L’ISOLA di SANT’ERASMO, l’ “orto di Venezia” che rivive grazie ai ristoratori

L'isola più grande della laguna di Venezia, dopo il Lido, abitata da contadini è al centro di un nuovo progetto di rivalutazione

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Credits: slowvenice.it

L’isola più grande della laguna di Venezia, dopo il Lido, abitata da contadini è al centro di un nuovo progetto di rivalutazione. 

L’ISOLA di SANT’ERASMO, l’ “orto di Venezia” che rivive grazie ai ristoratori

# Sant’Erasmo e Venezia

L’Isola di Sant’Erasmo si trova a nord-est di Venezia, si può raggiungere con i mezzi pubblici in meno di mezz’ora. E’ l’isola più grande della laguna veneta, dopo Venezia e il Lido. Conta circa 700 abitanti, quasi tutti agricoltori.

Credits: slowvenice.it

Tra questi, meno di 10, sono giovani. Il terreno di quest’isola ha sempre goduto di alcuni fattori geografici che ne hanno reso molto particolare la composizione: argillosa da una parte, verso la laguna, sabbiosa dall’altra, verso il mare Adriatico.

# L’orto di Venezia

Sant’Erasmo, a causa della sua posizione e dei suoi terreni, ha sempre contato pochi abitanti, dediti quasi tutti all’agricoltura. Per questo, l’isola è definita spesso “l’orto di Venezia“. E’ famosa soprattutto per le castraure, il tipico carciofo violetto che è diventato presidio Slow food. In passato, tuttavia, l’isola era terra ospitale per i frutteti: da qui provenivano le pesche usate per il famoso Bellini, qui crescevano alberi di pere, prugne, susine e giuggiole. L’acqua alta del 1966 ha però dato il via ad un’interruzione progressiva delle colture, che si sono riprese solo parzialmente con il passare del tempo.

Quando è iniziato il progetto Osti in Orto, molti dei terreni erano incolti da parecchi anni.

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Credits: venezia.net

# “Osti in orto”: un esemplare progetto di sostenibiltà economica

Il progetto è tanto semplice quanto prezioso: nel 2021, in pieno periodo Covid, 13 ristoratori veneziani hanno affittato un appezzamento di terra nell’isola di Sant’Erasmo per coltivare verdura, spezie e aromi. Tutte materie prime che poi utilizzano nella realizzazione dei loro piatti. E’ nato così Osti in Orto.

Credits: @vivovenetia.it

Il progetto è un esempio perfetto di produzione circolare: il gruppo di ristoratori rappresenta la comunità che ha recuperato un terreno incolto e supporta chi vi lavora. Il territorio a disposizione dei progetti cittadini restituisce materie prime per le stesse attività del gruppo.

I ristoranti coinvolti nel progetto sono alcuni ta i migliori luoghi dove mangiare a Venezia e dintorni, dove poter assaggiare “il frutto” di questo incredibile lavoro: Al Covo, Antiche Carampane, Trattoria Anzolo Raffaele, Rioba, Riviera, Testiere, Trattoria Vittoria da Aldo, Marciano e Marcianino, Vini da Gigio, Covino, Trattoria da Ignazio, Da Guido (a Jesolo).

Inside Venice Shop | Visita all'orto di Osti in Orto a Sant'Erasmo - Esperienze in laguna
Credits: @insidevenice.it

Gli stessi ristoratori si riempiono d’orgoglio nel dar voce ai progetti cittadini che arricchiscono Venezia e la sua laguna. Per loro si tratta di una sfida che rispetta il territorio, unendo agricoltori, ristoratori e offrendo un prodotto di altissima qualità.

Fonte: insidevenice.it

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LUCIO BARDELLE

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Lucio Bardelle
Nasco a Dolo (VE) nel 1979. Padre padovano, mamma vicentina, cresco nella terraferma veneziana. Studio Economia a Venezia, poi viaggio, per lavoro e per piacere. Vivo una decina d'anni tra Bologna, Lombardia e Roma, poi torno a Venezia. Sono appassionato di musica rock, suono la chitarra e il basso. Scrivo per una associazione locale a sostegno del cittadino (Oltre il muro), creata da Pietro, uno dei miei migliori amici, infortunatosi 15 anni fa durante una partita di calcio.