Ti è mai capitato di scegliere una destinazione turistica attirati dalle prelibatezze culinarie del luogo? Ebbene, questa è una tendenza che sta prendendo sempre più piede in Italia. Per quanto riguarda la città di Milano, sono sempre più numerosi gli chef che escono dalle mura dei propri ristoranti stellati e che cercano concretamente il contatto con la terra così da reperire le materie prime di cui hanno bisogno. Ma andiamo con ordine.
Gli CHEF “AGRICOLTORI”: materie prime DOC direttamente dalla CAMPAGNA a MILANO
# Turismo enogastronomico
È un turismo in crescita costante, testimoniato, fra l’altro, da un eccellente esempio costituito dai territori delle Langhe e del Roero, immersi tra meravigliose vigne patrimonio dell’UNESCO. Qui la cultura enogastronomica è fortemente identitaria e profondamente radicata sul territorio grazie alle piccole e medie imprese agricole che portano avanti con fierezza la propria cultura. Un vero successo destinato a crescere ancora di più.
# Cosa cerca il turista enogastronomico?
Cerca vacanze green a contatto con la natura visitando le aziende produttrici. Intraprende percorsi in alpeggio per capire come si produce quel formaggio. Effettua passeggiate a piedi o bike tours, per esplorare vigneti, uliveti, cantine. Predilige visitare aziende che organizzano percorsi o iniziative di gruppo che coinvolgiamo il turista nella propria attività come la potatura, la semina o la mungitura. È sensibile alle tematiche del chilometro zero, della biodiversità e della ecologia.
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# E a Milano come siamo messi?
Siamo messi bene, per fortuna. In una città che è all’avanguardia anche nel campo delle novità enogastronomiche, non poteva essere diversamente.
Ecco dunque alcuni tra i tanti esempi virtuosi, come Davide Longoni che già da tempo è portavoce del movimento “Panificatori agricoli urbani” che attribuisce grande attenzione alla qualità della materia prima e alla selezione meticolosa delle farine più pregiate
E poi Viviana Varese, chef stellata già titolare del ristorante Viva a Milano e che da Milano si è spostata in Sicilia per dedicarsi alla coltivazione di un orto da cui derivano le materie prime a servizio del ristorante siciliano che ha aperto proprio nell’isola.
E ancora Pietro Leemann, titolare del ristorante stellato Joia, pioniere da anni della ristorazione vegetariana e che utilizza prodotti coltivati da una azienda agricola alle porte di Milano
Di esempi ce ne sarebbero molti altri ma già questi, sono funzionali a comprendere che il cibo buono, il mangiare bene, non è più solo andare al ristorante e mangiare, ma è soprattutto ricercare, curiosare e poi scoprire anche ciò che nel piatto non si vede ma esiste.
È, insomma, atto di responsabilità, è contatto veritiero e autentico con chi produce.
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ALESSANDRA GURRIERI
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