Milano è punteggiata da spazi verdi in cui i milanesi possono trascorrere il loro tempo libero facendo sport, giocando o semplicemente leggendo su una panchina. Parlare di tutti esaustivamente sarebbe impossibile, quindi ne ho scelti solo alcuni che hanno delle curiosità davvero intriganti.
Attrazioni e curiosità di 7 PARCHI MILANESI
#1 PARCO SEMPIONE
Sorge dove un tempo si trovava il parco ducale visconteo chiamato ‘Barcho’, situato vicino al Castello Sforzesco. Il parco come lo vediamo adesso venne realizzato tra il 1888 e il 1894 secondo il progetto dell’architetto Emilio Alemagna: prevedeva viali percorribili da carrozze, un laghetto e un belvedere, dove ora sorge la Biblioteca del Parco Sempione. Il verde venne progettato secondo il modello romantico dei giardini all’inglese. Diversi luoghi, affascinanti e misteriosi o semplicemente vividi nell’immaginario popolare, sono legati al parco Sempione.
La fontana “curativa” dell’Acqua Marcia
Al centro di un’aiuola del parco si trova questa fontana a forma di tumulo realizzata nel 1928. Il suo nome è dovuto al fatto che dai mascheroni scolpiti sulla fonte sgorga acqua solfidrica, dal fortissimo odore di zolfo, percepibile anche a diversi metri di distanza. Un tempo si riteneva che quest’acqua avesse doti benefiche e aiutasse la digestione e non era raro trovare all’ora di pranzo una coda di persone. Questa particolare fontana ha un’altra sorella gemella in via Piceno. Anche questa è fatta a tumulo ma qui l’acqua, solfidrica anch’essa, sgorga da delle anfore. Una terza fontana dell’acqua marcia è in Piazza Sant’Angelo, sul sagrato dell’omonima Chiesa, che fu arricchita nel 1926 dalla statua di bronzo di “San Francesco che predica agli uccelli”.
Il ponte “dell’amor eterno” delle sorelle Ghisini
Nel XIX secolo, a Milano, i Navigli fluivano a cielo aperto e in via Mascagni il 23 giugno 1842 venne inaugurato un ponte pedonale in ferro.
L’autore del ponte, l’architetto Tettamanti, per abbellire l’opera, pose ai due ingressi del ponte quattro sirenette in ghisa che tengono in mano un remo. Il ponte e le statue furono eseguite dalla ferriera di Dongo dalla ditta Rubini, Scalini, Falck e C. Le quattro donzelle in ghisa non passarono inosservate e furono subito ribattezzate dai sagaci milanesi le ‘sorelle Ghisini’ o ‘sorelle Ghisetti’ in relazione al materiale con il quale erano state fuse. Alcuni le chiamarono anche ‘sorei del pont di ciapp’, sebbene la parte inferiore delle sirene non fosse particolarmente attraente. Le ‘sorelle Ghisini’, ritenute troppo provocanti per la morale dell’epoca, furono trasferite nel 1930, quando i Navigli furono coperti. Il ponte venne smontato e rimontato al Parco Sempione, dove si trova tuttora.
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Torre Branca, la Tour Eiffel di Milano
Fu progettata da Gio’ Ponti nel 1933 per far aggiudicare a Milano il diritto di ospitare l’Esposizione internazionale triennale delle arti decorative e industriali moderne. La torre è esagonale con una base di circa sei metri che tende a stringersi verso la cima. Al centro c’è un ascensore che conduce fino alla terrazza panoramica. Essa fu abbandonata per molti anni tanto da diventare inagibile. Nel 1972 si pensò addirittura di abbatterla ma, fortunatamente, la ditta fratelli Branca (quella del famoso fernet) la acquistò. Nel tempo l’ha pesantemente restaurata e l’ha resa agibile al pubblico. Ora, salendo sulla terrazza si può vedere un panorama spettacolare che nelle belle giornate permette di scorgere fino al limitare della Pianura Padana.
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#2 GIARDINI DI PORTA VENEZIA (INDRO MONTANELLI)
Sono stati inaugurati nel 1784 dall’amministrazione asburgica. Sono stati i primi giardini pubblici della città, creati per lo svago dei cittadini. Chiamati ancora con l’antico nome di ‘giardini di Porta Venezia’ o ‘giardini Palestro’ nel 2002 sono stati intitolati al giornalista Indro Montanelli, che amava passare qui il suo tempo libero.
L’Esposizione Nazionale del 1881
Ai giardini si svolsero, tra il 1871 e il 1881 molte esposizioni. Di particolare importanza fu la Grande Esposizione Nazionale del 1881 che occupò una vasta zona del giardino. In tale occasione fu realizzata la “casa russa”, distrutta dai bombardamenti del 1943.
Lo Zoo di Milano
Nella seconda metà del XIX secolo furono aggiunte nel parco voliere, gabbie per cervi, scimmie e una giraffa, cui progressivamente si aggiunsero molti altri animali che daranno vita a quello conosciuto come ‘zoo di Milano’. Fu chiuso definitivamente in seguito alle richieste degli ambientalisti nel 1992. Dello zoo sono rimasti il padiglione che conteneva le gabbie dei grandi felini, ora riadattato a spazio didattico per il museo di scienze naturali e la vasca delle otarie.
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#3 PARCO DELLE ROSE (GINO CASSINIS)
E’ noto anche come ‘parco delle rose’. E’ situato in zona Rogoredo su un’area in precedenza appartenuta all’abbazia di Chiaravalle che i monaci bonificarono a partire dal XI secolo. Tale zona è conosciuta anche come Porto di Mare.
Perchè Porto di Mare?
Milano era collegata al mare Adriatico, via Ticino-Po, dal 16 agosto 1819 quando fu aperto il naviglio Pavese e fino all’unità d’Italia ci furono molti tentativi di collegare direttamente Venezia e il lago Maggiore con linee a vapore. C’erano però due ostacoli tecnici che si opponevano allo sviluppo dei canali: la loro sezione e il posizionamento della Darsena di Porta Ticinese. Dopo l’unità d’Italia non si investì su questo progetto perché la rete di trasporti era frammentaria a causa dei confini da poco caduti.
A Milano quindi lo sbocco diretto sul mare era un’idea al vertice della considerazione di imprenditori e politici. Nel 1907 fu approvato un progetto che prevedeva la creazione di un porto nell’area dell’attuale parco. Il cantiere fu aperto nel 1919 e diede luogo a un bacino che fu colmato con materiale di riporto negli anni cinquanta. Nel frattempo i lavori furono interrotti e ripresi varie volte e a Rogoredo fu aperto uno stabilimento balneare con relativo dancing.
#4 PARCO EX OM
Chiamato anche ‘Parco Ripamonti’, esso è suddiviso in tre parchi distinti: Parco della cultura, Parco delle memorie industriali e il Parco della Vettabbia. Un parco senza alberi: nel 2008 i lavori per la creazione del parco si conclusero e il risultato è quello di un parco senza alberi, con gli unici elementi verticali costituiti da un vecchio carro ponte e dall’area giochi per i bambini.
#5 GIARDINO ALBERTO MORAVIA
E’ situato in zona Lorenteggio, più precisamente nell’area del Villaggio dei Fiori. Le distruzioni belliche avevano provocato a Milano una drammatica crisi degli alloggi. Nel 1951 Milano costruisce i suoi grandi quartieri periferici che si salderanno al nucleo urbano nei periodi successivi. La città meneghina rispose a questa crisi con varie soluzioni: agglomerati di palazzoni ripetitivi e le cosiddette case minime, cioè alloggi mono o bifamiliari costruiti a schiera senza fondamenta e con materiali diversi.
A partire dal 1953 sorgerà così il Villaggio dei Fiori. Venne costruito a lotti, lungo strade strette, ognuna con il nome di un fiore, senza aree verdi. A questa mancanza di verde supplirono i piccoli giardini che corredavano ogni casetta. Tra i lotti rimasero degli spazi e nel 1969, sfruttando questi ultimi, si realizzò il parco.
#6 PARCO DELLE CAVE
Situato nella parte ovest della città, insieme al Boscoincittà e al parco Aldo Aniasi costituisce parte del parco agricolo sud di Milano.
Le Cave
A partire degli anni Venti l’estrazione di ghiaia e sabbia provocò la nascita di cinque cave: Cabassi, Casati, Ongari, Cerutti, Aurora. Negli anni sessanta, alla cessazione delle attività estrattive seguì un lento abbandono della zona. Dal 1976 si bloccò il riempimento della cava Cabassi e si iniziò il risanamento dell’area con l’immissione delle acque del Ticino tramite il Canale Villoresi.
Verso la fine degli anni ottanta venne ideato il progetto “Parco delle cave”. Tale progetto vide il coinvolgimento di tutte le associazioni della zona che raccolsero le proteste dei cittadini contro il degrado raggiunto, lo spaccio, l’abbandono di veicoli rubati nelle cave. Nel 2002 i lavori terminarono dopo ingenti opere di riqualifica.
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Le Cascine
Nel parco si trovano due cascine: Linterno e la cascina Caldera. La prima è molto antica (la prima documentazione scritta risale al 1154) e fu usata anche come ostello affidato ai Templari per i Pellegrini della via Francigena. Pare sia stata per un breve periodo la casa di Petrarca e negli anni quaranta fu rifugio di un particolare prete-taumaturgo, il pret de Ratanà, tanto controverso quanto amato dai milanesi. Fu sepolto nel cimitero Monumentale ed è ancora oggi luogo di pellegrinaggio.
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#7 MONTE STELLA
E’ un rilievo artificiale che si trova nella zona nord ovest di Milano.
La “Montagnetta”
Si tratta di una collinetta artificiale formata con l’accumulo di macerie provocate dai bombardamenti effettuati durante la seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei Bastioni, avvenuta dopo il 1945. Il progetto del parco è di Pietro Bottoni che lo dedicò alla moglie Elsa Stella. Nel progetto originario doveva essere alta più del doppio.
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Il Giardino dei Giusti
Dal 2003 esiste un giardino al Monte Stella che ricorda i Giusti che si opposero ai genocidi e ai crimini contro l’umanità. Ci sono alberi piantati in onore di Moshe Bejski, Svetlana Broz, Pietro Kuciukian.
Gare di sci
I circa cento metri di dislivello portano molti sportivi ad allenarsi al monte Stella. Negli anni ottanta si disputarono addirittura gare di slalom con l’ausilio della neve artificiale. La prima vittoria ufficiale di Alberto Tomba avvenne proprio nei campionati italiani di slalom al Monte Stella.
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GIULIA PICCININI
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