denigrazione di altri cittadini verso le persone “irrispettose” ai divieti.
# Fino a quando volete abusare della pazienza dei milanesi
Milano da che parte decide di stare? Da quella del governo che addita i cittadini per strada come colpevoli della diffusione del contagio senza garantire adeguate tutele ai pazienti presso le strutture sanitarie o dei cittadini che con pieno senso di responsabilità e dovere civico possano scegliere se e come continuare la loro vita prendendo le precauzioni per assicurare la salute propria e quella degli altri?
“Io mi fido dei milanesi”, ha concluso il sindaco Sala nel suo video quotidiano di comunicazione ai milanesi. Nel video Sala ha affermato che Milano è una città costosa per chi la vive, differente da altre realtà italiane, e che finché sia ha la possibilità di lavorare e di coprire tutte le necessità per vivere non ci sono problemi. “In questa situazione d’emergenza però molti hanno perso o perderanno il lavoro anche quando verranno riaperte le attività, altri hanno bisogno di aiuti economici che ancora non hanno ricevuto e faticano a trovare i soldi per garantirsi il minimo sostentamento.”
Caro sindaco, in gioco non c’è più solo la richiesta di maggiori risorse economiche o di un’autonomia amministrativa del territorio. In gioco ci sono i valori base di una democrazia liberale: è il momento di scegliere se stare dalla parte di chi intende lo Stato come un’autorità suprema e totalitaria, che debba decidere ogni aspetto della vita dei cittadini sudditi o di chi invece vuole vivere in un Paese maturo dove il cittadino ritorna ad essere il centro della società e lo stato si ponga al servizio di cittadini responsabili delle loro azioni.
FABIO MARCOMIN
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