8. SINGAPORE. CITTADINI IN AFFITTO NEL PARADISO DEI MILIONARI

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Come ha fatto una località di dimensioni limitate, posta ai confini del mondo, di poco più di 5 milioni di abitanti, a diventare una delle capitali internazionali del commercio, il più importante hub per la logistica, la quarta piazza finanziaria, e il quinto porto più importante del globo?

L’isola di Singapore si trova in mezzo a un arcipelago tra Indonesia e Malesia, e attira persone da tutto il mondo: i lavoratori stranieri sfiorano la metà del totale e rappresentano in gran parte persone altamente qualificate. Allo stato attuale Singapore conta la più alta percentuale di milionari al mondo, davanti a un’altra città stato, che vedremo nel prossimo articolo: Hong Kong.
È indipendente dal 1965 quando il parlamento della Malesia ne ha decretato l’espulsione dal suo territorio e, a partire dagli anni settanta, il governo ha inserito tra le sue priorità lo sviluppo economico e il sostegno all’imprenditorialità.

Singapore è a tutti gli effetti una città stato: indipendente e senza territori autonomi dalla capitale. È una democrazia rappresentativa, considerata dalla Freedom House “parzialmente libera” pur risultando uno dei paesi meno corrotti al mondo, secondo Transparency International. Ha un sistema elettorale simile a quello britannico per eleggere i membri del parlamento. Il potere esecutivo è esercitato dal Gabinetto guidato dal Primo Ministro, il Presidente è eletto a suffragio universale. Il diritto deriva da quello britannico e il sistema giudiziario è considerato tra i più efficienti al mondo. La sua economia è una delle dieci più libere e competitive a livello internazionale.

Il suo successo è il risultato della combinazione tra diversi elementi, come la forte propensione al libero mercato e l’esistenza di condizioni socio-politiche che favoriscono una prosperità diffusa. Ma è indubbio che alla base di tutto questo vi sia la possibilità del territorio di gestirsi in assoluta autonomia, potendo rispondere in modo efficiente alle esigenze dei suoi cinque milioni e passa di abitanti e di chi desidera trasferirsi dall’estero.
Effetti dell’autonomia sono stati, in questo caso, ricchezza, rilevanza internazionale, capacità di attrarre talenti, un servizio sanitario tra i primi al mondo, politiche per l’ambiente all’avanguardia, infrastrutture, ordine pubblico e pace sociale come di rado si trovano al mondo.

Per quanto riguarda il tipo di rapporto tra autorità e cittadini, si è detto che Singapore ricorda la Svizzera. Singapore nasce come una repubblica che assegna al governo un potere molto forte: si tratta di un’autorità che lascia tutti liberi di perseguire il proprio successo, però all’interno di un territorio che non appartiene ai cittadini. Anzi. La legge è molto dura contro chi trasgredisce, la polizia è molto dura per assicurare l’ordine pubblico e c’è un esercito molto forte per preservare l’autorità da forze destabilizzanti, dall’esterno o dall’interno del paese.
Come per la Svizzera i cittadini più che comproprietari sono come in affitto sul territorio di altri e questo affitto lo pagano caro. Un esempio sono le automobili che a Singapore costano più che in ogni altra parte del mondo, perché al prezzo di acquisto bisogna aggiungere quello del diritto di circolazione della durata di dieci anni. La burocrazia è snella ed efficiente, oltre al fine di agevolare la libera iniziativa dei cittadini ha il compito di preservare la proprietà e l’organizzazione dell’autorità della città stato.
Per sentirsi più a casa propria conviene spostarsi qualche migliaio di chilometri più a nord, in un luogo che sembrava destinato a diventare uno dei meno liberi al mondo.

Prossimo articolo: Hong Kong. Il miglior modello per Milano città stato

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.