Dovrebbe essere una delle opere simbolo delle prossime Olimpiadi. Il Villaggio Olimpico all’ex Scalo Romana. Inizialmente destinato ad ospitare gli atleti dei Giochi Invernali, accoglierà gli studenti a conclusione dell’evento. La sua costruzione procede addirittura in anticipo sui tempi. Però più prende forma, più sono i milanesi che storcono il naso. Ancora una volta per le nuove strutture di Milano, come ad esempio le uscite della M4, a rendere perplessi è l’aspetto estetico.
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Il villaggio olimpico rischia la figuraccia? «All’esterno sembra un carcere»
# Il complesso destinato agli atleti olimpici in costruzione nell’ex Scalo Romana: sarà lo studentato più grande d’Italia
L’elemento principale della rigenerazione dell’ex Scalo Romana è il Villaggio olimpico: 1.400 posti letto destinati agli atleti olimpici e paraolimpici durante le Olimpiadi Invernali 2026 di Milano-Cortina. Si compone di sei edifici a stecca, in blocchi di tre, la cui consegna è prevista per l’estate 2025, con tre mesi di anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale. Nel 2027 è prevista la sua conversione in studentato da 1700 letti, il più grande d’Italia.
Nella realizzazione del complesso è stato scelto di mantenere lo stile industriale che caratterizzava quest’area della città, sull’altro lato di Ripamonti e procedendo verso ovest sono presenti altri edifici a stecche, vetrerie e opifici convertiti in abitazioni, e richiamare i due corpi bassi recuperati nell’ex scalo, quelli utilizzati un tempo dagli operai per la manutenzione dei treni.
# Come un carcere?
Gli edifici sono ormai visibili a tutti camminando lungo via Ripamonti e via Lorenzini. Nella nostra ultima visita al cantiere abbiamo potuto osservarli più da vicino e se l’effetto dal vivo è meno terrificante di quello che si può vedere dalle foto, si tratta comunque di un intervento esteticamente discutibile.
Al netto della forma, che poteva essere migliorabile ma rimangono comunque edifici pensati in stile industriale, a creare perplessità è il colore. Al posto di una cromatura più calda, come prevista nei rendering, è stato scelto un grigio chiaro intervallato dal bianco. Dall’effetto un po’ deprimente.
A questo si aggiungono le piccole finestrelle senza sfoghi all’esterno, che restituiscono l’immagine di un carcere o di un ospedale. L’unica eccezione dovrebbe essere sul lato di via Ripamonti dove è prevista una struttura fatta di passerelle esterne comunicanti.
Va detto che tutti gli studentati realizzati negli ultimi anni in città hanno adottato la stessa scelta delle finestre piccole, spesso senza balconi: da Aparto al Politecnico in Corvetto fino al CampusX a Novate, forse per motivi di sicurezza. Se fosse così su questo aspetto non ci sarebbero state quindi tante alternative vista la destinazione d’uso definitiva del Villaggio Olimpico. Nell’attesa di vedere il risultato finale i milanesi però non sono affatto soddisfatti del progetto. Vediamo le reazioni sui social.
# I commenti dei milanesi
Ecco alcuni dei commenti dei milanesi sotto a un post del gruppo facebook di settore, Cantiere Urbanfile:
- «Un esempio di come non si deve fare un edificio. Potrebbe vincere il premio del peggior carcere. No comment su sviluppatore, architetti, progettisti.» – Ivan Sal
- «Sicuri che non è il carcere di Opera?» – Carlo Picasso
- «Olimpiadi di Mosca 1980?» – Marco Ferrari«Sembra un ospedale.» – Frederick Sony Nelson Ciccone
- «Agghiacciante» – Ivan Albarelli
- «Come a Berlino est nei tempi bui… speriamo nel contorno!!!» – Pierluigi Crespi
- «Neanche le più brutte case popolari sono così brutte» – Marcello Doati
- «Esteticamente orribile, prefabbricati stile casermoni sovietici, bella immagine di Milano nel mondo» – Sergio Angelo Pizzuti
- «Un container sopra l’altro. Terrificante. Obbrobrioso.» – Andrea Ludovico
- «Grigio sempre tutto grigio e che grande sforzo architettonico davvero senza parole.» – Alberto Colombo
- «Questo orrore dovremo anche tenercelo. Nemmeno la decenza di fare un complesso gradevole alla vista, era quasi meglio la spianata desolata dello scalo di Porta Romana.» – Fabio Mastellone
FABIO MARCOMIN
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