Curiosità e record di una provincia che sarebbe dovuta essere parte della Confederazione Elvetica. Ma si sono messi di mezzo gli austriaci.
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Quelli che «dovevamo essere Svizzera»: la maxi provincia più curiosa della Lombardia
# La dichiarazione d’indipendenza della Valtellina
Per secoli la Valtellina è stata la più veloce via di collegamento tra Europa centrale e penisola italiana. Per questo fu oggetto di continue mire espansionistiche da parte dei popoli confinanti. Abitata in età antica da popolazioni celto-liguri e dai camuni, passò sotto l’Impero Romano, poi sotto Lombardi, Franchi, il Ducato di Milano e nel 1512 al dominio del Canton Grigioni in Svizzera. A seguito del Sacro Macello del 1620, in cui ci fu l’insurrezione dei cattolici che portò all’uccisione di 400 protestanti, ci fu la dichiarazione dell’indipendenza della Valtellina dal dominio grigionese. Tornata sotto la Svizzera, nel 1797 Napoleone Bonaparte annesse il territorio alla provincia alla Repubblica Cisalpina, col nome di Dipartimento dell’Adda.
# Gli austriaci la “strapparono” alla Svizzera
Con il tramonto di Napoleone, anche la Valtellina passò sotto l’Impero Austro Ungarico che durante il Congresso di Vienna, scelse di annetterlo al Regno Lombardo-Veneto, invece di farlo tornare alla Confederazione Elvetica, anche grazie all’incisiva azione della delegazione valtellinese guidata dal deputato Diego Guicciardi (fonte “La delegazione valtellinese al Congresso di Vienna (1814-1815)”). Infine nel 1861 entrò a far parte del Regno d’Italia.
# L’unica provincia italiana tra tre bacini differenti alpini fluviali principali
Quella di Sondrio viene considerata insieme a quella di Brescia una delle due maxi province della Lombardia. La provincia di Sondrio ha una caratteristica unica a livello italiano: il suo territorio si trova infatti tra i tre bacini alpini fluviali principali, manca solo quello del fiume Rodano. Eccoli nel dettaglio:
- la Val di Lei con il Reno di Lei che manda le sue acque nel Mar del Nord nei pressi di Rotterdam tramite il Reno Posteriore e poi il Reno vero e proprio;
- l’Adda, che forma la Valtellina e che è fiume principale della provincia, che sfocia nel Mar Adriatico tramite il Po;
- il torrente Aqua Granda e altri minori che si scaricano nel fiume Inn in Svizzera per poi unirsi al Danubio nell’Austria settentrionale, tramite il lago artificiale Livigno, concludendo la corsa nel Mar Nero nel sud-est della Romania.
# Le navi battenti bandiera italiana hanno il diritto di navigazione sul Danubio grazie ai suoi fiumi
La provincia di Sondrio insieme ad altre tre aree d’Italia, come quella di San Candido con la Drava, consentono di far arrivare l‘apporto di acque “italiane” al Danubio a circa lo 0,16% della sua portata complessiva. Questo consente, in base a quanto stabilito nella Convenzione di Belgrado del 1948, alle navi battenti bandiera italiana di avere il diritto di navigazione lungo il fiume.
# Racchiude le più elevate vette lombarde: il punto più alto supera i 4000 metri
Per il suo sviluppo longitudinale e per il fatto di essere la provincia più a nord della Lombardia, racchiude al suo interno le cime più elevate della regione appartenenti alle Alpi Retiche, con il punto più alto segnato dalla Punta Perrucchetti a 4.020 m s.l.m., cima secondaria immediatamente a sud del Pizzo Bernina. La montagna più alta è invece Pizzo Zupò, che con i suoi 3996 m s.l.m. è seconda per altezza del Massiccio del Bernina, la cui vetta si trova in Svizzera.
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# Condivide con Brescia e il Trentino il più grande Parco Nazionale delle Alpi
Un altro record della provincia riguarda la presenza del Parco Nazionale dello Stelvio: il più esteso delle Alpi con oltre 130mila ettari di terreno, dove è presente il secondo più alto valico transitabile d’Europa che mette in collegamento Bormio con Trafoi. Il parco è condiviso con Brescia e il Trentino Alto Adige, che contribuisce con il 48% della superficie complessiva.
FABIO MARCOMIN
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Il Canton Grigioni inteso come stato confederato svizzero nacque nel 1803 pur essendo da molto tempo in buone relazioni con la Confederazione elvetica.
Val Chiavenna e Valtellina divennero grigionesi nel 1517 quando Milano, che aveva rapporti plurisecolari con la regione alpina, tanto che sino all’ottavo secolo la diocesi di Coira era suffraganea di quella ambrosiana (poi passò a Magonza), intravvedeva le vicissitudini dovute all’estinzione del casato Sforza, dalle origini altrettanto avventurose, che portarono alla perdita di quelle zone alpine.
Giustamente nell’articolo si sottolinea l’importanza della zona come via di comunicazione ad esempio per gli spagnoli quando dovevano inviare loro truppe nei Paesi bassi che possedevano. Ancora oggi la zona dove l’Adda entra nel Lario si chiama Pian di Spagna!
Questi territori non furono aggregati direttamente alle Tre Leghe grigie (da cui il nome della zona). Nelle alpi, retiche e non, esistevano molte comunità che si alleavano per svariati motivi senza mai però costituire uno stato e così fu anche per la Valtellina dove spiccava tra le altre la magnifica comunità di Bormio (ma queste comunità furono anche una realtà camuna e cadorina).
Col trattato di Campoformio del 1797 Val Chiavenna e Valtellina furono assegnate alla Repubblica cispadana ovvero alla Milano francese.
L’attuale Cantone dei Grigioni – Graubunden in tedesco Grischiun in romancio – all’inizio non ebbe vita facile con la Confederazione, anch’essa peraltro piuttosto maltrattata da Napoleone.
La Valtellina è la Val Chiavenna non fecero mai parte con pari diritti ðello Stato delle 3 leghe, erano territori soggiogare, e men che meno della Confederazione Helvetica.