Affitti, Sala: «Piano da 10.000 case», ma il Comune rifiuta i soldi del Governo

La politica è in confusione. E molte persone rimangono in mezzo alla strada. Le due azioni prioritarie per combattere caro-affitti e gentrificazione

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Una studentesca protesta contro il caro-affitti al Politecnico di Milano

L’anno studentesco è ripreso, molti studenti sono ritornati in città e la questione del caro-affitti torna a farsi pressante. Il sindaco Sala annuncia un Piano casa da 10.000 abitazioni, ma Comune e Governo si muovono su strade completamente diverse. Esistono soluzioni per arginare la gentrificazione e garantire alloggi accessibili a tutti?
 

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Affitti, Sala: «Piano da 10.000 case», ma il Comune rifiuta i soldi del Governo

# Comune e Governo: due approcci diversi (anche) per la crisi degli affitti

Ripreso l’anno accademico, il dibattito sul caro-affitti a Milano si è riacceso rapidamente. Nella città della madonnina trovare una casa a prezzi accessibili è sempre più difficile.
Per questo motivo potrebbe stupire che la Giunta comunale abbia scelto di non partecipare al bando governativo (promosso dal Ministero dell’Università) che stanzia 1,2 miliardi di euro, provenienti dal PNRR, per realizzare 60.000 nuovi posti letto per studenti in tutta Italia.

Per tentare di risolvere l’emergenza, il Governo ha puntato sulla costruzione di nuovi studentati e sulla semplificazione burocratica per accelerare i progetti, mentre l’amministrazione comunale ha preferito esplorare altre soluzioni, mettendo in discussione l’efficacia reale del piano governativo. 
Ma qual è invece la linea scelta dal Comune per affrontare il problema?

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# Sala e il «Piano» per 10.000 nuovi appartamenti a Milano

Credits: Ansa

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha dichiarato che la soluzione al problema abitativo cittadino potrebbe essere un “Piano casa“, che preveda la costruzione di 10.000 nuovi appartamenti, con affitti compresi tra 40 e 80 euro al metro quadro.
Questa iniziativa, secondo Sala, potrebbe andare incontro alle esigenze di chi fatica a trovare un’abitazione a Milano, senza però compromettere i profitti degli investitori immobiliari.

“Se c’è una fuga di investitori da Milano non l’abbiamo ancora vista, però è chiaro che il mercato si è fermato. Anche i dati in generale, passato il periodo del super bonus, indicano una decrescita significativa tra il 7 e l’8% dovuta anche a queste problematiche. Certamente non si può parlare oggi di un settore florido”, ha dichiarato il Sindaco a margine dell’assemblea generale di Assimpredil Ance.

“Stiamo lavorando con i privati per capire come realizzare questo progetto, che deve garantire un ritorno economico adeguato per chi costruisce,” ha affermato il sindaco.
La sfida principale resta trovare un equilibrio tra sostenibilità economica (per costruttori e affittuari) e accessibilità, specialmente in un mercato immobiliare che si è quasi fermato dopo la fine degli incentivi del Superbonus.

Queste le linee strategiche di Governo e Comune: ma quali potrebbero essere le altre azioni per risolvere un problema che sta zavorrando Milano?

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#1 La priorità: reimmettere sul mercato gli appartamenti lasciati sfitti

Una studentesca protesta contro il caro-affitti al Politecnico di Milano

La gentrificazione, quel processo per cui i quartieri popolari vengono riqualificati al solo fine di aumentarne i prezzi, colpisce per definizione le fasce più deboli della cittadinanza.

Se da una parte il Comune propone la costruzione di nuovi alloggi, una delle cause principali della crisi abitativa è l’enorme quantità di appartamenti sfitti, detenuti da privati e imprese. Come si potrebbero reintrodurre sul mercato questi spazi?

  • Riqualificazione degli immobili sfitti: una strategia chiave per affrontare la crisi abitativa a Milano è la riqualificazione degli immobili sfitti, che riguarda sia edifici residenziali che commerciali. Si potrebbero introdurre incentivi fiscali mirati per i proprietari che decidono di ristrutturare gli appartamenti vuoti e metterli a disposizione a canoni calmierati. Gli incentivi potrebbero includere riduzioni dell’IMU o agevolazioni sulle imposte di registro per i contratti di locazione a lungo termine.In parallelo, si potrebbero creare fondi pubblici o partenariati pubblico-privati per sostenere i costi di ristrutturazione, con l’obbligo di affittare gli appartamenti a prezzi inferiori al mercato per un certo numero di anni. Questo meccanismo ridurrebbe la scarsità di abitazioni disponibili e consentirebbe di riallocare immobili sottoutilizzati in aree strategiche della città, favorendo così una maggiore equità nell’accesso agli alloggi.
Credits: citybureau.org
  • Housing cooperativo, una via alternativa: l’housing cooperativo è un modello abitativo che combina proprietà collettiva e gestione condivisa, nel quale i residenti diventano in parte proprietari delle abitazioni. Questa soluzione è particolarmente efficace in contesti di alta pressione abitativa, poiché permette di abbassare i costi degli affitti o degli acquisti, dividendo le spese tra i membri della cooperativa.L’housing cooperativo rafforza la coesione sociale e il senso di comunità, e può fungere da barriera contro la gentrificazione, perché evita che gli immobili vengano utilizzati a scopo puramente speculativo. In questo modello, le cooperative potrebbero essere sostenute da finanziamenti pubblici o da fondi etici, promuovendo così la sostenibilità e l’inclusione sociale.

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#2 Collegamenti migliori con l’hinterland: una soluzione a lungo termine

Metropolitana Milano

Potenziando i collegamenti tra Milano e l’hinterland, si potrebbe alleviare la pressione abitativa all’interno della città e incentivare una distribuzione più equilibrata della popolazione nella Grande Milano. Gli studenti e i lavoratori potrebbero scegliere di vivere in comuni limitrofi, dove gli affitti sono più accessibili, senza dover rinunciare a un facile accesso al capoluogo.

Questa soluzione prevede non solo il potenziamento della rete ferroviaria e metropolitana, ma anche lo sviluppo di nuove forme di trasporto, parcheggi di interscambio e agevolazioni per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici.

Si potrebbe anche incentivare l’urbanizzazione sostenibile dei comuni dell’hinterland, sviluppando poli abitativi integrati con servizi e infrastrutture. Così facendo, si decongestionerebbe il mercato immobiliare di Milano senza sacrificare la connessione quotidiana con la città.

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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