A ottobre saremo chiamati alle urne per eleggere il Sindaco di Milano. Sicuri che non c’è altro da sapere?
I meccanismi della politica fanno in modo che, per semplice regolamento imposto tempo fa, questo voto nomini, de facto, la figura che deciderà le sorti di oltre 130 comuni, quelli che compongono la Città Metropolitana di Milano.
Elezione diretta del SINDACO della CITTÀ METROPOLITANA: che ne PENSATE?
# I Socialisti di Milano chiedono una legge urgente di modifica
Con una lettera inviata ad ogni singolo parlamentare, i Socialisti di Milano chiedono una legge urgente per modificare l’elezione del Sindaco della Città Metropolitana, già a partire dalla prossima tornata elettorale.
Secondo i Socialisti di Milano, il regolamento che dal 2014 regge la Città Metropolitana crea un serio conflitto di interesse, con la nomina automatica del Sindaco della città di Milano – eletto da 1.400.000 abitanti – responsabile per le politiche che si ripercuotono su oltre 3 milioni di cittadini fuori dai confini milanesi.
Con questa richiesta, i Socialisti di Milano mettono l’accento sulla subordinazione delle scelte, o meglio le esigenze, di molti comuni rispetto alla sola città di Milano
# Un sindaco non votato dai cittadini
La proposta contenuta in questa lettera è importante, con tutta probabilità fondamentale per capire le difficoltà che si creano, ad esempio, nella gestione ordinaria della vita reale dei cittadini.
Quando è stata l’ultima volta che i residenti a Milano si sono interrogati sulle necessità dei concittadini metropolitani, prendendo coscienza che il Sindaco di Milano può migliorare o peggiorare il flusso di lavoro dei pendolari, degli imprenditori, dei dipendenti pubblici residenti altrove?
La risposta a questa domanda è, probabilmente, “molto tempo fa”. Almeno un anno e mezzo fa.
Altra domanda importante: quando è successo che i cittadini di qualunque comune dei 135 che fanno parte della Città Metropolitana di Milano, hanno delegato ai residenti milanesi la sovranità, o la regia, delle scelte pubbliche che incideranno sulla qualità delle loro vite? La risposta è “mai”.
Si è scelto, per regolamento, di delegare questa sovranità ai rapporti istituzionali, tramite una regola (sicuramente ben scritta) decisa a tavolino dalle istituzioni stesse
# Rimettere i cittadini al centro
I nostri sindaci sono di certo in grado di prendere le decisioni per la cittadinanza, sono brave persone e li scegliamo in base alle loro qualità umane oltre che amministrative.
Va tutto bene (forse) fino a che non si presentano imprevisti enormi, come ad esempio le emergenze.
Nel 2021, dopo l’emergenza Covid ad esempio, siamo tutti ben consapevoli che un apparato burocratico poco snello e carico di potere, non è minimamente in grado di prendere decisioni per il livello più importante, la vita dei cittadini.
L’Ente Città Metropolitana di Milano è il classico esempio di come le scelte di pochi si traducono in perdita di potere per molti altri, che numericamente sovrastano i primi.
È giunto il momento di rimettere i cittadini al centro delle decisioni, dando consapevolezza e potere di scelta al livello della società che – oltretutto – dovrà subire la direzione politica e sociale di chi non è stato selezionato direttamente, ma ricopre una carica perché una regola ha deciso così
# Rimettere al centro la Grande Milano
Un aspetto essenziale da considerare in questo momento, è che mai come ora Milano ha bisogno di tirare i remi in barca, anche solo per un istante, dedicandosi prima a se stessa, se vuole ripartire bene ed essere utile a tutto il resto della Città Metropolitana, della Lombardia e del Paese.
In quest’ordine di priorità. Se esiste una gerarchia post pandemica, Milano deve mettere sé stessa in cima ai pensieri e alle azioni. Significa che al prossimo Sindaco chiediamo concentrazione, massima energia da dedicare ai confini della città, ai milanesi residenti. Questa cosa non sarà possibile se Milano è uno dei 135 comuni che lui stesso amministra.
# La proposta dei Socialisti di Milano: primo passo per la città stato?
La proposta dei Socialisti di MILANO rimette nelle mani del Parlamento una decisione molto coraggiosa. A parere esclusivamente personale di chi scrive, questo specifico Parlamento non possiede la necessaria maturità per rispondere con fermezza a questa richiesta. Resta da scoprire l’evolversi della vicenda.
Ma è importante che sia stato portato alla luce questo aspetto.
Prima di tutto per rendere partecipi gli elettori milanesi della grande responsabilità che – loro malgrado – sono chiamati a ricoprire, di cui un giorno dovranno rispondere per aver semplicemente messo una croce sulla lista o sul nome del candidato Sindaco di Milano.
In tempi emotivamente più tranquilli, spiegare che il Sindaco della Città Metropolitana di Milano deve essere eletto direttamente da tutti i 4 milioni di cittadini e non imposto dal voto (chissà quanto consapevole) di 1,5 milioni di residenti di un comune su 135, farebbe comprendere che le scelte non devono mai essere imposte per regolamento, ma devono essere portate al livello del cittadino per una scelta responsabile e consapevole.
In tempo di pandemia, però, è molto semplice capire che il livello amministrativo deve essere portato il più possibile in prossimità della vita reale, rendendo i cittadini protagonisti della politica amministrativa ed economica.
Uscire da questo momento storico, più consapevoli delle difficoltà che i nostri amministratori sono chiamati a governare, ci aiuterà ad aiutarli. Quando i Sindaci capiranno che noi cittadini siamo parte della soluzione, mai il problema, allora sì che ne usciremo migliori.
Continua la lettura con: Vademecum per il prossimo sindaco: la rinascita di Milano
LAURA LIONTI