Le 5 cose più orribili di Milano

Un giovane comico di Instagram ha elencato alcune cose orribili di Milano... Sono davvero così orribili?

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Turisti si scattano una foto ricordo in piazza Duomo a Milano, 29 agosto 2019. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Il profilo Instagram il.barons, ha dedicato un reel alle cose orribili di Milano, con lo stile ironico e provocatorio che lo caratterizza. Ma è pura finzione o c’è del vero in ciò che mostra? 

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Le 5 cose più orribili di Milano

#1 I piccioni: «il regno della salmonella»

Usciti dalla fermata Duomo della metropolitana, il Duomo di Milano è la seconda cosa che si vede. La prima sono i piccioni

I piccioni non sono solo invadenti, possono rappresentare una vera e propria minaccia igienica. Il.barons scherza sul rischio di salmonella associato ai piccioni milanesi, ma è un problema che non viene affrontato con la dovuta attenzione.

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Senza voler puntare il dito contro gli stranieri, c’è da dire che, tendenzialmente, i milanesi hanno imparato a convivere con questo uccello di città, semplicemente ignorandolo.  Mentre molto spesso gli stranieri (soprattutto asiatici) sembrano così entusiasti di fare la conoscenza di questo animale metropolitano che non si curano dei rischi per la propria salute, o del disturbo che arrecano a lavoratori e studenti di fretta o anche ai milanesi che si vogliono godere un giro in centro.

A meno di non parlare con i commercianti, se chiedete a un milanese, è difficile che si accanirà contro i piccioni. Anche se sono animali sporchi e… orribili. 

#2 Fotografare qualsiasi cosa

Turisti si scattano una foto ricordo in piazza Duomo a Milano, 29 agosto 2019. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Fare foto a caso è lo sport preferito della maggior parte dei turisti in vacanza, ma a Milano questa cosa rischia davvero di sfuggire di mano. Per rimanere in zona Duomo, un fenomeno curioso e, a dire il vero, anche un po’ fastidioso, è l’impossibilità di fare una passeggiata senza finire nella foto di qualcuno.

Alle volte Piazza Duomo, ma anche Brera o il Castello, si trasformano in scene di Matrix. Nella mente del milanese il tempo rallenta e ogni movimento deve essere calcolato strategicamente per evitare di interrompere lo “scatto della vita” di cui qualche turista, sicuramente, si dimenticherà anche solo pochi secondi dopo.

Il.barons lo classifica come uno dei comportamenti più orribili, ma, a ragionarci bene, identifica la tendenza generale a feticizzare ogni angolo della città. Milano è una città di grande bellezza, certo, ma, alle volte, il confine tra valorizzazione e ossessione può essere sottile. 

#3 Pescare sulle rive dei Navigli

Se c’è un’immagine che riassume perfettamente la tragicommedia milanese, sono i pescatori in Darsena. Si possono scusare, e magari anche capire, i pescatori lungo le rive del Naviglio Pavese, dove l’acqua è (un po’) più pulita, chi pesca in Darsena o dai ponti del Naviglio grande proprio no.

In un contesto che dovrebbe essere valorizzato per il turismo e la vita notturna, vedere persone che pescano in acque non proprio cristalline è un anacronismo grottesco, evidenzia il Il.barons, indicandola come una delle scene più orribili di Milano.

E pensare che si pescano pesci nelle acque dove agli umani è proibito perfino nuotare. A rischio di multa dell’amministrazione e di scene stile Olimpiadi nella Senna. 

#4 I nomi di fermate e degli esercizi commerciali

Alcune denominazioni a Milano sfidano le capacità linguistiche di chiunque, generando imbarazzo e confusione tra i pendolari o persino tra i milanesi stessi. Qualche esempio menzionato? Gratosoglio. I milanesi non ci fanno caso, ma a chi arriva da fuori fa ridere vedere questa denominazione sui tram. Senza considerare poi fermate della metro indecifrabili, come QT8 o Lodi TIBB

Discorso simile per i nomi di alcuni negozi, ristoranti e esercizi commerciali. Va bene cercare di distinguersi ma a volte si può esagerare. Tra gli esempi riportati nel reel ci sono il negozio chiamato “Pelo e Contropelo”, “Mr. Dick”, “Magna e Godi” o “Testone”. Davvero orribili. 

#5 Il verde anarchico

Alessandro Vidali – Erba alta tra panchine zona Bonola

Gli spunti interessanti del breve reel si concludono menzionando una di quelle cose di cui non si può non parlare: la gestione del verde pubblico. Nonostante le promesse di una Milano sempre più verde, la realtà spesso non corrisponde alle aspettative.

Le belle aree verdi ci sono, City Life è un esempio virtuoso, ma la maggior parte della città si ritrova erba incolta, aiuole trascurate e parchi non curati. Un maggiore investimento nella manutenzione del verde urbano, accompagnato dalla pianificazione a lungo termine già in atto, potrebbe fare davvero la differenza.

Continua la lettura con: I 30 «paesi orribili vicino a Milano»: idee per rilanciare i pustass dei dintorni

MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.