L’«Ostalgie» di Milano: il Villaggio Olimpico dove si torna ai tempi del muro di Berlino

Non si poteva fare di meglio? Sì, bastava rispettare il MasterPlan originario

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Rivolta Architettonica FB - Villaggio Olimpico
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Milano è divisa sul nuovo Villaggio Olimpico: ricorda più «Stasistadt», un quartiere della Germania Est di Honecker, oppure un dormitorio nella URSS di Breznev? 

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L’«Ostalgie» di Milano: il Villaggio Olimpico dove si torna ai tempi del muro di Berlino

# «Perfetto per trasformare l’esperienza universitaria in una distopica simulazione di sopravvivenza in un Paese dell’ex blocco orientale»

Rivolta Architettonica FB – Villaggio Olimpico

Il Villaggio Olimpico fa discutere Milano, come avevamo anticipato in questo precedente articolo. Ormai si sta affermando nell’immaginario dei milanesi come un tempio dell’«Ostalgie», il sentimento provato a Berlino per i nostalgici della Germania Est. Per alcui ricorda la «Stasistadt», un quartiere della Germania Est di Honecker. Ma “Rivolta Architettonica”, “un movimento popolare che protesta contro la continua bruttezza delle nostre città”, rincara la dose: «Nel mondo esistono città che sfruttano le Olimpiadi per lasciare un’eredità architettonica di pregio, e poi c’è Milano, sedicente capitale del design, che per l’occasione ha deciso di costruire un villaggio olimpico che sembra uscito da un manuale di edilizia popolare sovietica.»

E ancora: «una collezione di parallelepipedi senz’anima» […] «Blocchi anonimi, finestre posizionate con regolarità carceraria: praticamente un dormitorio aziendale dell’era Brežnev. Ma il vero colpo di genio è per il dopo Olimpiadi, quando questo monumento alla mediocrità verrà riciclato come studentato (al modico prezzo di 430 euro in camera doppia, come annunciato da Coima, l’azienda che sta realizzando il complesso). Perché, si sa, niente stimola la creatività e l’ingegno di un giovane quanto vivere in un bunker esistenziale, perfetto per trasformare l’esperienza universitaria in una distopica simulazione di sopravvivenza in un Paese dell’ex blocco orientale.»

# «L’architettura socialista a Leningrado era di qualità più elevata»: le reazioni dei milanesi

Rivolta Architettonica FB – Vista Villaggio Olimpico

Sono molti i milanesi che concordano sul giudizio. Ecco alcuni commenti:

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  • «Segnalo che mediamente l’architettura socialista a Leningrado era mediamente di qualità più elevata» – Alessandro Coppola
  • «Cemento, cemento, cemento. Amministrazione Sala II lascerà un ricordo indelebile, la resa al potere degli immobiliaristi…Neppure la peggiore delle amministrazioni di destra avrebbe potuto fare di peggio» – Alberto Perrotti
  • «Direi più quartieri di Dubai dove ci stipano i lavoranti dal Pakistan.» – Marco Zanaletti
  • «Scampia, le vele. Tecnicamente uguale.» – Luca Crisafulli
  • «Non c’è un solo progetto realizzato negli ultimi 10 anni che si possa dire ben fatto. Piazza Sant’Agostino e i Navigli ne sono un esempio. Ambizioni da paesotto di campagna e risultati di rara mediocrità.» – Stefano Sgambati
  • «Uno scempio» – Mimmo Gambardella

# Non si poteva fare di meglio? Sì, bastava rispettare il MasterPlan originario

scaloportaromana.com – Nuovo masterplan

Per quanto riguarda le finestre piccole, spesso senza balconi, è una caratteristica un po’ discutibile che negli ultimi anni si ritrova anche in altri studentati di Milano: da Aparto al Politecnico in Corvetto fino al CampusX a Novate. Forse per motivi di sicurezza. Se fosse così su questo aspetto non ci sarebbero state quindi tante alternative vista la destinazione d’uso definitiva del Villaggio Olimpico.

Detto questo, si sarebbe potuto fare molto meglio:

scaloportaromana.it – Rendering Villaggio Olimpico
  • Per prima cosa scegliendo una colorazione più calda, invece del grigio chiaro intervallata dal bianco, come previsto nei rendering.
  • Un’altra strada sarebbe potuta essere quella di scegliere un progetto che più si avvicinasse all’architettura italiana per le sei stecche, anche optando per uno stile industriale, e forse il pur blasonato Studio di Architettura Skidmore, Owings & Merrill non era il più adatto.
Primo masterplan Scalo Romana
  • In alternativa si sarebbe dovuto proseguire con il primo masterplan, che prevedeva due edifici a “C”, da trasformare in studentati, affiancati sui lati da altri due ad uso residenziale con la stessa forma. In questo modo il verde sarebbe stato più integrato con il resto del parco in quanto permeabile nelle corti al piano terra dei palazzi.

Quindi alla fine si arriva sempre al solito problema: i masterplan iniziali, spesso presentati per vincere concorsi e meravigliare l’opinione pubblica, che alla fine vengono sempre stravolti. Cancellando il verde e aumentando il cemento. 

Continua la lettura con: Le foreste scomparse di Milano

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Ma c’è sempre gente che sa solo lamentarsi??
    Si sta facendo il villaggio olimpico?
    Si entra nelle spese previste?
    Non dev’essere una reggia ma infrastrutture che servono per pernottamento degli atleti e nulla più oltre ad avere tutto per allenarsi nei giorni degli eventi!
    Pensiamo piuttosto al dopo!!?? Sarà convertito in studentato con alloggi che possono offrire posti letto a prezzi minimi!
    Cerchiamo di criticare ben altro e non fissarsi con degli immobili che fanno il loro lavoro!
    Chi sa solo criticare non ha il buonsenso di rendersi utile alla città ma si sa ci sono sempre i bastian contrari!!!

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