“Trovo inaccettabile che ci si arrenda!”
Il sindaco dalla sua consueta postazione di Palazzo Marino, dove è costretto a fare lo spettatore di lusso di scelte a cui non può partecipare perché non ne ha i poteri, attacca senza mezzi termini il governo sui temi caldi della scuola e dei trasporti e soprattutto sulla riapertura: “se dobbiamo riaprire non potete dircelo 48 ore prima”.
Sala aggiunge alzano il tono di voce: “noi facciamo la nostra parte, ma gli altri devono fare la loro parte”. In particolare entra ne dettaglio della strategia della riapertura:
#1 I trasporti
“Sulle metropolitane possiamo disegnare dei cerchi sui pavimenti”, “dobbiamo promuovere lo sharing dei veicoli elettrici, ma il governo deve fare chiarezza!”. E mette in guardia che se dovesse diventare obbligatorio stare solo seduti sui mezzi pubblici mantenendo una distanza, la capienza scenderebbe addirittura al 10% e la gestione sarebbe insostenibile.
#2 La scuola
“E’ una ferita nel cuore sapere che il sistema educativo italiano è così buono in termini di offerta per i ragazzi, ma in questo momento la risposta è così debole. Altri parlano di riaprire e noi diciamo forse a settembre”. E’ il tema della competenza quello su cui batte il sindaco, che fa chiaro riferimento alla sua precedente carriera nella gestione delle aziende: “qui ci vuole la capacità di aver gestito complessità e anche un po’ di fantasia”. Chiede che si abilitino nuovi professori, che li si paghi e li si formi in maniera adeguata. Ed ecco l’idea, che potrebbe anche risollevare le sorti dei luoghi della cultura: “Portiamo le scuole a fare lezione nei teatri e nei cinema”. Ci vogliono idee e creatività per risolvere il problema, aggiunge il sindaco.
#3 Il commercio
Sala ventila l’ipotesi di sospendere la Cosap, la tassa sull’occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti che potranno allargarsi sui marciapiedi e nelle piazze per rispettare il distanziamento senza perdere capienza. E poi parla di aperture scaglionate e anche serali per i negozi.
Ma il punto è che “con le nostre rigidità, con i nostri non si può, con le nostre abitudini ad accettare come dato di fatto le abitudini precedenti, perdiamo. Nelle aziende la cultura del Non si può non esiste. In questo momento il Settore Pubblico non può dire non si può”.
Milano città stato: il regno del si può come alternativa positiva alla politica del divieto
“A Milano puoi”. Questo uno degli slogan più popolari di Milano Città Stato. Ora più che mai occorre creare uno spirito di comunità per poter fare ripartire da Milano una politica del “si può”. Anche perchè è troppo facile governare un Paese solo con i divieti. Troppo facile ma catastrofico per il futuro dei suoi cittadini. Se il sindaco vuole dare seguito alle sue parole noi gli tendiamo la mano (una volta ancora). Ora è il momento di smetterla con i giochini e gli interessi di parte e lavorare uniti per il bene comune.
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ALBERTO OLIVA
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