Nel giorno dell’anniversario della bocciatura del referendum sul federalismo e il taglio dei parlamentari del 2006, approvato dai cittadini di Lombardia, Veneto e italiani all’estero ma bocciato dal resto d’Italia, dal Parlamento arriva l’ennesimo schiaffo ai cittadini: annullata la delibera sul taglio dei vitalizi al Senato.
🔴 STOP al TAGLIO dei VITALIZI in Senato: annullata la delibera
# In Commissione Contenziosa arriva la bocciatura. Ex-parlamentare Paniz: “È stato ripristinato lo Stato di diritto”
Mentre la crisi economica imperversa in tutto il Paese arriva lo stop al taglio dei vitalizi del Senato, a seguito del voto arrivato nella notte del 25 giugno alla Commissione Contenziosa del Senato. I voti a favore sono stati quelli del presidente della commissione Giacomo Caliendo, e di due membri tecnici ovvero i professori Gianni Ballarani e Giuseppe Della Torre, mentre quelli contrari da parte di Simone Pillone e Alessandra Riccardi della Lega, con quest’ultima che ha lasciato da poco il M5S. L’annullamento di questa delibera porta come conseguenza l’obbligo di restituire le quote di vitalizi tagliati dall’ottobre 2018, quando il provvedimento fu approvato su proposta del Movimento 5 Stelle, a oggi.
L’ex parlamentare Maurizio Paniz che rappresenta 300 ex senatori e 700 ex deputati nei ricorsi contro il provvedimento entrato in vigore due anni fa, ha dichiarato: “È stato ripristinato lo Stato di diritto. La delibera è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell’Unione europea, in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera. In primo luogo non deve essere retroattivo, mentre questo taglio lo era; in secondo luogo non deve avere effetti perenni, come invece li aveva la delibera; in terzo luogo non deve riguardare una sola categoria ma deve essere ‘erga omnes”, mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari; in quarto luogo deve essere ragionevole, mentre questo taglio raggiungeva l’86% degli importi; infine deve indicare dove vanno a finire i risparmi che non possono finire nel grande calderone del risparmio, e anche su questo punto la delibera era carente“.
Fonte: repubblica.it
FABIO MARCOMIN
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