🔴 Zaia accelera sul Plasma Iperimmune: in Veneto la prima BANCA DEL PLASMA per curare il Coronavirus

"Se ora i nostri clinici mi dicono che i malati di coronavirus possono salvarsi in questo modo io ho l’obbligo morale, prima ancora che scientifico, di andare fino in fondo"

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Dottor De Donno, primario di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova
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Mentre nel resto d’Italia ci si divide sull’utilizzo della terapia con il plasma iperimmune che pare dare ottimi risultati a Mantova e Pavia, Zaia accelera anche su questo punto: in Veneto presso l’Azienda ospedaliera di Padova, nasce la prima Banca del Plasma per curare il Coronavirus  dove l’équipe dell’immunologa Giustina De Silvestro ha trasfuso il siero a 12 pazienti infetti conseguendo «progressi significativi» nella totalità dei casi.
La sperimentazione, autorizzata dall’ISS, attende validazione definitiva ma il percorso è avviato e le scorte ematologiche, nell’ordine di alcune centinaia di sacche, si vanno rapidamente moltiplicando.

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🔴 Zaia accelera sul Plasma Iperimmune: in Veneto la prima BANCA DEL PLASMA per curare il Coronavirus

#Zaia: “Mi appello al senso civico dei 3.600 guariti dal coronavirus: la Sanità veneta vi ha curato nella fase più critica, ora avete l’occasione di ricambiare”

Il governatore Zaia: “Mi appello a tutti i pazienti veneti guariti dal coronavirus. In questi giorni verrete chiamati a donare il vostro sangue. Fate questo sacrificio, mettetevi a disposizione“. Sono già centinaia le sacche raccolte su base volontaria e le migliaia di pazienti ristabiliti basteranno per dar vita alla più importante banca del sangue in Italia. Il centro resterà a Padova, ma saranno attivati diversi centri trasfusionali.”Mi appello al senso civico dei 3.600 guariti dal coronavirus: la Sanità veneta vi ha curato nella fase più critica, ora avete l’occasione di ricambiare offrendo una mezzora del vostro tempo per aiutare l’intera comunità.

Il presidente della Regione Veneto aggiunge “Il trattamento con il plasma esiste da decenni e noi lo pratichiamo già per altre patologie. Se ora i nostri clinici mi dicono che i malati di coronavirus possono salvarsi in questo modo io ho l’obbligo morale, prima ancora che scientifico, di andare fino in fondo. Questo sangue dura tra l’altro due anni, risulterà comunque utile come donazione ma, in più, rispetto a quello di pazienti che non hanno contratto il virus, ha gli anticorpi neutralizzanti del Covid 19. Abbiamo bisogno di “fare magazzino”.

Se il nuovo protocollo si rivelerà efficace su vasta scala avremo un’arma ulteriore contro il Covid-19, viceversa sarà a disposizione di tutti gli altri pazienti ordinari, si tratterà quindi di mettere a regime il sistema.

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Fonte: metropolitano.it

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.