La villa che oggi ospita la Civica Scuola di Musica di Milano ha una storia davvero sconvolgente.
VILLA SIMONETTA: la vera storia del palazzo più LUSSURIOSO di Milano
# La casa di Clelia
Nel 1547 la dimora fu acquistata da Ferrante Gonzaga che la fece ricostruire da Domenico Giunti. In seguito divenne proprietà dalla famiglia Simonetta, che la fecero abitare dalla figlia Clelia. Questo perché Clelia, che era rimasta vedova da poco, faceva chiacchierare molto la buona società poiché, saltando da un’alcova ad un’altra, non godeva della fama di donna ‘rispettabile’. I genitori quindi decisero di spedirla in questa villa isolata sperando che la solitudine le avrebbe fatto mettere giudizio.
In realtà successe proprio l’opposto. Infatti, rimasta sola in questa villa ai tempi sperduta, Clelia, invece che contrirsi in pentimento, iniziò ad organizzare feste sfarzose e lussuriose in cui lei era la protagonista assoluta. Queste feste in breve tempo furono sulla bocca di tutti. Pareva che gli invitati, una volta entrati nella casa, dovessero fare una sosta in un bagno turco per lavarsi e poi potessero girare nelle sale per sperimentare i piaceri del sesso.
# Il cold case di Milano
Clelia passò così diversi anni, finchè fu accusata di aver fatto sparire undici ragazzi. Costoro, tra i giovani più belli e prestanti della zona, erano scomparsi nel nulla. Le voci che circolavano accusavano Clelia di organizzare dei giochi erotici talmente spinti da portare alla morte dei partecipanti o la accusavano di essere una maga che aveva creato una sorta di golem con le parti del corpo degli undici sventurati. La verità non venne mai a galla e questo rimane uno dei cold case di Milano.
# La cena con i nani della compagnia della teppa
In epoca di dominazione austriaca a Milano si aggirava una banda conosciuta come la Compagnia della Teppa. Tale banda era composta da giovani che organizzavano scherzi ai danni degli austriaci.
Il loro capo, Ciano, che però era conosciuto ai più come Barone Bontemp, decise di organizzare uno scherzo ai danni delle ragazze milanesi che erano accusate dalla banda di essere un po’ troppo svenevoli nei confronti delle truppe austriache. Barone Bontemp decise di pagare un gran numero di storpi, nani e deformi promettendo loro una cena che si sarebbe conclusa con tante donne compiacenti. Contemporaneamente la banda raccolse varie fanciulle della Milano ‘bene’ dicendo loro che le avrebbero portate a una cena elegante. La cena si svolse proprio a Villa Simonetta. In questo luogo la banda della Teppa aveva preparato tavoli imbanditi a cui furono fatte accomodare le ragazze. Ad un segnale convenuto furono fatti entrare ‘i signori’, abbigliati con vestiti di gala recuperati nelle sartorie della città.
A quel punto la scena divenne folle: le giovani ragazze erano rincorse da nani e storpi, capitanati dal Gasgiott, ai tempi il nano più famoso di Milano. Lo scherzo volse al peggio nel momento in cui proprio Gasgiott estrasse un coltello e iniziò a menare fendenti. La serata si concluse con qualche ferito lieve e le ragazze salve. Tra di loro però c’era la figlia di un nobile amico del vicerè austriaco che fu quindi chiamato a prendere provvedimenti. Molti giovani furono esiliati in Svizzera o arruolati a forza. Da allora il termine teppista indica chi commette azioni vandaliche o violente.
# L’eco
La nostra villa aveva una caratteristica che la rendeva unica: l’eco. Si narra infatti che una parola urlata dal giardino in direzione della villa si moltiplicasse raggiungendo circa settantacinque ripetizioni. Da qui una curiosa storiella milanese: se qualcuno fosse andato davanti alla villa e avesse detto : « ma come se fa a avegh inscì tanta bella robba?» (come si fa ad avere tanta bella roba?) l’eco avrebbe risposto : « Robba, robba, robba…» (ruba, ruba, ruba…). Purtroppo in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che danneggiarono gravemente la villa, l’eco si è persa.
# Da regno del sesso a quello della musica
Nei secoli è passata per le mani di molte famiglie nobili ed è stata adibita a molti usi: osteria, lazzaretto per i malati di colera ecc… fino ad oggi in cui è diventata la “Civica Scuola di Musica di Milano.
Continua la lettura con: Luogo nascosto #58 – A Milano c’è una statua con TRE SENI: “la donna di trì tett”
GIULIA PICCININI
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