Crema e, in generale, il Cremasco hanno acquisito una grande notorietà dopo essersi prestati per l’ambientazione di un film campione di incassi. Ma il successo ha sempre un prezzo e, in questo caso, c’è anche un risvolto a tinte fosche.
Il “LAGHETTO DEI RIFLESSI” da PREMIO OSCAR a pochi chilometri da MILANO
# Il Laghetto dei Riflessi di Ricengo
Un piccolo lago della campagna cremasca, vicino al fiume Serio, diventato una star del Cinema. Un luogo affascinante che ha raggiunto la celebrità in quanto sede di alcune delle scene del film “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino vincitore del Premio Oscar nel 2018 (con tre nominations). Stiamo parlando del Laghetto dei Riflessi.
Lo si raggiunge attraverso un breve sentiero che parte dalla stradina asfaltata che collega Ricengo con le periferia di Crema. Si può passeggiare su circa la metà delle sue sponde e ci sono postazioni per il pic-nic.
A breve distanza si trova anche un’ampia e scenografica cascatella del vicino fiume Serio.
# L’altra faccia del successo: un luogo incontaminato che viene violato
La notorietà raggiunta dal Parco del Serio e, in particolare, dal suo Laghetto dei Riflessi ha fatto sì che i visitatori aumentassero in modo esponenziale.
Ma molti ignorano un divieto: il Laghetto dei Riflessi non è balneabile. Questo fu stabilito e approvato già da diversi anni dallo specifico regolamento di fruizione.
Ci si potrebbe chiedere: “perché i visitatori ignorano questo divieto se è specificato?”. E il problema è proprio qui: degli incivili si divertono a distruggere i cartelli segnalatici e a non rispettare le altre norme, contribuendo alla diffusione di bagni vietati, festini e atti di vandalismo.
# Un luogo naturale da preservare e valorizzare
Eppure, il divieto esiste e vuole tutelare i visitatori e la loro sicurezza. Infatti, sono aree non sorvegliate e pericolose anche per i nuotatori più esperti.
Ma non solo: l’utilizzo di queste aree può disturbare la sua fauna, che si allontanerebbe dalle proprie zone di alimentazione e nidificazione. Un laghetto da visitare, sì, ma in punta di piedi.
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ALESSIA LONATI
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