Il blocco del traffico durante il lockdown non ha portato nessun miglioramento della qualità dell’aria. Nonostante in Lombardia la concentrazione delle sostanze inquinanti in aria fosse in calo negli ultimi anni, nel 2020 si è verificato un aumento dei giorni in cui il livello di PM10 ha superato il limite di 50µg/m^3 rispetto all’anno precedente. E questo nonostante la riduzione del traffico determinata dal lockdown. Ma vediamo i dati.
SMOG a Milano: AUMENTATO anche col LOCKDOWN
# La qualità dell’aria non è migliorata nonostante gli spostamenti limitati dovuti al lockdown. Solo i livelli di NO2 sono scesi sensibilmente
Nel 2020, l’anno in cui il traffico è diminuito a causa dei lockdown, lo smog in Lombardia non è calato e i giorni in cui il famigerato Pm10 ha superato i limiti sono addirittura aumentati.
Per inciso la centralina con i valori più alti a Milano ha segnato 90 giorni di Pm10 «fuorilegge» nel 2020, l’anno prima 72 (diciotto giorni in meno) e prima ancora 79.
Smog aumentato perfino nel periodo in cui il lockdown aveva di fatto azzerato il traffico, come il 29 e 30 marzo, quando il Pm10 è schizzato. Ma sulle strade giravano solo i rider.
L’assessore regionale all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo commenta la mancata riduzione dell’inquinamento durante il lockdown: “La riduzione del traffico durante i mesi di lockdown aveva fatto sperare nell’abbassamento del livello degli inquinanti e a un miglioramento generale della qualità dell’aria. I dati hanno però mostrato che questo non è accaduto. Le fonti di origine di queste sostanze sono molte e complesse. Non esistono prove scientifiche che dimostrino una relazione diretta tra l’intensità del traffico e la concentrazione degli inquinanti“.
# L’andamento meteorologico influenza la concentrazione di PM10 e il traffico incide solo per il 20%
Guido Lanzani aggiunge che il fattore principale che influenza la concentrazione di PM10 è infatti l’andamento meteorologico, infatti nei mesi di gennaio, febbraio e novembre in cui ci sono state precipitazioni molto ridotte “si è verificato il maggior numero di giorni di superamento dei pm10”. Inoltre, il traffico non è la fonte di PM10 più importante, incide solo per il 20% tra scarichi e usura dei freni, ma il riscaldamento a legna con il 40% oltre a tante altre fonti di PM10 secondarie causate soprattutto dalle attività agricole.
Per gli altri inquinanti l’ozono non mostra variazioni importanti con concentrazioni ben al di sopra dei valori obiettivo, mentre nessun superamento degli standard di benzene, monossido di carbonio e biossido di zolfo. Il presidente di Arpa Stefano Cecchin speiga che: “I dati sono stati sono stati rilevati da 87 centraline attive in tutta la regione” oltre a 22 campagne effettuate “con una stazione di rilevazione mobile su 9 province della Lombardia” nel corso del 2020.
# I presidenti delle Regioni del Bacino Padano hanno chiesto un piano di interventi in risposta alla procedura d’infrazione Ue
Martedì 12 gennaio i presidenti delle Regioni del Bacino Padano hanno chiesto al presidente del Consiglio un incontro urgente per studiare un piano di interventi in risposta alla condanna della Corte di giustizia europea all’Italia per il superamento dei limiti di PM10, oltre alle altre due sugli ossidi di azoto e sul PM2.5, che potrebbero portare a una sanzione fino a 2,3 miliardi di euro.
Sempre l’assessore regionale all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo commenta l’assenza di investimenti nella bozza di Piano nazionale di ripresa e ripartenza: “non c’è nessun impegno finanziario per interventi relativi in maniera specifica alla qualità dell’aria…già a novembre le Regioni del Bacino padano, sulla qualità dell’aria, avevano avanzato una richiesta specifica.” Ad oggi Regione Lombardia ha previsto 48 milioni di euro dal prossimo febbraio per incentivare il rinnovo del parco veicoli con mezzi non inquinanti per privati, aziende e trasporto pubblico, più ulteriori 52 milioni per diversi interventi tra cui: installazione colonnine elettriche per enti pubblici, sostituzione caldaie più inquinanti negli enti pubblici, impianti a reti locali a biomassa.
Fonti: Il Giornale, Varese News
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