Senza dubbio la zona più effervescente di Milano dal punto di vista della trasformazione urbanistica, ne abbiamo parlato in questo articolo, ma anche di iniziative e nuovi locali. La nascita di Fondazione Prada ha dato il via a una rivoluzione di un’area un tempo industriale e oggi votata ai servizi e all’abitare, ribattezza SoPra (South of Prada). C’è però anche il rovescio della medaglia: qualcuno ha studiato la viabilità e la mobilità? Pare proprio di no.
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Zero parcheggi, auto sulle ciclabili: il «nuovo quartiere» di Milano è già al collasso
# Il rovescio della medaglia della nuova zona più effervescente della città
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Il nuovo quartiere di Milano, quello che un tempo era un distretto di fabbriche e oggi un polo di servizi e residenziale, rischia di collassare prima di completarsi. Stiamo parlando dell’area che ricompresa tra Fondazione Prada e via Quaranta nella direttrice nord-sud e tra via Cassano d’Adda e via Ripamonti in quella ovest-est. Il suo nome è SoPra, acronimo di South of Prada, e poco alla volta si sta completando.
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In arrivo c’è la sede di Moncler, con qualche migliaio di dipendenti attesi, stessa cosa succederà per il quartier generale di Snam, senza parlare delle altre aziende che si vedranno nel prossimo futuro e i nuovi residenti dei due complessi ormai completati e di almeno altri pronti a elevarsi in altezza. Ampliando lo sguardo anche all’ex Scalo Romana, oltre a Villaggio Olimpico trasformato in studentato dopo le Olimpiadi Invernali del 2026, sono previsti ulteriori uffici e abitazioni. Insomma mal contando una decina di migliaia di persone pronte a popolare l’area, che però è già al collasso.
# Auto sui marciapiedi, sulle ciclabili e sulle aiuole
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Lo si vede semplicemente muovendosi tra le vie del quartiere, nella foto in alto via Orobia con auto parcheggiate in sosta irregolare sui marciapiedi, fino a due file sullo stesso marciapiede. Identica situazione si trova in via Balduccio da Pisa, via Serio, via Dezza d’Oglio.
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Nella stretta via Gargano, dove si trova la scuola internazionale ICCS, nell’orario di uscita degli studenti si forma una colonna di auto in doppia fila di genitori che paralizza il traffico all’incrocio con viale Ortles. Su quest’ultima, dalla scuola che confina con la futura sede di Moncler a via Ripamonti, i veicoli occupano le piste ciclabili e le aiuole, danneggiando le radici degli alberi come documentato da Massimo Tonelli. La situazione non cambia la sera per via dei limitrofi locali che accolgono centinaia di persone.
# Mancano parcheggi già ora, dopo sarà un disastro, e la metro è lontana
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In zona ci sono solo alcuni garage con poche decine di posti auto, un piccolo silos con parcheggi coperti proprio sotto la scuola internazionale, altri ne sono previsti nei piani interrati delle sedi delle multinazionali in procinto di aprire. Rimangono comunque largamente insufficienti per il potenziale afflusso di lavoratori e abitanti attesi nei nuovi complessi residenziali. Per il resto, tutti gli altri posteggi in strada sono occupati quotidianamente da chi ci vive e da chi già lavora in questa zona, persino la lunga viale Ortles è sempre al completo.
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A questo si aggiunge il fatto che la fermata metropolitana più comoda, Brenta M3, dista più di 1 km rispetto al punto più vicino, mentre il tram 24 a poche centinaia di metri dal centro di quartiere viaggia a passo di lumaca lungo questo tratto di via Ripamonti.
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L’unico autobus che collega la metro al quartiere, il numero 34, ha una frequenza ridotta e la sera termina le corse prima delle 22. Se non si mette in campo al più presto qualche azione concreta si rischia la paralisi nel breve periodo: per la sosta selvaggia basterebbero i paletti sui marciapiedi, ma per chi è obbligato a muoversi in auto servono urgentemente dei posteggi dove lasciarla. Perché ancora una volta si è puntato tutto sui palazzi e ci si è dimenticati la viabilità. Un aiuto potrebbe arrivare dalla linea M6, ma si tratta di un futuro troppo lontano per restare in coda ad aspettare.
Continua la lettura con: SoPra, sarà il nuovo quartiere glam-chic di Milano?
FABIO MARCOMIN
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