Il «brutto anatroccolo» dell’hinterland: questo è il paese più brutto secondo i milanesi

«Non ha rivali, in confronto Rozzano e Cinisello sembrano Portofino»

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il_tempio_ IG - Pieve Emanuele
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In un post sulla pagina instagram themilancityjournal IG è stata rivolta la domanda ai milanesi su quale sia il comune più brutto dell’hinterland di Milano. Abbiamo conteggiato i commenti e i relativi apprezzamenti: la sfida ha visto gareggiare i soliti noti, ma a vincere è stato un outsider. Scopriamo quale sia e gli altri comuni della top five.

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Il «brutto anatroccolo» dell’hinterland: questo è il paese più brutto secondo i milanesi

#5 Rozzano, il «Bronx di Milano»

Veduta Aler Rozzano

Soprannominato Rozzangeles, è considerato la “Scampia” della Lombardia o il “Bronx di Milano” ed è il regno delle case Aler e delle faide condominiali. Qui tutto è enorme: i palazzi, i problemi e la voglia di riscatto. Tra degrado e storie di criminalità, c’è anche un’anima che cerca di emergere: nuovi spazi sociali, iniziative per i giovani e una comunità che non si arrende. L’unico vero punto di riferimento per tutti? Il centro commerciale Fiordaliso, perché a Rozzano, il vero centro città è lì.

Leggi anche: Rozzangeles: le 10 meraviglie del Bronx di Milano

#4 Sesto San Giovanni, l’ex «Stalingrado d’Italia»

Credits: wikipedia.org

Molti voti li prende anche Sesto San Giovanni. Era la città delle fabbriche. La “Stalingrado d’Italia”, dopo la fine dell’industria pesante, cerca di reinventarsi tra riqualificazioni infinite e progetti che nascono e muoiono prima di iniziare. La skyline? Ex capannoni e condomini popolari con qualche tentativo di modernità. Il simbolo del cambiamento? Il progetto di MilanoSesto con la Città della Salute e della Ricerca, che promette di far diventare Sesto una mini-Milano, ma la fine è ancora lontana. L’impressione per molti è che sia come un brutto quartiere periferico di Milano, senza le bellezze del centro storico. Uno dei commenti: «Sesto San Giovanni non ha senso, è come essere a Milano non cambia niente. Zero parcheggio e traffico a manetta.»

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#3 Cinisello Balsamo e la piazza «che sembra Hammamet»

giornalelacitta IG – Cinisello Balsamo

Sul terzo gradino del podio c’è Cinisello Balsamo, confinante con Sesto San Giovanni. La zona nord dell’hinterland, la più urbanizzata, è infatti quella dove il confine con Milano sembra non esistere e i primi comuni sembrano solo le propaggini periferiche. Un mare di semafori, rotonde e centri commerciali, dove il traffico è una costante. Architettonicamente? Un mix di palazzi anni ’60 e ’70 alternati a qualche villetta superstite. L’attrazione principale? Il centro commerciale Il Gigante, perché alla fine, a Cinisello, molti ci trascorrono il week end. Tra i commenti della pagina themilancityjournal IG: «Cinisello peggiorata a livelli esorbitanti. Non c’è più un negozio decente, un cinema, un ristorante decente, pieno di pizzerie egiziane e kebabbari…..la piazza centrale sembra il mercato di Hammamet.»

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#2 Baranzate e le sue 100 nazionalità

Maps – Baranzate

C’è chi lo considera un interessante esperimento sociale e chi un disastro urbanistico. Quartieri popolari che sembrano usciti da un film anni ‘80, ma con un mix culturale incredibile: qui convivono più di 83 nazionalità, ben il 35% dei residenti è straniero. È uno dei comuni con il reddito più basso della provincia, grande poco meno di 3 kmq, confina l’area di MIND, ed è occupato in gran parte da capannoni industriali e aree commerciali. Questo commento su themilancityjournal IG è stato uno tra i più votati: «Baranzate è imbattibile! Brutta, squallida e sporca. Una vergogna rispetto alle altre realtà dell’hinterland.»

#1 Pieve Emanuele: «né campagna né città»

il_tempio_ IG – Pieve Emanuele

Il peggiore di tutti secondo i milanesi e residenti nella Città Metropolitana è però Pieve Emanuele. Uno di quei comuni che fa parte della lunga fila di paesini dell’hinterland milanese che, pur essendo a pochi chilometri da Milano, sembrano essere fuori dal radar di molti. Un angolo di campagna ricco di natura che ha cercato di diventare città, ma con risultati non proprio strabilianti. Nel 1962 l’INCIS decise che il paese dovesse ospitare un villaggio residenziale per 8.000 impiegati statali, con palazzoni tra i 6 e i 9 piani sparsi in mezzo alla campagna e senza mezzi pubblici adeguati. Un progetto che ha fatto più danni che altro. Negli anni ’80 sono arrivati anche i disastrosi tentativi di costruire le “Torri” tra via delle Rose e via dei Tulipani, che sono rimaste abbandonate per oltre 20 anni, peggiorando ancor di più l’immagine della zona.

Mancano i grandi centri commerciali, come nei comuni limitrofi, e per arrivare in centro a Milano con i mezzi pubblici ci vogliono almeno 40 minuti, con la linea S13 che però passa ogni 30 minuti, sempre che passi. L’alternativa è il bus più il tram: in tal caso bisogna mettere in conto un’ora di viaggio. «Pieve Emanuele non ha rivali, vince troppo facile, in confronto Rozzano e Cinisello sembrano Portofino» è il commento più votato su themilancityjournal IG.

Fonte: themilancityjournal IG

# Come il brutto anatroccolo può trasformarsi in cigno

Ph. mariopa79

La sensazione scorrendo i paesi meno apprezzati dell’hinterland è che il punto debole di molti luoghi dei dintorni sia quello di accontentarsi a vivere di luce riflessa: gli basta godere dei vantaggi di essere vicini a Milano. Invece le loro amministrazioni dovrebbero cercare di fare anche il contrario: di produrre luce anche per Milano, valorizzando alcuni loro aspetti identitari, come, ad esempio, potrebbe essere l’internazionalità per Baranzate. E veniamo al brutto anatroccolo: il suo punto debole principale è di non essere né carne (città) né pesce (campagna). In un territorio che cerca la genuinità della natura, forse dovrebbe cercare di accelerare sul fronte “campagna”. Mostrando come un paese può essere integrato in modo armonico con la campagna: potrebbe ospitare dei mercati e una fiera che mettano in mostra il meglio dei prodotti del territorio. L’obiettivo di questi paesi non apprezzati deve essere uno solo: valorizzare la propria identità per attirare anche i milanesi. 

Continua la lettura con: «Vado a vivere in Lombardia»: le 7 località più ambite dai milanesi per rifarsi una vita

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6 COMMENTI

  1. Screditare screditare screditare. Non considerate l’epoca e le esigenze di edificazione. Comprese i motivi degli investitori(berlusconi). Non lontani da mi3 mi2 mediaset ecc…..)

  2. Non credo che i votanti come anche chi ha scritto l’articolo, siano mai stati a Pieve Emanuele. Un po’ superficiali, da Milanocittastato mi sarei aspettato più serietà.

  3. Chi ha scritto questo articolo deve essere sicuramente una fighetta che non è in grado di riconoscere lo stato delle cose, se non il suo abitino carino e il suo quartierino. Penso che questi tipi di inserzioni, creano solo un danno di immagine ai luoghi citati creando pregiudizi. Io abito a Cinisello Balsamo da quattro anni e non mi sembra così brutto. C’è tantissimo verde, tanti parcheggi gratuiti, è ben collegata, una ottima rete ciclabile, c’e IL PERTINI un ottima mediateca comunale, in una bellissima villa con un parco secolare stupendo c’è il MUFOCO, il museo di fotografia contemporanea che vanta la collezione di fotografia più ricca di Italia, c’e una piazza centrale molto grande, negozi di vicinato non dirompenti ma giusti, fare la spesa costa meno e la gente è simpatica e generosa in quanto vive di quel che ha e non rompe il cazzo per essere competitiva al fine di trovare i soldi per pagarsi mutui stratosferici e oggetti necessari a compensare una natura fisica spesse volte infelice. Qui si chiacchiera e si possono costruire amicizie senza la necessità di mostrare ciò che si è o si ha, i mezzi pubblici sono molto efficienti. L’unico neo è la presenza di gente che non ha ancora ben compreso l’importanza del decoro, visto che il sindaco di milano che rappresenta anche l’hinterland se ne frega ,in quanto è concentrato a far contenti coloro che non potranno mai esserlo, per via del fatto che non vivono la realtà popolare, in quanto la esulano o per vocazione o per tradizione familiare o semplicemente per diffidenza. che Inoltre non c’è nè area c e b, quell’orrenda trovata che serve solo a rendere Milano un gorgo ingoia soldi. Mentre sto scrivendo, dal centro di Milano la qualità dell’aria è pessima. I luoghi in cui si sviluppa decadenza corrispondono a quegli isolati in cui non esistono negozi e questo vale per tutte le città, Milano compresa.

  4. Pieve Emanuele al primo posto con una descrizione che potrebbe risalire a 20 anni fa.
    Paese in completa ristrutturazione con più centri commerciali e supermercati adiacenti che abitanti, una cozzaglia di informazioni sbagliate buttata a caso in un articolo becero e privo di qualsiasi verifica e fondamento.
    che figura demme
    per me. è no

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