Il cronoprogramma è stata aggiornato poche settimane fa, con una nuova data per l’inaugurazione del prolungamento della linea M5 oltre Bignami. Mancano però ancora circa 600 milioni di euro, 300 sono stati promessi dal governo, che mettono a rischio le fermate a Monza: il PUMS approvato nel 2024 sarebbe di rifare. E non è l’unica conseguenza.
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No metro? Monza è rimasta al verde. Anzi, non ha più nemmeno quello
# PUMS da rifare se salta «la rivoluzione su ferro»: è la fine per la «Green Monza»?
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Il PUMS di Monza approvato meno di un anno fa rischia già di essere messo in discussione, se il prolungamento della M5 dovesse arrestarsi prima dei confini cittadini. Nello scenario futuro, dei prossimi dieci anni, è stata infatti immaginata la «Green Monza», una città più verde, meno trafficata e inquinata grazie alla rivoluzione della mobilità su ferro: nel 2034 l’utilizzo dell’auto dove scendere dal 67% al 50%, quello del trasporto pubblico salire dal 17% al 30% e quelli a piedi o in bici dal 16% al 20%.
Nel dettaglio si prevedono 7 stazioni della metropolitana, a cui si aggiunge quella di interscambio con la M1 nei pressi dei confini tra il Comune di Cinisello Balsamo e la provincia di Monza Brianza. No solo: sono previste anche 3 stazioni ferroviarie con quella di Monza Est a servire i residenti non raggiunti dal tracciato della futura M5, insieme a quella esistente di Sobborghi, con un incremento fino a 36 coppie di treni al giorno contro le attuali 20 e un cadenzamento semi orario.
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# Annunciato il nuovo cronoprogramma, ma mancano i fondi per arrivare a Monza
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Appena due settimane fa è stata firmata una delibera di Giunta in regione per aggiornare il cronoprogramma relativo alla realizzazione del prolungamento di M5 verso Monza. Un atto necessario a seguito della richiesta da parte del Comune di Milano, in qualità di ente attuatore dell’opera, di posticipare di due anni, al 31 dicembre 2026, l’obbligazione giuridicamente vincolante. Slitta così a settembre del 2027 l’avvio dei lavori, sono previsti 7 anni di cantieri, con termine a marzo 2023 e prima corsa nel dicembre 2033.
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All’appello mancano però ancora 589 milioni di euro, 300 sono stati promessi dal governo nell’ultima finanziaria, da aggiungere a circa 1,3 miliardi di euro già stanziati. Per questo motivo una delle ipotesi è quella di uno spezzatino dell’opera in più lotti, che vorrebbe dire nella peggiore delle ipotesi fermarsi all’interscambio con la M1 a Bettola nel Comune di Cinisello Balsamo. Monza rischierebbe quindi di essere tagliata fuori e, anche nella soluzione più favorevole di arrivare inizialmente fino alla stazione di Monza FS, bisognerebbe aspettare ancora molto tempo per avere il maxi parcheggio al capolinea al Polo Istituzionale. Oltre al danno la beffa, dato che nel territorio brianzolo è previsto il deposito dei treni, in un’area oggi agricola, ma senza il beneficio della metropolitana.
# Il 27 febbraio previsto un incontro tra i sindaci: sarà risolutivo?
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L’idea di dividere il progetto in più lotti sembra però non piacere a nessuno. C’è anche chi propone, come l’associazione MonzAttiva, una soluzione differente per preservare l’intero tracciato anche in mancanza di risorse: ridurre il numero di fermate, anche nel tratto Bettola-Bignami. L’obiettivo rimane quello di realizzare il tracciato per intero e per questo è stato fissato un incontro a Palazzo Marino, per giovedì 27 febbraio, per valutare come procedere. Al tavolo è prevista la presenza di tutti in sindaci interessati: Bppe Sala per Milano, Roberto di Stefano per Sesto San Giovanni, Giacomo Ghilardi per Cinisello Balsamo e Paolo Pilotto per Monza.
Fonte: Monza Today
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FABIO MARCOMIN
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