Lo scollamento sempre più accentuato tra la cittadinanza e la politica, si accentua anche da come quest’ultima viene percepita. Ecco l’accusa di Massimiliano Tonelli dalle pagine di “Milano Today”
Le tre sedi di municipio dell’ORRORE
# Milano allo specchio vede i suoi difetti
Dopo il trauma delle strade deserte, riempite solo dai suoni delle ambulanze in sirena, Milano si è guardata spesso allo specchio nel tentativo di trovare una nuova identità da cui ripartire. Molto spesso sono emerse le eccellenze della città che, raccontate forse con troppa enfasi, hanno comunque dato la carica ai milanesi.
Negli ultimi mesi, invece, succede che si mettano in luce più i difetti rispetto ai pregi. A costo di uscirne con le ossa rotte, Milano fa la conta dei “danni” e, insieme alla pandemia, vuol scacciare anche altri incubi metropolitani. Oggi è Massimiliano Tonelli di “Milano Today” che riporta la sua esperienza.
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Dimensioni del comune piccole, ma soggezione grande
Piccola premessa logistica: la ripartizione in 9 circoscrizioni, è una scelta voluta per portare la politica più vicino ai problemi dei cittadini. Purtroppo in alcuni casi, sembra aver portato i problemi della politica proprio sotto casa dei milanesi.
Massimiliano Tonelli, cui capita di transitare davanti ad alcune di queste sedi, denuncia l’aspetto «assai scadente esternamente quanto a qualità architettonica e manutenzione» di alcune di loro.
Tonelli prende in mano il biglietto da visita con cui si presentano i Municipi 4, 5 e 6 e si domanda se «Un’istituzione collocata in un contesto inadeguato, trascurato, disorganizzato, scrostato e cadente ci comunica autorevolezza». Auspica poi «un piano per dare ai territori delle sedi istituzionali all’altezza, di cui poter andar fieri e non da avvicinare con soggezione o raccapriccio».
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# Amministrazioni che non scaldano i cuori. Anzi…
Tutta qui la critica? È solo un fatto squisitamente estetico?
Assolutamente no: Massimiliano Tonelli critica i «Malintesi nati della scelta di una segmentazione della città in 8 spicchi», i cui confini sono stati tracciati perché in qualche modo si doveva dividere Milano i 9 zone. (8 spicchi più più il cuore, rappresentato dal Municipio 1).
Peccato che i confini degli “spicchi” siano stati decisi a scapito delle identità dei quartieri, assegnando in due circoscrizioni uno stesso territorio.
Il suo distretto, il Corvetto, che ha una grande componente identitaria, si ritrova così amministrato dai Municipi 4 e 5, con Chiaravalle totalmente nel municipio 5 e slegato da Corvetto, col quale invece ha un legame indissolubile. «I municipi invece non scaldano granché i cuori».
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# «Quello del Municipio sia l’edificio più bello»
Cosa si può fare per riavvicinare i milanesi ai Municipi e viceversa?
Massimiliano Tonelli suggerisce di trasformare i piccoli progetti già attuati in «piani organici o visionari».
Immagina una città dove le sedi istituzionali siano le più belle di ogni quartiere, efficienti e architettonicamente interessanti.
Edifici da cui i milanesi siano attratti; non respinti con raccapriccio perché «trascurati, disorganizzati, scrostati» e decadenti. Sedi istituzionali degne di questo nome, che comunichino autorevolezza, stimolando fiducia.
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LAURA LIONTI
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