Le 7 cose più insopportabili dei ristoranti milanesi

Sarà sicuramente un mio limite, ma quando sento e vedo che un ristorante apre la seconda sede, la terza e così via all’infinito, io proprio non lo sopporto. Anche perchè spesso vale la regola: la riduzione della qualità è proporzionale al numero di nuove aperture. 

Sono comodi per carità perché concentrano le pietanze più rappresentative del locale. Ma assaggino iniziale, primo e dolce bevande escluse, proprio non mi va.

Capita spesso specie nei locali che hanno aperto dopo un tam-tam social. La curiosità è tanta ma, una volta sul posto, troppa gente, troppa fila, troppo caos.

Qualche esempio? Burrata sopra qualunque cosa. La pietanza servita “su un letto di…”. La chips di pane, formaggio, patate dolci. Il polpo scottato. La colatura di alici.

Qualunque nazione del mondo è rappresentata a tavola a Milano. Una cucina etnica molto variegata e in qualche caso di alta qualità. La sensazione è che però sia più facile trovare un ristorante di sushi che una buona trattoria milanese autentica. 

Spesso la fama di un locale è preceduta da una pubblicità che dura settimane, ulteriormente alimentata dai social. Nel concreto si può restare delusi da posti belli con cibo discutibile. 

Capita di imbattersi in osterie che di osteria non hanno nulla. Locali acchiappa turisti con menù poco accattivanti, qualità non eccelsa e prezzi da capogiro. Quando l’abito non fa il monaco.