10 TESORI NASCOSTI che puoi trovare a Milano ALZANDO lo SGUARDO al CIELO

Scopriamo alcuni tesori della città che valgono la pena di essere visti

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Credits Andrea Cherchi - Orologio del palazzo dell'orologio

Camminando per la città, di norma con lo sguardo ad altezza uomo, capita di perderci dei piccoli tesori poco conosciuti o più nascosti. Scopriamone alcuni che valgono la pena di essere visti.

10 TESORI NASCOSTI che puoi trovare a Milano ALZANDO lo SGUARDO al CIELO

#1 L’orologio del Palazzo dell’Orologio

Credits Andrea Cherchi – Orologio del palazzo dell’orologio

Sul retro del Duomo c’è uno splendido edificio, sede della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, poco considerato dai milanesi: il Palazzo dell’Orologio. Costruito dall’architetto Pietro Pestagalli tra il 1841 e il 1853, sulla sua sommità spicca un imponente orologio affiancato da due statue: una rappresentante il Giorno, una donna che si copre gli occhi dal sole, e la Notte, rappresentata invece da una donna assopita.

#2 Le campane del Palazzo dell’Orologio

Credits Andrea Cherchi – Campana Palazzo dell’Orologio

Sulla sommità dello stesso palazzo, dietro l’orologio, sono posizionate due campane sovrapposte sormontate da una copertura in metallo che ricorda un drappo. Si può vedere parzialmente mettendosi solamente in un punto ben preciso di Corso Vittorio Emanuele, all’inizio di via Santa Radegonda all’angolo con la Rinascente.

#3 La statua con lo stendardo visconteo sul campanile della chiesa di San Gottardo in Corte

Credits Andrea Cherchi – Statua campanile di San Gottardo

Alzando gli occhi al cielo sulla cima del campanile della chiesa di San Gottardo in Corte, a pochi passi dal Duomo, si può notare una statua in rame dorato che sostiene lo stendardo visconteo. Si tratta del San Michele Arcangelo alato in posizione maestosa, voluto da Orazio Visconti e posta sulla punta del campanile nel 1335.

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#4 Gli stemmi di Piazza Beccaria

Credits Andrea Cherchi – Stemmi piazza Beccaria

Sulla parete dell’edificio al civico 6 di piazza Beccaria c’è un rombo che contiene al suo interno gli stemmi di Milano e di altre città.

#5 I volti inquietanti di Largo Mattioli 3

Credits Andrea Cherchi – Maschere Largo Mattioli 3

Sulla facciata dell’ultimo piano di un edificio in Largo Mattioli 3, affiancato alla Casa degli Omenoni, spuntano delle raffigurazioni di volti di uomini e donne senza occhi e denti, simili a delle maschere e dall’aspetto inquietante.

#6 Sant’Ambrogio sulla Torre del Filarete

Credits Andrea Cherchi – Sant’Ambrogio Torre del Filarete

Difficile non notare la Torre del Filarete, posta all’ingresso del Castello Sforzesco. Quello che forse può sfuggire è la statua posta tra gli stemmi del Ducato di Milano, circa a metà della sua altezza, e che rappresenta Sant’Ambrogio. A realizzarla fu lo scultore Luigi Secchi che prese ispirazione dallo stile scultoreo della seconda metà del Quattrocento.

#7 Gli animali in Cordusio

Credits Andrea Cherchi – Animali sul palazzo del Credito Italiano Cordusio

Sui cornicioni e sulle anfore posizionate sulla parte sommitale del palazzo del Credito Italiano, stringendo gli occhi per focalizzare la vista su quel punto, si possono notare una serie di teste di animali, verosimilmente dei felini.

#8 I gargoyle del Castello di Cova

Credits Andrea Cherchi – Gargoyle Castello di Cova

Anche il Castello di Cova in stile revival medievale, in zona Sant’Ambrogio, ha i suoi gargoyle. Spuntano appena sotto la corona che fa da cappello alla torre, uno per ogni angolo.

#9 I cavalli alati sulla Stazione Centrale

Credits 21177668-pixabay – Cavallo alato Stazione Centrale

Sollevando la testa verso l’alto in direzione della parete frontale della Stazione Centrale, alle due estremità, si possono vedere due Cavalli Alati. Sono stati realizzati dall’artista Armando Violi nel 1932 e sono lunghi 8 metri dalla testa alla coda. Simboleggiano il progresso, guidato dalla volontà e dalla intelligenza.

#10 L’aquila che stringe la scrofa

Credits Andrea Cherchi – Loggia degli Osii

Basta alzare di poco lo sguardo, nella Loggia degli Osii in piazza dei Mercanti, per osservare un’aquila che stringe una scrofa affiancata da due “biscioni”. In base alla ricostruzione di alcuni autori rappresenterebbe la pubblica memoria di Milano feudo imperiale.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.