Sciesopoli: un simbolo di rinascita tra le montagne di Selvino

Un potente promemoria di come i luoghi possano cambiare significato e funzione, riflettendo i drammatici cambiamenti della società e della politica

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Nascosta tra i monti della provincia di Bergamo, nel pittoresco comune di Selvino, si erge Sciesopoli, un luogo che racchiude in sé capitoli fondamentali della storia italiana ed europea del XX secolo. Questo complesso architettonico, inizialmente concepito come colonia estiva durante il regime fascista, ha vissuto una straordinaria trasformazione nel dopoguerra, diventando un rifugio e un luogo di rinascita per centinaia di bambini ebrei sopravvissuti all’Olocausto. La storia di Sciesopoli è un potente promemoria di come i luoghi possano cambiare significato e funzione, riflettendo i drammatici cambiamenti della società e della politica.

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Sciesopoli: un simbolo di rinascita tra le montagne di selvino

# Le origini fasciste

modugno_designer IG – Sciesopoli

Sciesopoli fu edificata tra il 1932 e il 1933, nel pieno del periodo fascista, su progetto dell’architetto Vietti Violi. Il complesso rappresenta un esempio significativo dell’architettura razionalista, stile prediletto dal regime di Mussolini. La struttura, imponente e funzionale, era in grado di ospitare fino a 700 bambini e comprendeva dormitori, refettori, aule, spazi ricreativi e persino un teatro.

L’edificio principale si sviluppa su più piani, con ampie finestre che garantiscono luce e aria, in linea con i principi igienisti dell’epoca. La facciata, caratterizzata da linee pulite e geometriche, riflette l’estetica modernista cara al fascismo. Gli spazi interni erano organizzati per ottimizzare la vita comunitaria e l’indottrinamento ideologico dei giovani ospiti.

Durante il ventennio fascista, Sciesopoli funzionò come colonia estiva per i figli dei lavoratori dell’industria. L’obiettivo era duplice: da un lato, offrire un periodo di vacanza e di “aria buona” ai bambini provenienti dalle città industriali, dall’altro, utilizzare questi soggiorni come opportunità di indottrinamento politico e formazione ideologica.

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Le attività proposte ai giovani ospiti includevano esercizi ginnici, escursioni, lezioni di cultura fascista e cerimonie patriottiche. L’architettura stessa del complesso, con i suoi spazi ampi e ordinati, era pensata per infondere nei ragazzi i valori di disciplina e ordine propugnati dal regime.

# Il dopoguerra

sarabullseye IG – Sciesopoli

L’Europa si trovava a fare i conti con l’immane tragedia dell’Olocausto. Milioni di ebrei erano stati sterminati nei campi di concentramento nazisti, e tra i sopravvissuti c’erano migliaia di bambini, molti dei quali orfani o separati dalle loro famiglie.

In questo scenario, Sciesopoli visse una straordinaria metamorfosi. Tra il 1945 e il 1948, l’ex colonia fascista divenne un centro di accoglienza per circa 800 bambini ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento. Questa trasformazione fu resa possibile grazie all’impegno di numerose persone e organizzazioni, in particolare della comunità ebraica italiana e internazionale.

Un ruolo chiave in questa trasformazione fu svolto da Raffaele Cantoni e Moshe Zairi. Il primo all’epoca era presidente della comunità ebraica di Milano, figura di spicco della Resistenza italiana e attivista per i diritti degli ebrei. Il secondo era un soldato della Brigata Ebraica. Insieme si adopereranno per ottenere l’uso della struttura e organizzare l’accoglienza dei giovani sopravvissuti, facendo diventare Sciesopoli un luogo di rinascita e speranza. Non si limiteranno a fornire un rifugio fisico, ma si impegnarono per creare un ambiente in cui questi bambini, segnati da traumi indicibili, potessero ritrovare un senso di normalità e di appartenenza.

# La vita a Sciesopoli

I primi gruppi di bambini iniziarono ad arrivare a Sciesopoli nell’estate del 1945. Provenivano da diversi paesi europei, principalmente dall’Europa orientale, e molti di loro avevano vissuto esperienze traumatiche nei campi di concentramento o in clandestinità.

L’accoglienza e l’adattamento non furono semplici. Molti bambini erano diffidenti, spaventati, alcuni non parlavano italiano. Il personale di Sciesopoli, composto da volontari, educatori e personale medico, dovette affrontare sfide enormi per guadagnare la fiducia dei giovani ospiti e aiutarli a superare i traumi subiti.

Nonostante le difficoltà iniziali, a Sciesopoli si riuscì gradualmente a creare un ambiente accogliente e stimolante. La giornata dei bambini era scandita da attività educative, ricreative e terapeutiche. Si tenevano lezioni di italiano, ma anche di ebraico e di storia ebraica, nel tentativo di riconnettere i giovani con la loro identità culturale e religiosa.

Grande importanza venne data alle attività artistiche e creative, come la musica, il teatro e l’arte, considerate fondamentali per l’elaborazione dei traumi e per la ricostruzione di un senso di sé. Non mancavano le attività sportive e le escursioni nella natura circostante, che offrivano momenti di spensieratezza e di contatto con l’ambiente.

Un aspetto cruciale dell’esperienza di Sciesopoli fu il supporto psicologico offerto ai giovani ospiti. Molti bambini soffrivano di incubi, attacchi di panico e altri sintomi di quello che oggi chiameremmo disturbo post-traumatico da stress. Il personale di Sciesopoli, pur non avendo sempre una formazione specifica in questo campo (all’epoca ancora poco sviluppato), si impegnò per creare un ambiente terapeutico e di sostegno emotivo.

Si incoraggiavano i bambini a parlare delle loro esperienze, a esprimere le loro emozioni attraverso l’arte e il gioco, e si cercava di aiutarli a ricostruire un senso di fiducia negli adulti e nel mondo. Questo lavoro paziente e delicato contribuì in modo significativo al processo di guarigione di molti giovani sopravvissuti.

Uno degli obiettivi principali di Sciesopoli era preparare i giovani ospiti per il loro futuro. Per alcuni, questo significava il ricongiungimento con familiari sopravvissuti. Per altri, si trattava di prepararsi per l’emigrazione, spesso verso Israele o gli Stati Uniti. Altri ancora rimasero in Italia, integrandosi nella società locale.

Il personale di Sciesopoli lavorò per fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per affrontare queste diverse prospettive. Si insegnavano lingue, si forniva formazione professionale e si lavorava per sviluppare le competenze sociali necessarie per affrontare il mondo esterno.

# I bambini di Selvino

Molti dei bambini che passarono per Sciesopoli hanno lasciato testimonianze toccanti della loro esperienza. Nei loro ricordi, emerge spesso il contrasto tra l’orrore vissuto nei campi e la ritrovata serenità a Selvino. Per molti, Sciesopoli rappresentò un punto di svolta, un luogo dove poterono finalmente tornare a essere bambini e iniziare a immaginare un futuro.

Queste testimonianze sono preziose non solo come documento storico, ma anche come monito per le generazioni future sull’importanza della solidarietà e dell’accoglienza in tempi di crisi.

L’arrivo dei bambini ebrei a Sciesopoli ebbe un impatto significativo anche sulla comunità di Selvino. Molti abitanti del paese si mobilitarono per aiutare, offrendo supporto pratico ed emotivo. Questa esperienza contribuì a sensibilizzare la popolazione locale sulle tematiche dell’Olocausto e dell’antisemitismo, creando legami che in alcuni casi sono durati per decenni.

L’esperienza di Sciesopoli si inserisce in un contesto più ampio di iniziative di soccorso e riabilitazione per i sopravvissuti all’Olocausto nel dopoguerra. Rappresenta un esempio significativo di come strutture legate al passato fascista potessero essere riconvertite per scopi umanitari, simboleggiando il desiderio dell’Italia di voltare pagina e di contribuire alla ricostruzione morale oltre che materiale dell’Europa.

# Sciesopoli oggi

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Purtroppo, nonostante il suo straordinario valore storico e simbolico, Sciesopoli versa oggi in uno stato di abbandono. Dopo la chiusura del centro di accoglienza per i bambini ebrei, la struttura ha avuto vari utilizzi nel corso dei decenni (colonia, scuola…), ma è stata progressivamente abbandonata a partire dagli anni ’80. 

L’edificio, pur mantenendo la sua imponenza architettonica, mostra evidenti segni di degrado. Le infiltrazioni d’acqua, il vandalismo e l’incuria hanno danneggiato seriamente molte parti della struttura.

auroracantinipoetessa IG – Sciesopoli

Negli ultimi anni, sono nate diverse iniziative per il recupero e la valorizzazione di Sciesopoli. Associazioni locali, studiosi e sopravvissuti si sono mobilitati per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di preservare questo luogo della memoria. Ci sono progetti per trasformarlo in un museo e centro di documentazione sull’Olocausto e sul salvataggio dei bambini ebrei. L’idea è di creare un luogo vivo di memoria e di educazione, che possa raccontare alle nuove generazioni questa straordinaria storia di solidarietà e rinascita.

ambulanzaselvinoaviatico IG – MuMeSE

Il recupero di Sciesopoli presenta numerose sfide, non solo finanziarie ma anche logistiche e concettuali. Come preservare l’autenticità del luogo pur rendendolo fruibile al pubblico? Come raccontare la complessa storia di questo edificio, dal suo passato fascista alla sua trasformazione in rifugio per bambini ebrei? Queste domande richiedono un approccio multidisciplinare, che coinvolga storici, architetti, educatori e la comunità locale. Il futuro di Sciesopoli dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra conservazione e innovazione, tra memoria e prospettive future.

La storia di Sciesopoli a Selvino è un potente esempio di come i luoghi possano cambiare significato e funzione, riflettendo i drammatici cambiamenti della storia. Da simbolo del regime fascista a rifugio per le giovani vittime del nazismo, questa struttura incarna la complessità della storia italiana ed europea del Novecento.

 

Continua la lettura con: Viaggio nel passato: 4 luoghi straordinari in Lombardia per rivivere la GRANDE GUERRA

MICHELE LAROTONDA

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Michele Larotonda
Direttore de Il BARNABÓ, un blog d’informazione di attualità e cultura pop. Ha scritto e diretto cortometraggi che hanno avuto visibilità in manifestazioni specializzate a Milano,Roma e Varese. Autore del format I DUE DELLA STANGATA andato in onda su Radio 2.0. Ha scritto tre romanzi, Il Sognoscuro (Link Edizioni, 2018), Da un’altra parte (Pav Edizioni, 2020) e Tutto quello che non ti ho detto (Pav Edizioni. 2023). Sito web: www.ilbarnabo.it