Le latterie erano presenti a Milano già nell’800 e vendevano solo latte. La trasformazione in luoghi dove mangiare un buon piatto come “fatto in casa” a prezzi bassi è avvenuta nel Dopoguerra. Tra quelle che hanno resistito c’era la Latteria di San Marco, prima della chiusura sul tramontare del 2023 per il pensionamento di suoi proprietari. Ora ha riaperto, vediamo come e grazie a chi.
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Ha riaperto la Latteria di San Marco. Ma presto potrebbe cambiare
# La chiusura dopo quasi 60 anni di attività
Il 24 dicembre 2023 i coniugi Arturo e Maria Maggi avevano deciso di porre fine alla storia lunga 58 anni della Latteria di San Marco dal 1967. Finalmente la meritata pensione dopo aver dato vita a un luogo leggendario dove venivano serviti piatti di ottima qualità, uno è finito persino nel menu della Casa Bianca, con tre caratteristiche uniche rispetto agli altri ristoranti: nessun sito internet, sempre chiuso nel weekend e non si accetta le prenotazioni, nemmeno Madonna e Trump si sono potuti sottrarre a quest’ultima regola. Una cucina casalinga in un‘atmosfera famigliare, con Arturo ad occuparsi ai fornelli, e la moglie Maria in sala a occuparsi de clienti. Un capitolo chiuso ma con già una concreta ipotesi di un passaggio di consegne, e quindi di un arrivederci al locale, di lì a poco.
# La riapertura grazie all’erede di una nota casa di moda
A quasi un anno dalla chiusura, il 5 novembre 2024, ha infatti riaperto i battenti. La speranza, ancora prima dell’epilogo annunciato, era che la nuova gestione non snaturasse troppo questo luogo iconico di Milano finito persino sulle pagine del New York Times. Al momento rimane tutto come era prima dato che la nuova proprietaria, l’erede della nota famiglia di modo Loro Piana, Vittoria, ha deciso di proseguire nel segno della continuità richiamando per i prossimi sei mesi Arturo e Maria Maggi alla guida del locale.
# Per i prossimi sei mesi non cambia nulla
Rimangono l’arredo originale al limite del kitsch, con nove tavoli per circa 30 posti a sedere, piastrelle bianche e blu al bancone, la pendola sospesa alle pareti, i piatti, compresi quelli cucinati nei tegami d’argento e lo spaghetto limone e peperoncino, e le regole dei vecchi proprietari, tra cui nessuna possibilità di prenotazione. Fino alla prossima estate tutto sarà uguale a come lo è stato per quasi 60 anni. Si tratta di un periodo necessario per il passaggio di consegne, per trasmettere tutto quanto necessario a non perdere la memoria culinaria del locale. Quello che verrà dopo è ancora da scrivere.
FABIO MARCOMIN
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