Nella sua lunga storia, a causa di invasioni, assedi, terremoti e migrazioni di massa, Milano ha visto ribaltare di continuo il suo aspetto. Questo è accaduto per adattamento, per la sua natura o per cause di forza maggiore. Molti monumenti storici, palazzi e testimonianze del suo passato sono stati cancellati per essere sostituiti con nuove costruzioni che contribuiscono spesso a dare a Milano un’impronta futuristica e all’avanguardia. Eppure abbiamo perso importante tracce: lo sapevi che in epoca romana era presente un’enorme arena, un grandissimo circo (due torri sono tuttora esistenti) e un imponente palazzo imperiale? E cosa sai della presenza di una splendida chiesa, poi rasa al suolo, in epoca napoleonica? Senza considerare che durante l’occupazione sabauda e la conseguente dittatura fascista ci fu una vera e propria devastazione. Vediamo cinque esempi.
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5 Luoghi di Milano che erano meglio prima
#1 I Navigli: il falso modernismo che ha cementato i canali
Come non ricordare per prima, la sciagurata e folle copertura dei Navigli? Quello che fu il più antico sistema di canali navigabili d’ Europa, che per secoli contraddistinse in maniera profonda l’aspetto della città, affascinando pittori e viaggiatori di tutto il mondo, e permise a Milano un importante sviluppo economico (fino agli anni ’50 la Darsena era uno dei principali porti mercantili italiani), fu brutalmente cancellato per un’ottusa visione falso modernista. I canali diventarono strade, mentre le acque, pulite perché sporchi erano gli scarichi, lasciarono il posto all’asfalto. Confrontare quelle visioni di struggente e infinita bellezza con certe anonime strade odierne fa davvero male. Speriamo presto di rimediare con una riapertura totale, o almeno parziale, dei nostri amati navigli.
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#2 Bottonuto: la torre Velasca gli ha dato il colpo di grazia
La speculazione edilizia e l’ignoranza, con la scusa del risanamento, causano una devastazione tra le peggiori che si possano immaginare. Persino Ceasescu e Kim Jong resterebbero inorriditi da un simile scempio !Una antichissima contrada ricca di botteghe, caffè, trattorie e bordelli, ha lasciato il posto a un’anonima colata di cemento nei primi anni ’30. Il colpo di grazia al Bottonuto arrivò nel dopoguerra, con la costruzione della Torre Velasca e dai brutti edifici che la circondano. Quello che sarebbe diventato ora uno dei quartieri più caratteristici e visitati d’ Europa, non esiste più.
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#3 Il Lazzaretto: il luogo storico de “I promessi sposi”
L’ antichissimo ospedale di manzoniana memoria oltre ad essere un bellissimo edificio, aveva un profondo valore simbolico essendo il principale luogo dei promessi sposi. La sua demolizione fu decisa per lasciare il posto ad edifici eleganti che, se dobbiamo dirla tutta, potevano essere edificati da un’altra parte, risparmiando un simbolo tanto importante per la città. Uno dei luoghi che avrebbe attirato l’attenzione di frotte di turisti, oggi non esiste più.
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#4 Il Verziere: Il cuore caldo di Milano oggi è un luogo freddo e anonimo
Una zona popolare, autentica, viva e dove si svolgeva il mercato ortofrutticolo, era situata nel centro di Milano. La zona, oltre che estremamente caratteristica, era anche quella dove Carlo Porta, uno dei più grandi poeti dialettali italiani e non solo, andava a “ripassare” il suo milanese. Proprio qui il poeta decise di ambientare una delle sue opere, che attribuì a dare al luogo un’importanza storica. Successivamente è stato sostituito da brutti ed ingombranti palazzi europei e da pomposi caseggiati che l’hanno reso oggi un luogo freddo e desolato. Con tutto lo spazio ancora disponibile in quegli anni il Verziere poteva e doveva essere risparmiato.
#5 Piazza Duomo e Galleria: affossati dal cemento
Lungi da noi considerare brutta la Galleria dal nome un po’ sinistro (la cui costruzione fu però costellata di scandali) e Piazza Duomo, non si può certo gioire nello scoprire che il cuore del centro storico milanese quattrocentesco fu completamente raso al suolo per affossare il Duomo, pensato per svettare su piccole case con comignoli ed abbaini, con pesanti palazzi in una piazza vuota. Il Coperto del Figini fu una delle vittime più illustre del nuovo progetto di stampo sabaudo. L’elegante porticato, simbolo dell’anima commerciale milanese, venne ridotto in macerie. Senza contare lo scempio della statua di Vittorio Emanuele, uno dei monumenti più brutti d’Italia.
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ANDREA URBANO
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