La Scozia a due ore da Milano? Tutto parte da una leggenda che troverebbe conferma in diversi elementi che si trovano tra oggetti e architetture locali. Scopriamo come nasce questo legame con la Scozia e cosa c’è di vero.
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Il borgo scozzese a due ore da Milano
# Tutto nasce dalla battaglia di Pavia del 1525
Non troppo distante dal confine con la Svizzera, ancora meno dalle rive del Lago Maggiore. A poco più di due ore da Milano, nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola, c’è un minuscolo comune di meno di 200 abitanti che secondo una leggenda avrebbe forti radici scozzesi. Stiamo parlano di Gurro, la cui storia moderna suggerisce affinità tra la sua popolazione e quella della Scozia. Tutto parte dalla battaglia di Pavia del 1525 combattuta tra gli eserciti di Francesco I e quelli di Carlo V.
In quell’occasione, secondo dei presunti documenti del XVI secolo, alcuni mercenari o guardie scozzesi nel percorso di rientro verso la madrepatria avrebbero deciso di attendere la primavera successiva per ripartire passando l’inverno in quella che oggi è conosciuta come Valle Cannobina. A quanto pare però decisero di rimanere definitivamente per via delle condizioni di vita simili a quelle presenti nelle Highlands.
# Cosa accomuna Gurro alla Scozia: dai costumi al dialetto
Basta solo questo per stabilire questo legame? Non essendoci fonti storici ci sono diversi elementi che parrebbero ricondurre il borgo piemontese alla Scozia. Troviamo ad esempio il costume tipico delle donne, realizzati con 14 metri di stoffa, la cui sottoveste è in tessuto scozzese. Le vie strette del paese e le antiche abitazioni con la struttura dei muri formate da un rettangolo intersecato da una Croce di Sant’Andrea, tipiche dell’architettura scozzese, sarebbero presenti solo a Gurro e in nessun altro paese della valle. Infine secondo uno studio dell’Università di Zurigo nel dialetto locale sarebbero presenti oltre 800 parole di origine gaelica, persino in alcuni cognomi.
# Tutta fantasia?
In base a quanto riferito dai principali storici locali, non essendoci fonti storiche e riscontri linguistici, si tratterebbe solo di ipotesi fantasiose. Addirittura a far girare questo legame con la Scozia sarebbe stato un amministratore negli anni ’50 per solo fini di promozione turistica. Alla vicenda si aggiunge poi la goliardia. L’antropologo scozzese Robert Gayre, che aveva mentito sulla propria discendenza, aveva asserito di essere capo di un clan scozzese inventato: il Gayre e Nigg. Non solo.
Ha portato pure avanti avanti una ricerca storica per confermare l’origine scozzese degli abitanti di Gurro emettendo un atto di adozione del paese solo per legittimare il clan. Questo ha però dato diritto al borgo di godere dei diritti riservati agli appartenenti ai clan scozzesi, tra cui il kilt e lo sporran “ufficiali“, e ogni anno in occasione della festa della Madonna del Carmelo viene festeggiata la ricorrenza dell’adozione.
Continua la lettura con: Il borgo del respiro: dove una boccata d’aria è rigenerante
FABIO MARCOMIN
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