Febbraio 2026 è ormai dietro all’angolo della prossima incertezza e il piatto ricco delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 include un importante contributo valtellinese alla causa, con eventi ospitati tanto da Bormio quanto da Livigno. Gli impianti per le specialità previste in luogo sono in funzione, ci dice Wikipedia, però la verifica della situazione sul campo rimane ancora la base di qualsiasi giornalismo. Allora partiamo dalla città stato di venerdì pomeriggio, schivando le tangenziali intasate, e cominciamo già dalla lunga lista di gallerie del Lago di Lecco a pregustare la nostra destinazione.
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Viaggio in Valtellina 15 mesi prima delle Olimpiadi
# Bassa Valtellina: tutto è rimasto come ai tempi della nostra ultima visita
La Valtellina, ex costituente della Lega dei Grigioni che Napoleone regalò all’Italia (monumenti al generale còrso non ce ne devono essere da queste parti), costituisce una grandissima dote che la Lombardia non vuole sfruttare appieno. Turisti da altre regioni alpine non ne arrivano, pochi anche dalla parsimoniosa Liguria e dal provinciale Piemonte. Forse ne arriverebbero un po’ di più dall’Emilia-Romagna, in assenza di alluvioni, mentre già dalle Marche in giù chi ha la fortuna di arrivare fin qui se ne innamora perdutamente e non potrebbe essere altrimenti. Se la strada di collegamento fino alla provincia di Sondrio in fondo sconta difficoltà morfologiche, l’ingresso in Bassa Valle, pur migliorato rispetto ai tempi dei semafori eterni di Morbegno, è affidata a un lento tunnel senza possibilità di sorpasso. Alla rotonda in cui si comincia a seguire la vecchia statale 38, tutto rimane come ai tempi della nostra ultima visita: nessun lavoro in corso ormai potrà più far proseguire la strada a scorrimento veloce. Arrendiamoci quindi con tutta calma ai cinquanta all’ora, alle svolte a sinistra, ai semafori, al traffico in ingresso e in uscita da Sondrio. Per fortuna ci hanno detto che la strada per arrivare in Alta Valle da Zurigo è più scorrevole.
# La freddezza olimpica della Media Valtellina
Le modeste stazioni ferroviarie dei piani industriali dei vari comuni abbarbicati sulle colline se non altro sono in fase di rinnovamento: stanno installando i cartelli nuovi, del resto la linea da anni viene interrotta per lavori durante tutto il periodo estivo. Diciamocelo, in arrivo lo slow travel ha sempre il suo perché. Superata Sondrio, tornata una buona volta in serie D con la sua squadra di calcio, il paesaggio della Media Valle comincia a essere viticolo e montuoso tra le case in pietra e le colline dipinte dall’architettura. Teglio è la capitale del pizzocchero ma le sue frazioni a valle piangono l’abbandono.
Tirano ha l’eleganza di una città di dimensioni superiori, grazie agli introiti turistici del famoso Bernina Express, il trenino rosso della letteratura popolare dei viaggi in famiglia. Sondalo merita un discorso a parte: il colpo d’occhio del villaggio sanatoriale che giganteggia sulla macchia verde della collina che domina la cittadina è una meraviglia razionalista, anche se il tema scottante rimane la sua dismissione da ospedale per i tagli alla sanità regionale. Ancora oggi in giro per la Valtellina si possono leggere striscioni scritti a mano: Non vogliamo le Olimpiadi, ridateci il Morelli.
# Bormio: lo sci alpino allo Stelvio
La vecchia capitale dello stato medievale mantiene il suo bel logo comunale bianco e rosso già dal cartello di benvenuto, dopo gli otto chilometri ipnotici di un tunnel che nei nostri ricordi era molto meglio illuminato. La vallata in cui sorge Bormio è un incanto di foliage in questa stagione: manca il rosso, ma le varie sfumature di giallo e arancione rendono l’atmosfera magica proprio come ai tempi dei campi innevati ai lati della strada che entra in città. I lavori in corso qui riguardano solo il vialone centrale, nessun’altra miglioria in arrivo, del resto l’immagine complessiva del luogo resta piacevole, sia tra le stradine strette del centro vecchio che negli isolati a baite attorno agli impianti sciistici.
Jolly da giocare ce ne sono? Di certo i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi, strutture termali d’antan con il fascino della grande stagione turistica europea, sulle prime pendici della strada che si arrampica verso il mitico Passo dello Stelvio. E poi la ripopolazione della Val Zebrù con il gipeto, un avvoltoio indispensabile per l’ecosistema alpino, in questo paradiso del trekking lungo la strada verso Santa Caterina, altra gemma del turismo sciistico locale. Insomma, Bormio è promossa, come sempre: essere ancorati al passato può essere anche una bella cosa, quando il passato ha già portato il massimo progresso possibile.
# Livigno: lo snowboard al Mottolino
L’iconica località della zona extradoganale non ha bisogno di presentazioni: che la si ricordi battuta da una tempesta di vento o al sole caldo di primavera, conserva sempre un posto di favore nel cuore di chi l’ha visitata. Le strade di accesso, sia nell’arrampicare il Foscagno di Trepalle in arrivo che nello scollinare il Forcola svizzero in uscita, sono sottoposte a continue interruzioni semaforiche per rendere i manti stradali all’altezza della situazione, i paletti per la misurazione della neve già calati a intervalli regolari ai margini della carreggiata.
Lo snowboard di Milano-Cortina 26 sarà al Mottolino, un impianto che luccica di recente rifacimento e con un importante cantiere a fianco che interrompe la pista ciclabile lungo l’Aqua Granda, forse l’unica presenza tangibile del fantasma delle Olimpiadi a poco più di un anno dalla kermesse. La pista di fondo è appena stata inaugurata, come ogni anno, ma sino a quando non ci sarà neve anche attorno non aprirà al pubblico e resterà terreno di allenamento per i nazionali: molti hotel sono chiusi per la bassa stagione, come a Bormio, ma per il periodo dello sci quasi tutte le stanze sono già piene.
A Livigno non si paga nemmeno la tassa comunale (1,50€ a Bormio): questa Valtellina si scopre ogni giorno più performante, anche con pochi investimenti. Eppure, per il periodo delle Olimpiadi gli alberghi tentennano ancora a prendere le prenotazioni: con l’imponente parata di forze dell’ordine che è stata annunciata, non è chiaro se un turista in quei giorni potrà avere accesso alle piste o dovrà accontentarsi di vedere proiettate le gare su ogni maxi schermo in città, davanti a un piatto di pizzoccheri artigianali fumante.
Noi in ogni caso per la Valtellina ci saremo sempre.
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LORENZO ZUCCHI
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