Dove le forme di autonomia locale assumono lo status formale di città stato è nel mondo di lingua tedesca. Sono città stato (Staat Stadt) Amburgo, Brema, Vienna e Berlino. Il modello di città stato di Berlino è intrigante.
Si tratta di una città unica. Su questo ci sono pochi dubbi. Per quasi mezzo secolo è stata divisa in due sistemi contrapposti: a ovest uno basato sul libero mercato e a est uno comunista.
Due sistemi inconciliabili che hanno portato alla costruzione di un muro che ha tagliato in due la città, accentuandone le differenze.
In una sola città si trovavano i due blocchi che si sfidavano nella guerra fredda e per quasi cinquant’anni Berlino ovest è rimasta un’enclave della Germania ovest circondata dai territori della Germania Est.
Così anche la parte occidentale della città è cresciuta in modo atipico, distaccata dalla madre patria, favorendo leggi e consuetudini indipendenti dal resto della Germania: aveva la funzione di vetrina di sistemi contrapposti e in base a questo è stata amministrata in modo particolare. Chi viveva a Berlino, per esempio, era esentato dal servizio militare e poteva godere di molte agevolazioni e molte più libertà rispetto alle altre città, come quella negli orari dei negozi.
Dopo la caduta del muro, l’unificazione della città e la nomina a capitale, Berlino ha subito un’altra rivoluzione.
Lo stato tedesco ha avuto a che fare con un’entità profondamente diversa dalle altre: reduce da una storia unica, a lungo divisa in due e comunque soggetta a un’economia prevalentemente assistita. E la scelta, per niente scontata, specie considerano la storia del nostro Paese, non è stata di aumentare il peso del governo per ridimensionare le sue atipicità, ma all’opposto: si sono dati a Berlino massimi poteri su come amministrarsi.
La capitale tedesca ha una sua costituzione che si apre definendo la città allo stesso tempo comune e stato federale (Land) (“Berlin ist ein deutsches Land und zugleich eine Stadt“) (art.1 comma 1)
Il secondo comma dello stesso articolo ribadisce che “Berlino è un Land della Repubblica Federale di Germania”. Berlino è dunque una città stato, in cui comune e Land coincidono sia a livello territoriale che politico: gli organi che la gestiscono hanno doppio potere. In più Berlino ha anche potere di rappresentanza diretta nel Parlamento tedesco (Bundesrat) e nel Comitato delle Regioni dell’Unione Europea.
Il sistema tedesco prevede ampia autonomia ai singoli Länder nell’amministrazione interna e Berlino ha per sé ogni competenza che non sia assegnata dalla Costituzione al parlamento tedesco. Berlino ha il potere di dotarsi una propria forma di governo, nel rispetto dei principi costituzionali, ha un suo parlamento (Abgeordnetenhaus), un governo (Senat) e un Borgomastro che presiede il governo e rappresenta Berlino all’esterno.
Berlino si è dotata inoltre di un sistema che consente anche ampia autonomia distrettuale.
Particolare è il tipo di rapporti tra la città stato e il governo centrale che per legge devono essere regolamentati attraverso “accordi contrattuali” (art. 5, comma 3). Questo consente di gestirli in modo più agile che se invece dovessero essere definiti da specifiche leggi. Esempi di accordi governo-città stato sono quelli che hanno riguardato trasferimenti statali per lo spostamento della capitale, alcuni investimenti nella cultura e delle politiche per i trasporti.
Il finanziamento della città stato rientra nel sistema finanziario ordinario, che prevede una ripartizione dei fondi federali tra i diversi Länder, in base alle loro esigenze e ad altri parametri.
La scelta di concederle la massima autonomia ha premiato una città che non solo è stata in grado di risollevarsi dal suo passato ma è diventata una vera capitale europea, motore di iniziativa e di imprenditorialità. Una trasformazione fulminea che ha prodotto grandi benefici per tutta la Germania, segno ancora una volta che l’autonomia a una singola parte è la via per dare più forza a una intera nazione.
Berlino ha una sua costituzione, possiede la capacità di dotarsi il sistema di amministrazione che reputa più opportuno e ha la facoltà di decidere ogni intervento straordinario con la semplice contrattazione con il governo, senza dover rincorrere le lungaggini del dover introdurre nuove leggi.
Certo, Berlino è favorita dall’assetto dello stato tedesco che è unico, perché consente che vi siano nel suo territorio diverse forme di gestione assai diverse tra di loro, come i Länder e le singole città stato, Amburgo, Brema e Berlino, ognuna con le sue caratteristiche distintive.
Il fatto di trattare la città in modo pragmatico, tenendo conto delle sue specificità, fino a costruire un modello di città stato su misura, sembra la via ottimale da seguire anche per Milano, che rappresenta un unicum nel nostro Paese dove tra l’altro la normativa esistente è più freno che incentivo allo sviluppo della città.
In Europa è dunque il caso di Berlino quello più utile se si vuole progettare la nuova Milano in modo che produca gli effetti migliori per i suoi cittadini e per il resto del paese. Ma forse esiste un altro esempio ancora più utile, soprattutto come incoraggiamento a perseguire quella che oggi può sembrare ancora un’utopia. Questo esempio lo si trova in Asia.
ANDREA ZOPPOLATO
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