Così vicina a Milano ma, per storia e tradizioni, così lontana da essere, assieme al territorio bresciano e cremasco, più veneta che lombarda. La Bergamasca è una terra ricca di storia e di natura, tanto montuosa quanto pianeggiante. Basta passeggiare per le vie del suo capoluogo per respirarne l’atmosfera dei passati secoli veneziani, la cui influenza vive ancor oggi nelle sue piazze, nello stile delle case, nei dialetti locali, nelle tradizioni e nell’arte, influenzata dalla ricca Venezia e dai suoi artisti.
Oggi però non vi condurrò alla scoperta delle bellezze artistiche custodite tra la città alta e bassa di Bergamo: usciremo alla scoperta di alcune delle innumerevoli bellezze nascoste nella provincia bergamasca, tra le sue valli, le sue calde pianure e le alte vette orobiche.
Le 10 ATTRAZIONI IMPERDIBILI della BERGAMASCA
#1 Salto degli Sposi
Basta incamminarsi a poca distanza dal passo della Presolana, a 1297 mt, in un facile sentiero boschivo per imbattersi in un “Belvedere” davvero originale, e già la presenza delle tre statue che incontriamo lo dimostra. Siamo sul monte Scanapà, e da qui la vista spazia sulla sottostante Val di Scalve, sul torrente Dezzo e fino alla Valcamonica, il silenzio e i colori della natura fanno la loro parte rendendo questo posto quasi magico, tanto da aver attratto con la sua bellezza una coppia di novelli sposi del XIX secolo.
Nel 1871 il giovane musicista polacco Maximilian Prihoda giunse in questa valle per far visita alla famiglia, che aveva possedimenti nella zona, innamorandosi del luogo e decidendo di stabilirvisi assieme alla moglie, la pittrice Anna Stareat. I due fecero del Belvedere il loro nido d’ispirazione, passandovi ore ed ore ad osservarne la natura e il fascino enigmatico di quel salto, tanto che, come narra la leggenda, un giorno decisero di gettarsi da quel dirupo abbracciati l’uno all’altra. I corpi vennero rinvenuti ancora abbracciati, come in un eterno gesto d’amore che rimane tutt’oggi un mistero.
Oggi restano le loro sagome metalliche a ricordo di questa triste e romantica storia, e la scenografica vista di questo Belvedere.
#2 Polittico di Ponteranica
Nella gotica chiese dei SS. Vincenzo ed Alessandro a Ponteranica, non molto distante da Bergamo, è custodita una delle più belle opere pittoriche di Lorenzo Lotto, genio del Rinascimento italiano che trascorse nella bergamasca ben tredici anni, realizzando alcuni dei suoi più grandi capolavori. Lorenzo Lotto è strettamente legato a Bergamo e al suo territorio, potremmo quasi dire che i suoi più grandi capolavori siano stati realizzati in questi territori, molto più che a Treviso, Venezia e nelle Marche.
Il polittico di Ponteranica è un vero gioiello nascosto, eseguito dall’artista nel 1522 su commissione della Scuola del Corpo di Cristo e collocato a sinistra dell’altare maggiore. Il dorato scrigno ligneo riflette ancora di più la bellezza dell’opera, nella cui tavola superiore è raffigurato Cristo Risorto, vincitore della morte su questo tappeto di nuvole, uno sguardo intenso e profondo verso lo spettatore.
Ai lati del Redentore, Lotto rappresenta l’Annunciazione, in uno sfondo buio, illuminato solo dalla Colomba. Nei pannelli inferiori si trovano San Pietro, con le immancabili chiavi, Giovanni Battista e Paolo, mentre il paesaggio terreno alle loro spalle ricorda proprio la natura circostante, le colline della Val Brembana di cui Ponteranica è parte.
#3 Clanezzo
Clanezzo è un borgo fluviale all’imbocco della Val Brembana, che conserva ancora un fascino medioevale dove il tempo sembra essersi fermato, è perciò la meta ideale per fare due passi tra storia e natura. Scendendo verso la confluenza tra il fiume Brembo e il torrente Magna, la prima cosa che si incontra è il medioevale ponte di Attone, una possente struttura in pietra che scavalca il torrente, edificato per volere del conte di Lecco Attone attorno al X secolo.
Questo ponte fu per anni l’unica via d’accesso alla Val Brembana e quindi importantissima via di commercio con il mondo germanico, non è dunque un caso che, al di la del ponte si trovi l’antica dogana eretta per la riscossione delle gabelle. Seguendo la strada verso il Brembo, arriviamo ad un altro complesso di edifici, il porto, realizzato attorno al XVII secolo durante l’epoca veneziana, utile per l’attraversamento del Brembo a scopi commerciali.
Il fascino di antico borgo di frontiera è ancora vivo tra queste mura, da cui fino all’inizio del ‘900 partirono traghetti, alcuni diretti anche a San Pellegrino Terme, e dove, verso il 1878, venne realizzato uno dei primissimi ponti con funi portanti realizzati in Italia, il cosiddetto “Put che bala”.
#4 Cassiglio
Poco battuta e conosciuta, posta tra la Val Brembana, di cui ne è una diramazione, e la lecchese Valssassina, la Val Stabina e il borgo di Cassiglio vantano un itinerario artistico e naturale di tutto rispetto. Per raggiungerla dalla Val Brembana basta salire fino ad Olmo al Brembo, e da qui trovarsi faccia a faccia con questo affascinante paese montano di 110 abitanti. Ma perché vale la pena fermarsi a Cassiglio? La risposta vi sarà chiara appena giunti alla chiesa di San Bartolomeo, risalente al 1468, sopra al cui ingresso è affrescata una rara e pregevole “danza macabra” tardo gotica, risalente anch’essa alla seconda metà del XV secolo. L’affresco parla chiaro, nessuno è immune alla morte, ne il papa, qui raffigurato accanto ad un macabro scheletro, ne l’imperatore, ne tanto meno i nobili o i cavalieri.
Una danza tra la vita e la morte, che probabilmente decorava l’intera parete dell’edificio, e che incontriamo nuovamente camminando poche centinaia di metri più avanti, lungo la strada che porta a Valtorta, sulle pareti di Casa Milesi. Abbiamo cambiato epoca, ma la danza macabra rimane, anche se sarebbe più giusto chiamarla “serenata macabra” vista la scena che si svolge lungo la prima finestra centrale, dove un uomo, in eleganti vesti barocche, sta corteggiando la giovane dama alla finestra non curandosi della freccia incoccata nell’arco di quel macabro scheletro, che lo unisce al destino dei due vecchi popolani.
Il gusto veneto di queste scene tardo barocche è sdrammatizzato dai personaggi che animano la parte inferiore dell’edificio, un orso, animale che abitava queste valli, una scimmia e altri animali che sembrano non preoccuparsi del corso della natura. Da Cassiglio è possibile anche seguire alcuni sentieri di trekking fino alla cosiddetta “grotta dell’isola” oppure rilassarsi al lago artificiale di Cassiglio, da cui partono altrettanti sentieri verso la Valsassina.
#5 Clusone
Centro più importante dell’alta Val Seriana, Clusone è un pittoresco borgo medioevale circondato dalle montagne. Passeggiare per le sue vie permette al visitatore di scoprire alcuni dei suoi tesori, tra cui il bellissimo orologio astronomico incastonato nella torre del municipio o la gotica chiesa dei disciplini.
L’orologio venne costruito nel 1583 da Pietro Fanzago, ed è un autentico gioiello della meccanica rinascimentale, oltre ad essere uno dei più antichi e pregevoli esempi di orologio-planetario d’Europa. Molto più famosa della “danza macabra” di Cassiglio è quella affrescata sulla facciata dell’oratorio dei disciplini di Clusone, realizzata nel 1484/85 per volere dell’omonima confraternita.
Il tema del ciclo è lo stesso trattata in Val Stabina, ma in maniera più solenne e pomposa, con una morte incoronata e sovrana, vittoriosa su papi, vescovi, cardinali, imperatori, dogi e regnanti d’ogni nazione. A differenza dell’affresco di Cassiglio, qui si conosce il suo autore, l’albinese Giacomo de Buschis. Una visita a Clusone non puó dirsi completa, senza aver provato i tipici scarpinocc, una specie di casoncello ripieno di formaggio e spezie.
#6 Gromo
Uno dei borghi più belli d’Italia, Gromo sembra non aver perso quel fascino medievale che la rese nota come la “piccola Toledo” per via della sua celebre produzione di armi ed armature, soprattutto al servizio della repubblica di Venezia. Oggi come allora il suo cuore è la centrale piazza Dante, su cui si affacciano il turrito castello Ginami, oggi sede di un ristorante, la gotica chiesa di San Gregorio e il quattrocentesco palazzo Milesi, oggi sede del comune e del “Museo delle armi bianche e delle pergamene”.
#7 Santuario di San Patrizio
Arroccato sulle prealpi orobiche a 620 metri d’altezza, questo antico santuario è l’unico in Italia dedicato all’apostolo d’Irlanda St Patrick. Fondato da alcuni mercanti irlandesi nel XII secolo probabilmente come voto per esser sfuggiti alle razzie dell’imperatore Federico Barbarossa nei territori bergamaschi, conserva al suo interno un pregevole ciclo di affreschi rinascimentali del 1514.
Il santuario è raggiungibile sia in macchina che a piedi, attraverso un sentiero in salita che parte dal centro di Colzate e giunge fino alla rupe su cui poggia il sacro edificio. Proprio lo sotto si trova la fontana di St Patrick le cui acque, secondo la tradizione, avrebbero qualità miracolose.
#8 Fraggio
Un piccolo borgo montano a quasi 1000 metri, rimasto inalterato nel tempo ed oggi quasi del tutto disabitato. Il Borgo di Fraggio, frazione del comune di Taleggio, è raggiungibile a piedi percorrendo una mulattiera ed è un escursione ideale per chi è alla ricerca di un angolo di pace fuori dalla frenesia delle città.
Posto sull’antico confine tra Repubblica di Venezia, che qui aveva una dogana, e Ducato di Milano, sembra che qui tutto si sia fermato. Attorno a noi solo antiche case in pietra, il rumore dell’acqua che scorre dal lavatoio e la mole medioevale dell’oratorio di San Lorenzo, vero gioiello nascosto.
#9 Valle del freddo
In questo angolo della Val Cavallina, a soli 360 metri d’altitudine, avviene un fenomeno che unico in nel suo genere in tutto il continente europeo. Si tratta della riserva naturale della Valle del freddo, così chiamata perché le temperature qui scendono fino a 2 gradi, permettendo in estate la fioritura di stelle alpine e rododendri.
Il fenomeno è dovuto al fatto che l’acqua nel terreno si ghiacci, permettendo in estate la fuoriuscita di aria fresca attraverso delle fessure nel terreno. Gli abitanti chiamano questa valle la “valle del diavolo” perché, secondo la leggenda, fu il diavolo a crearla. Leggende o meno, la valle del freddo è un luogo ideale in cui rifugiarsi durante i caldi week end estivi.
#10 Pizzo Coca
Se anche voi siete amanti dell’alpinismo allora la meta ideale nella bergamasca è il Re delle Orobie, il Pizzo Coca. Coi suoi 3050 mt d’altezza il Pizzo divide la bergamasca dalla Valtellina. La via che ci conduce sul Pizzo potremmo anche dividerla in due gradi di difficoltà per una durata complessiva di circa 5/6 ore di cammino.
Partendo da Valbondione, ultimo paese della Val Seriana, superiamo il fiume Serio e iniziamo la nostra salita, di poco più di 2 ore, fino al Rifugio Merelli al Coca, a 1892 metri. Salendo ancora più su, raggiungiamo il Lago Coca, a 2108 metri, circondato dalle tre vette più alte delle Orobie, i Pizzi Coca, Redorta e Scais. Dal lago ha inizio l’alpinismo vero e proprio, salendo piano e lungo la via per esperti che conduce ai 3050 metri del Pizzo Coca e della sua croce, da cui la vista è davvero incredibile.
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MATTIA GALBIATI
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